<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
il delitto di san bonifacio

La donna che ha ucciso il compagno: «Mi picchiava, lo dimostrano 124 lividi»

Vania Bonvicini è accusata di omicidio volontario aggravato. Per la prima volta viene fornita la sua versione dei fatti
Fiori sul luogo dell'omicidio a Prova di San Bonifacio. A destra Maurizio Tessari (la vittima) e Vania Bonvicini (Diennefoto)
Fiori sul luogo dell'omicidio a Prova di San Bonifacio. A destra Maurizio Tessari (la vittima) e Vania Bonvicini (Diennefoto)
Fiori sul luogo dell'omicidio a Prova di San Bonifacio. A destra Maurizio Tessari (la vittima) e Vania Bonvicini (Diennefoto)
Fiori sul luogo dell'omicidio a Prova di San Bonifacio. A destra Maurizio Tessari (la vittima) e Vania Bonvicini (Diennefoto)

Una donna che si è lasciata prendere dall’ira fino al punto da uccidere il suo compagno al culmine di una lite oppure la vittima, diventata poi a sua volta carnefice, di maltrattamenti e violenze all’ordine del giorno di una complicata relazione sentimentale? È probabile che si giocherà su questo piano il processo che si aprirà a fine maggio in Corte d’Assise nei confronti di Vania Bonvicini, cinquantenne di Arcole, accusata di aver ucciso volontariamente il compagno Maurizio Tessari, peraltro suo cugino di secondo grado, che l’aveva accolta da qualche mese nella sua casa di Prova, frazione di San Bonifacio.

I carabinieri davanti alla casa di Tessari in via Aleardi, a Prova di San Bonifacio
I carabinieri davanti alla casa di Tessari in via Aleardi, a Prova di San Bonifacio

Il caso è stato trattato ieri, 5 aprile, dal giudice per l’udienza preliminare Carola Musio, che ha rinviato a giudizio la cinquantenne (difesa dall’avvocato Sabrina Felicioni): la Bonvicini deve rispondere di omicidio volontario aggravato dalla relazione di convivenza che sussisteva tra i due.

L’udienza preliminare

Ieri in udienza si sono costituiti parte civile i familiari di Tessari, «Icio» il suo soprannome: la madre, la sorella, il figlio e l’ex compagna. Tessari è stato ucciso il pomeriggio del 20 giugno scorso con un unico fendente sul lato sinistro della schiena, che gli ha perforato il polmone, conducendolo alla morte in pochi minuti.

Ma sempre ieri in udienza sono emersi alcuni elementi nuovi, che forniscono un punto di vista diverso di quanto accaduto quel giorno nella casa dei due. Per la prima volta emerge la versione di Vania Bonvicini, l’imputata, che ovviamente cerca di tutelare la propria posizione.

La donna, già subito dopo l’omicidio, aveva spiegato di essere vittima di maltrattamenti da circa tre mesi. E, a testimoniarlo, ci sarebbero 124 ematomi sul suo corpo, accertati da una perizia e dai referti dell’ospedale, dove la donna è stata visitata la sera del delitto.

Lividi, secondo quanto riferito dalla cinquantenne, relativi a violente discussioni con Tessari: alcuni risalenti a 6-8 giorni prima, altri a 8-12 giorni prima. Il compagno la maltrattava, picchiandola non solo con sberle e calci, ma anche con una mazza da baseball: questo la Bonvicini aveva detto ai carabinieri, sporgendo denuncia contro di lui il giorno precedente l’omicidio.

Il 20 giugno, poi, la tensione tra i due ha raggiunto il culmine. La donna si era fatta accompagnare nella casa dai carabinieri, quella mattina, per recuperare alcuni oggetti.

La versione dell’imputata

Quando i militari si sono allontanati però, sarebbe nato un nuovo diverbio tra i due e Tessari, sempre secondo il racconto della cinquantenne, l’avrebbe costretta a subire un rapporto sessuale, minacciandola con una cesoia. Poi i due sarebbero stati raggiunti da un amico, con cui Tessari ha pranzato e, una volta rimasti soli, la discussione sarebbe degenerata ancora: la Bonvicini avrebbe impugnato un coltello che si trovava sul tavolo e avrebbe colpito il compagno, non con l’intento di ucciderlo, a suo dire, ma solo per ferirlo.

«L’ho soccorso, gli ho portato dell’acqua. Non avevo capito la gravità di quanto accaduto», avrebbe detto la donna.

Una versione tutta da accertare, che passerà ora al vaglio della Corte d’Assise, ma che emerge per la prima volta, a distanza ormai di quasi un anno dal delitto.

Leggi anche
La denuncia di Vania: «Maurizio mi picchiava». La donna non risponde al Gip e resta in carcere

Manuela Trevisani

Suggerimenti