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Sanità

Si allarga l'emergenza: a Verona oltre ventimila cittadini senza medico di famiglia

Nel 2023 andranno in pensione fino a 60 medici. In arrivo tre nuovi team di distretto a Isola, Vigasio e Bovolone
Medico di medicina generale in un'immagine simbolica
Medico di medicina generale in un'immagine simbolica
Medico di medicina generale in un'immagine simbolica
Medico di medicina generale in un'immagine simbolica

L'emergenza medici di medicina generale è in continua evoluzione. Ad oggi sono 19.500 i veronesi senza medico di famiglia, ma che possono avvalersi del servizio di medicina distrettuale. Di questi, seimila vivono in città e gli altri distribuiti un po' in tutta la provincia. A fronte degli otto pensionamenti in corso tra gennaio e febbraio, vanno aggiunte però altre 4.500 persone che a breve perderanno il professionista di riferimento e passeranno al servizio distrettuale, che sta per aprire una nuova sede a Vigasio, un'altra a Bovolone (per sostituire il dottor Maraffetti) e un secondo team negli ambulatori di Isola della Scala.

Ci sono poi 1.100 cittadini, residenti a Trengago, rimasti senza medico e che non hanno nemmeno accesso alla medicina distrettuale: costretti quindi, per qualsiasi necessità di salute, a rivolgersi al servizio di continuità assistenziale (di notte e nei festivi) oppure ai pronto soccorso. «Ma solo fino all'8 febbraio», precisa Paolo Barbieri della Direzione amministrativa dell'Ulss 9, il funzionario in grado di tenere il conto di «entrate e uscite» in questo continuo assestarsi della rete della medicina territoriale. «In quella data entrerà in servizio un giovane professionista, con incarico di un anno», assicura.

 

Il domino di Valeggio

Intanto un altro caso da gestire si verrà a creare dal primo febbraio a Valeggio, in una sorta di domino delle assegnazioni. Una dottoressa proveniente da Isola della Scala prenderà servizio a Valeggio sostituendo un collega che andrà in pensione. A Isola della Scala partirà così il raddoppio del team di medicina distrettuale; a Valeggio però non tutti i 1.500 assistiti troveranno risposta con la nuova professionista, che essendo ancora in formazione non può seguire più di mille pazienti.

«Lavoreremo per spostare gli altri 500 assistiti verso i medici di Castelnuovo e Peschiera», fa presente il dottor Barbieri, «perché là ci sono professionisti con ampia disponibilità».

 

Il nodo della Bassa

Anche nella Bassa sono previsti assestamenti imminenti. «Attualmente circa novemila persone sono senza medico», specifica il dottor Claudio Coppo direttore delle cure primarie del terzo distretto, «ma considerando l'ingresso di una nuova dottoressa a Legnago, al più tardi dal primo marzo, presto si ridurranno a ottomila».

Perché, va ricordato, il servizio di medicina distrettuale continua ad essere un sistema per tamponare la carenza di medici titolari. Questi devono rispondere ai bandi per le zone carenti, che vengono pubblicati tre volte all'anno, ed essere medici di medicina generale specializzati o in corso di completamento dei tre anni di specializzazione. Ma, ormai è arcinoto, i medici appartenenti a questa categoria non sono assolutamente sufficienti a coprire le esigenze dei tanti pensionamenti in arrivo, si calcola che solo nel corso del 2023 potrebbero essere ben 60 in tutta la provincia.

 

Le possibili soluzioni all'emergenza

L'altra strada dunque è quella dell'assegnazione provvisoria di incarichi di medicina generale per un anno, aperta ad esempio anche ai neolaureati. La terza, che il Veronese sta sperimentando ormai da giugno con centro pilota a Nogara, è l'istituzione di team di medici di servizio distrettuale, uno ogni 1.500 assistiti senza titolare. Le sedi sono 11 e diventeranno 13, indirizzi e orari sono consultabili sul sito dell'Ulss 9.

La graduatoria in questo caso ha le stesse caratteristiche di quella utilizzata per il servizio di continuità assistenziale (le vecchie guardie mediche). Ogni team è composto da tre medici che insieme garantiscono la copertura di 40 ore di assistenza settimanali..

Francesca Mazzola

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