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Il caso

Si fa largo l’ipotesi di una nuova Stella. L'assessore: «Il referendum? Non serve»

Dopo l’idea lanciata dall’archistar Fuksas sul nostro giornale, in seguito alla caduta dei pezzi in Arena, si apre il dibattito sul futuro della cometa di acciaio
Il cantiere sotto sequestro
Il cantiere sotto sequestro
Il cantiere sotto sequestro
Il cantiere sotto sequestro

La parola ai veronesi? Un referendum per decidere se installare ancora o meno la stella cometa sull’Arena, nel prossimo Natale? «La stella è ormai un simbolo della città e i veronesi ci tengono molto, ma tanto più dopo quanto è successo la decisione spetta all’Amministrazione comunale, certo dopo aver valutato bene tutti gli aspetti legati a questa struttura. E si possono valutare nuove soluzioni».

L’assessore alla cultura e al turismo Marta Ugolini commenta così la proposta lanciata su L’Arena di ieri dall’archistar Massimiliano Fuksas. Dopo la caduta di parte della struttura in acciaio nell’Arena, dove ha danneggiato i gradoni, quando ha detto Fuksas fa discutere. Nel frattempo in diecimila hanno partecipato al sondaggio lanciato sul sito web de L’Arena, da cui emerge che oltre tre quarti vorrebbero mantenere la stella. Diventata un simbolo di Verona nel mondo legata al simbolo per eccellenza, l’Arena.

 

Un pezzo di storia della città

Del resto l’attaccamento di Verona alla cometa si è già manifestato in passato. Progettata dall’architetto Rinaldo Olivieri su un’idea del segretario della Fondazione Verona per l’Arena Alfredo Troisi, la stella fu costruita con l’acciaio prodotto dall’imprenditore Giuseppe Manni, scomparso proprio ieri. Alta 70 metri e lunga 82 metri, con punbte fino a 22, con ottanta tonnellate di acciaio e 2.500 bulloni, la stella fu installata per la prima volta nel 1984. Legata alla Rassegna dei presepi negli arcovoli, fu messa però in discussione sul finire degli anni ’90.

Si valutava allora il limite dell’uso dell’Arena, anche con la Soprintendenza archeologica, paventando anche di non installare più la cometa. Il nostro giornale all’epoca fece un sondaggio con i lettori, i quali con un plebiscito dichiararono: «Giù le mani dalla stella!», titolò L’Arena, sintetizzando l’esito della consultazione. Stavolta però la riflessione e l’idea di un referendum da far indire dal Comune nasce dopo un incidente, che ha danneggiato il monumento romano di duemila anni.

Meta di decine di migliaia di visitatori, tempio dell’opera lirica e dei concerti. E per fortuna non c’è stato alcun incidente a persone. Tra l’altro in questi giorni, mentre proseguono i cantieri per consolidare il monumento nei gradoni, negli arcovoli, e per altre manutenzioni di impianti grazie ai 14 milioni dell’art Bonus, si sta iniziando a progettare le cerimonie finale delle Olimpiadi di Milano e Cortina 2026 e quella iniziale della Paralimpiadi.

 

Le Olimpiadi in Arena

Gli eventi si svolgeranno in Arena e in piazza Bra, che dovranno essere senza barriere architettoniche e accessibili a tutti. Inoltre Soprintendenza, Comune proprietario dell’Arena, Fondazione lirica Arena e Arena di Verona srl, stanno mettendo mano alla revisione del regolamento per l’utilizzo dell’anfiteatro, della Bra dove vengono deposte le scenografie durante il festival, e anche delle zone limitrofe. L’Amministrazione però sta valutando, anche in attesa di sviluppi delle indagini sull’accaduto. No quindi al referendum.

«Mi parrebbe una iniziativa fintamente democratica», spiega la Ugolini, «perché di certe domande si sa già quale risposte avranno e quindi non ha senso porle. Piuttosto, condivido la proposta degli ordini degli architetti e di quello degli ingegneri, e che altri hanno lanciato in questi giorni, di valutare, magari con un concorso di idee, un’altra stella cometa, con materiale e costi più sostenibili», prosegue, «comunque valutando bene l’accostamento antico e moderno». Il montaggio e lo smontaggio della cometa costa, alla Fondazione Verona per l’Arena, quarantamila euro. Ora: sì alla stella, ma un’altra? L’idea sembra fare strada.

Enrico Giardini

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