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la giornata mondiale

Vittime della strada, Lacquaniti: «La sospensione della patente è l’unico deterrente possibile»

Il comandante della Stradale: «Servono sanzioni più temute per le condotte che sono la causa maggiore di incidenti: uso di cellulare, eccesso di velocità e guida in stato di ebbrezza»
Le croci bianche, i familiari e il comandante della Stradale sul sagrato della chiesa per sensibilizzare
Le croci bianche, i familiari e il comandante della Stradale sul sagrato della chiesa per sensibilizzare
Le croci bianche, i familiari e il comandante della Stradale sul sagrato della chiesa per sensibilizzare
Le croci bianche, i familiari e il comandante della Stradale sul sagrato della chiesa per sensibilizzare

L’assenza testimoniata con la presenza, perchè in ogni fiore deposto ai margini di una strada, in ogni croce ai bordi della via, lì dentro c’era una vita. E dietro ai fiori, alle croci, resta soltanto il dolore per una vita volata via. Finita troppo presto perchè un ubriaco ti ha travolto, perchè andavi troppo forte, perchè stavi mandando un SMS.

Ieri l’Associazione familiari vittime della strada onlus si è ritrovata sul sagrato della chiesa del Gesù divino lavoratore di Borgo Roma. Uno striscione con le foto delle persone che non ci sono più. Alcune croci, rappresentazione plastica di quelle emotive, che ogni persona che ha perduto qualcuno in modo così violento, sorregge per tutta la sua vita. La sua sopravvivenza.

La giornata delle vittime della strada

Era la giornata mondiale delle vittime della strada, quella di ieri. È stata celebrata una messa, è stata letta la preghiera dedicata a quelle vittime: «Benedici coloro che con squisito gesto di carità sono accorsi ed accorreranno a prestare i primi soccorsi e recare in conforto delle fede», recita un passaggio. E ieri, il comandante della polizia stradale, Girolamo Lacquaniti, ha voluto portare il suo saluto, la sua solidarietà ai familiari che su quel sagrato si sono ritrovati.

«Il reato di omicidio e lesioni sono tutte tipologie di reato che danno la giusta punizione a chi uccide o causa incidenti. Ma non è norma che può fare prevenzione. Se mi metto alla guida dopo aver bevuto convinto di poter guidare, se guido convinto di poter usare anche il cellulare, o corro molto, non mi rendo conto di quello che può avvenire. L’omicidio stradale è una norma giusta per dare giustizia, ma non serve a fare prevenzione».

Il gruppo Pisi con il marito Stefano ed il presidente Musicco
Il gruppo Pisi con il marito Stefano ed il presidente Musicco

Lacquaniti: «Va trovata una sanzione più temuta»

Aggiunge Lacquaniti: «Occorre sanzionare in modo diverso e adeguato quelli che sono i comportamenti come uso di cellulare, eccesso di velocità e guida con alterazione psicofisica, perchè queste sono le cause degli incidenti stradali. La patente a punti ha avuto il ruolo fondamentale di dimezzare i morti sulle nostre strade, vent’anni fa ogni anno avevamo più di seimila morti, oggi ne abbiamo tremila. I tutor hanno fatto molto sulla sicurezza delle nostre autostrade che sono più sicure delle extra urbane. Va trovata una sanzione più temuta: quella di una sospensione di patente proprio per quelle condotte che le analisi ci dicono essere la causa maggiore di incidenti».

E conclude citando il Presidente Sergio Mattarella: «È evidente inoltre come sia di primaria importanza sviluppare al massimo la diffusione di una cultura della responsabilità di ogni conducente volta ad accrescere la consapevolezza dei rischi a cui ciascuno di noi è esposto e a cui espone la vita degli altri quando è alla guida di un veicolo», ha concluso il comandante.

Dal canto suo, l’associazione Vittime della strada chiede: «Nel veronese abbiamo avuto 56 morti, fino ad oggi. Stiamo cercando di fare più prevenzione possibile per far capire che le leggi non sono abbastanza. Servono più consapevolezza al volante e pene severe. Non si fa del male soltanto a sè stessi ma anche ad altre inconsapevoli persone. Per questo ci sarebbe piaciuto dare anche segnali visivi concreti, come posizionare auto incidentate nei pressi delle discoteche e di alcune scuole, per far riflettere i ragazzi», ha detto la presidente Patrizia Pisi, che lotta da anni e che da un paio ha ottenuto una sede all’interno dell’edificio comunale e dove riceve i familiari che abbiamo bisogno di aiuto e conforto. 

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Alessandra Vaccari

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