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Piazzale XXV aprile

Violenza, spaccio, rapine: chiuso ancora il bar davanti alla stazione, stavolta per un mese

Autorizzazione sospesa per 30 giorni al 12oz Coffee Joint con provvedimento del Questore. L'azienda: «Ci siamo impegnati sulla sicurezza, in forse la permanenza a Verona»
La polizia mette i sigilli al 12oz Coffee Joint nel piazzale della stazione di Porta Nuova
La polizia mette i sigilli al 12oz Coffee Joint nel piazzale della stazione di Porta Nuova
La polizia mette i sigilli al 12oz Coffee Joint nel piazzale della stazione di Porta Nuova
La polizia mette i sigilli al 12oz Coffee Joint nel piazzale della stazione di Porta Nuova

Violenza, spaccio, furti e rapine dallo scorso ottobre ad oggi, episodi per i quali il Questore di Verona ha sospeso per 30 giorni l’autorizzazione alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande al titolare del 12oz Coffee Joint di piazzale XXV Aprile.

Il 26 aprile dello scorso anno, il locale era già stato chiuso per 15 giorni, sempre ai sensi dell’art. 100 T.U.L.P.S. dopo i numerosi interventi che hanno fatto emergere come il locale fosse divenuto ritrovo abituale di persone gravate da precedenti penali e di polizia, in particolare per reati contro il patrimonio, l’immigrazione clandestina e in materia di sostanze stupefacenti.

Le risultanze investigative hanno condotto, nello specifico, a ritenere che il locale rappresenti un abituale ritrovo di giovani stranieri che con frequenza quotidiana occupano stabilmente il bar e i relativi servizi igienici, rendendolo di fatto una sorte di base logistica dove incontrare acquirenti occasionali ai quali cedere sostanze stupefacenti. Il provvedimento di sospensione della licenza, firmato oggi, è stato adottato all’esito dei recenti controlli degli agenti delle Volanti, intervenuti a seguito di rapine ai danni di viaggiatori che ogni giorno transitano nel piazzale o che si fermano all’interno del locale, nonché a seguito delle numerose segnalazioni di risse, aggressioni, liti, tumulti e gravi disordini verificatesi all’interno e nei pressi del locale.

Ulteriori verifiche, hanno consentito agli agenti di appurare che il bar 12oz Coffee Joint viene utilizzato da pregiudicati per nascondersi durante i controlli da parte delle pattuglie in piazzale XXV aprile.

 

Gli ultimi episodi

Tra gli ultimi interventi, il 13 marzo gli agenti delle Volanti erano intervenuti a seguito della segnalazione di una rapina da parte di tre cittadini stranieri che, dopo aver accerchiato un giovane, gli avevano strappato, spintonandolo violentemente, una collana d’oro dal collo. Il giorno successivo, uno degli autori del reato era stato individuato all’interno del bar 12oz Coffee Joint e sottoposto a fermo. Il 26 marzo, inoltre, gli agenti delle Volanti erano intervenuti nel locale a seguito della segnalazione di un tentativo di rapina ad opera di più individui all’interno dei bagni dell’esercizio pubblico. Gli agenti intervenuti avevano appurato che gli 8 clienti presenti all’interno del locale risultavano tutti gravati da precedenti penali e di polizia, e che alcuni di loro risultavano destinatari di misure di prevenzione e cautelari. Il 30 marzo scorso, nel corso di un servizio straordinario di controllo del territorio, dei 15 avventori presenti all’interno del locale, 11 sono risultati gravati da precedenti penali e di polizia e alcuni di loro sono risultati destinatari di misure di prevenzione e cautelari, e due di loro erano stati arrestati appena due giorni prima per rapina aggravata in concorso avvenuta all’interno della stazione ferroviaria e, nel corso del controllo, era stata rinvenuta anche una bustina contenente 17 gr di hashish.

Ad eseguire il provvedimento di sospensione sono stati gli agenti dell’Ufficio Polizia Amministrativa e di Sicurezza, congiuntamente ai poliziotti delle Volanti della Questura di Verona.

 

La posizione dell'azienda

«Nel mese di maggio dello scorso anno, in occasione di un incontro con le autorità di polizia della città di Verona, incontro peraltro effettuato a seguito di nostra pressante richiesta giustificata dalla crescente preoccupazione per l’evidente situazione di degrado della zona circostante al locale, venivano predisposte diverse misure – tra loro strettamente connesse – di comune accordo di tutte le parti coinvolte - spiega in una nota David Nathaniel, amministratore delegato 12oz Coffee Joint srl -. La nostra azienda si è subito impegnata e ha posto in essere importanti interventi di adeguamento del locale, installando ulteriori telecamere di videosorveglianza, assumendo personale specializzato nell’attività di vigilanza, nonché formando i nostri collaboratori in materia di sicurezza e prevenzione dei reati e segnalando tempestivamente anche ogni minimo sospetto di attività illecita. Non tutte le misure però hanno potuto essere attuate. Un esempio su tutti: la proposta venutaci dalla questura di chiudere i bagni del locale per non renderli potenziali centri di spaccio, che si è rivelata impraticabile per non incorrere in violazione di leggi sanitarie ed esporci a reclami da parte delle associazioni di categoria».

In un ulteriore incontro, circa dieci giorni fa, continua la nota, «ripetutamente rassicurati dalle autorità in merito all’ottimo lavoro svolto da 12oz e all’insussistenza di motivazioni per temere una prossima ed eventuale chiusura, continuavamo le nostre attività confidando nella corretta gestione delle politiche di ordine pubblico da parte delle stesse autorità, evidentemente, prive di risultati. Le nostre speranze, frutto dei tanti sforzi posti in essere con innumerevoli segnalazioni alle autorità pubbliche e con l’adozione di tutte le misure concordate, sono andate del tutto in fumo con la temporanea chiusura che ci è stata imposta».

«Ma siamo davvero sicuri che la sospensione di un’attività di pubblico esercizio sia la migliore o l’unica soluzione veramente praticabile per contrastare fenomeni criminogeni e criminali così radicati nella zona? Nello spirito di collaborazione che ha sempre contraddistinto i nostri rapporti, ci viene da pensare che fornire nel piazzale un presidio 24h/7 giorni e istituire una linea di pronto intervento, rappresenterebbe un cambio di passo da parte dell’autorità verso una concreta attività dissuasiva senza penalizzare attività che costituiscono una sana risorsa economica per cittadini, lavoratori e turisti che la vivono quotidianamente. Saremmo davvero molto rammaricati se, in mancanza di un più efficace e performante intervento congiunto delle autorità competenti con l’ausilio delle forze di polizia, fossimo costretti ad abbandonare per sempre questa meravigliosa città. Opzione che ad oggi appare più che plausibile, a differenza di tutte le altre città e stazioni, dove operiamo con circa 30 punti vendita e impiegando oltre 140 persone (di cui 15 nella città di Verona) e dove le nostre attività si svolgono in una normale quotidianità.

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