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Piazzale XXV Aprile

Violenza in stazione, il questore: «Situazione intollerabile, aumenteremo i controlli»

Roberto Massucci in accordo con il prefetto aumenterà ancora di più la presenza delle forze dell’ordine
Una volante della polizia nel piazzale della stazione di Porta Nuova
Una volante della polizia nel piazzale della stazione di Porta Nuova
Una volante della polizia nel piazzale della stazione di Porta Nuova
Una volante della polizia nel piazzale della stazione di Porta Nuova

Recrudescenza di episodi violenti in stazione. Il questore Roberto Massucci, come ci ha abituato a fare, ci mette la faccia e non si tira indietro nel rispondere alle nostre domande. Perché sabato è stata una giornata infernale.

Negli ultimi 4 giorni ci sono stati sette arresti e dodici denunciati, un poliziotto ed un militare ferito; altri tre poliziotti in profilassi per prolungato contatto con liquido ematico di un soggetto accoltellato in una rissa. Tutti stranieri, quelli sottoposti a provvedimenti giudiziari.

Proprio in stazione, negli ultimi giorni, era stato alzato il livello del controllo con misure di prevenzione ed era stato chiuso, il bar “12OZ” di piazzale XXV Aprile e, sempre in piazzale XXV Aprile, era stato istituito in accordo con il prefetto, un presidio dell’Esercito supportato da una Volante di appoggio dedicata. 

Il questore

Che le violenze degli ultimi giorni siano ritorsioni contro i provvedimenti? «Non ho elementi per poter dire questo, di certo ripetuti fatti gravi troveranno ulteriori risposte di rigore. L’unica cosa che è cambiata rispetto a prima è che ho chiuso il 12OZ e ho messo i militari fissi nel piazzale», spiega Massucci, «è stato motivo di ritorsione? O è un caso legato all’ubriachezza? L’unica valutazione è: bisogna incrementare ulteriormente i servizi. Se dovesse essere un segnale di tipo “ritorsivo“ sarebbe particolarmente grave».

Chiudere la zona, “cinturarla“ sarebbe fattibile? «Lo si può fare soltanto in situazioni emergenziali, adesso dobbiamo fare una valutazione su come potenziare ulteriormente i servizi. Mandare via le persone non si può, perché manca l’identificazione certa che dovrebbero dare, in assenza di documenti le autorità consolari del Paese di provenienza. La situazione così non è tollerabile», va dritto al punto Massucci, «tutte le persone che abbiamo arrestato sono straniere. Vengono dal Marocco nella maggior parte dei casi. È chiaro che c’è una recrudescenza dei fatti reato commessi da persone straniere, ma è una conseguenza che ci si doveva aspettare considerati i 160mila sbarchi dello scorso anno, persone che prima sono andate nei centri di accoglienza e poi si sono spalmate sul territorio. Diventa un problema. Si tratta di persone che non hanno voglia di integrarsi, sono spacciatori che sbarcano il lunario facendo quello, e come dico sempre la droga, c’è chi la compra. Poi sotto l’effetto dell’alcol e della droga scoppiano risse per la suddivisione del territorio». 

 

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Eppure gli arresti ci sono, ma evidentemente non bastano a farci sentire al sicuro. Il mattinale della Polizia parla da solo.

10 aprile

Due denunciati: il primo – straniero di seconda generazione (resistenza, oltraggio e violenza a pubblico ufficiale). L’uomo prima s’era introdotto in un palazzo disturbando, poi ha aggredito una barista che siccome era ubriaco non voleva dargli altro alcol. Quando i poliziotti lo hanno individuato per la terza volta, ha aggredito i poliziotti.

12 aprile

Cinque gli arrestati e due i denunciati dalle Volanti: sono i presunti responsabili di origine straniera e di età compresa tra i 33 e i 54 anni della rissa virale sui social. Un poliziotto è rimasto ferito, tre sono stati portati al Pronto Soccorso di Borgo Trento.

E poi ancora in via Roma. A finire in manette un 33enne tunisino con l’accusa di furto aggravato ai danni di un esercizio commerciale e un 38enne di origini russe, domiciliato in provincia di Verona, per tentato furto aggravato ai danni del negozio OVS; un 43enne e un 48enne di nazionalità rumena per furto aggravato in concorso; un 38enne marocchino per furto su autovetture in sosta.

13 aprile

Il bilancio è di un arrestato e due denunciati: l’arrestato ed uno dei due denunciati sono entrambi di origine tunisina. Il primo intervento risale alla tarda serata di venerdì quando, poco dopo le 23, è giunta al 113 la segnalazione di una lite tra un uomo e una donna su un autobus di linea ATV. Alla vista dei poliziotti, poi, ha scaricato la sua ira nei loro confronti, scagliandosi contro un agente che aveva cercato di separarli con una veemenza tale da causargli contusioni alla spalla e alla gamba sinistra che sono state giudicate guaribili in sette giorni.

Anche quando i poliziotti hanno cercato di mediare e di riportarlo alla calma, l’uomo ha continuato a sferrare calci contro di loro e quando, con difficoltà, sono riusciti ad accomodarlo sull’automobile di servizio, ha iniziato a sferrare pugni contro il finestrino, danneggiandolo. Una volta arrivati in questura, ha riversato la sua ira sui vetri in plexiglass dell’ufficio in cui gli agenti lo avevano trattenuto per identificarlo. Ultimati gli atti di rito, il 47enne tunisino è stato tratto in arresto per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni, resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale; il suo comportamento aggressivo gli è costato anche una denuncia per danneggiamento aggravato.

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Un’altra denuncia era scattata la mattina nei confronti di un ragazzo veronese resosi responsabile di una rapina aggravata, commessa in concorso con altri soggetti rimasti ignoti, ai danni di un coetaneo, nei pressi di un istituto scolastico in zona San Michele.

Ma non è finita: altri denunciati sono un 43enne di origine indiana, resosi responsabile del reato di atti osceni in luogo pubblico, e altri tre marocchini di età compresa tra i 20 e i 31 anni, indagati per una tentata rapina in concorso in piazzale XXV Aprile. Proprio in quel contesto, uno dei militari dell’Esercito che era intervenuto per sedare l’iniziale lite tra tre cittadini nordafricani è rimasto ferito riportando una lussazione alla spalla.

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Alessandra Vaccari

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