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A Veronafiere

Da Matera a Belfiore, i volti e voci della protesta degli agricoltori

di Luca Fiorin
«Frutta e verdura nei supermercati hanno prezzi centinaia di volte più alti di quelli pagati a chi vive lavorando la terra»
Da sinistra: Michele Morini, Maristella Padovani e Mattia Martinelli a Veronafiere
Da sinistra: Michele Morini, Maristella Padovani e Mattia Martinelli a Veronafiere
Da sinistra: Michele Morini, Maristella Padovani e Mattia Martinelli a Veronafiere
Da sinistra: Michele Morini, Maristella Padovani e Mattia Martinelli a Veronafiere

Imprenditori agricoli arrabbiati, più che preoccupati, ma anche cittadini che hanno deciso di esserci perché temono l’insorgere di problemi nell’approvvigionamento dei prodotti alimentari.

C’erano loro al presidio di ieri mattina davanti alla fiera di Verona. Un’iniziativa senza sigle, e piuttosto ostile nei confronti delle associazioni agricole, alla quale hanno partecipato coltivatori arrivati anche da lontano.

È il caso di Giuseppe Corrado, che ha un’azienda agricola a Nova Siri, in provincia di Matera. «Sono qui perché è importante far sapere che il mondo degli agricoltori chiede un cambio di passo», spiega, precisando che era a Verona anche in rappresentanza di coloro che stanno manifestando in Basilicata, dove sono stati portati i trattori lungo le strade e dove ci sono stati incontri con le istituzioni.

Da tutta Italia a Veronafiere

Certo non ha fatto poca strada neanche Denis Franchini, frutticoltore che ha la propria impresa a Forlì e che alle ragioni che accomunavano tutti i presenti all’iniziativa ne ha aggiunta anche una particolare. «Oltre ad affrontare i problemi generalizzati delle attività agricole», esordisce, «in Romagna continuiamo a dover fare i conti con le conseguenze dell’alluvione del maggio 2023, visto che finora non abbiamo visto nemmeno un centesimo degli indennizzi annunciati». E conclude: «Noi stiamo andando avanti a lavorare, perché questo è quello che sappiamo fare, ma senza dubbio la situazione è molto dura».

Per Carlo Manzari, che nella sua azienda di Ceneselli, in provincia di Rovigo, realizza coltivazioni biologiche ed alleva bovini, «non è più possibile investire 10 e portare a casa 8, come siamo costretti a fare da tempo. Non c’è più tempo», aggiunge, «è necessario che vengano attuate misure che portino alla valorizzazione del comparto agricolo».

Fabrizio Martinelli è di Ostiglia, Comune del Mantovano, ed oltre ad essere un produttore svolge anche lavori per altre aziende. «Chi lavora in campagna lo sta facendo per poi arrivare a vendere i prodotti che sono sottopagati», le sue parole. «Purtroppo i consumatori finali non sanno di questa situazione, ma in realtà acquistano nei supermercati la frutta e la verdura a prezzi che sono centinaia di volte più elevati di quelli che vengono pagati a chi lavora la terra». E spiega che anche chi, come lui, opera come contoterzista, deve affrontare problemi economici seri.

«Tutto questo», conclude, «sta avvenendo senza che ci sia una rappresentanza adeguata da parte delle associazioni di categoria principali».

I veronesi in prima linea

Se fra i tanti agricoltori veronesi che ieri manifestavano va certo citato il ceretano Giorgio Bissoli, che è anche questa volta in prima linea, come peraltro fa da anni, nelle azioni non sostenute dai sodalizi degli imprenditori agricoli, è da sottolineare che ce n’erano anche alcuni molto giovani.

Come, ad esempio, Mattia Martinelli che a Caldiero produce ortaggi e frutta, e Michele Morini, che a Belfiore si occupa di seminativi ed allevamento. «Noi siamo costretti ad andare a vendere ai mercati a chilometro zero per prendere qualcosa in più, visto che i commercianti offrono cifre molto basse», dice il primo. Mentre il secondo obbietta con il fatto che «vengono acquistati dall’estero prodotti che costano meno di quelli italiani, ma crescono grazie all’uso di pesticidi».

Va detto, infine, che al presidio c’erano anche persone che in campagna non lavorano, ma sentono loro le ragioni degli agricoltori. «Sono qui anche perché sono preoccupata che andando avanti così si arrivi a non avere più cibo a sufficienza per tutti», spiegava Maristella Padovani. Mentre un’altra veronese, Caterina Danzi, esprime la sua contrarietà agli alimenti a base di insetti.
 

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