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Le torture in questura a Verona

Schiaffi e calci agli arrestati mentre erano a terra: chiesto il processo per due poliziotti

di Fabiana Marcolini
Accusati di alcuni episodi di falso e del reato di tortura, erano stati arrestati insieme ad altri tre colleghi il 6 giugno

Violenze avvenute all’interno della stanza dei fermati in Questura a Verona: Alessandro Migliore, 25 anni, e Loris Colpini di 52 sono gli unici agenti delle Volanti ancora agli arresti domiciliari.

Accusati di alcuni episodi di falso e del reato di tortura (il più grave e che è a sostegno della misura di custodia), erano stati arrestati insieme ad altri tre colleghi il 6 giugno nell’ambito dell’indagine sui comportamenti che alcuni poliziotti avevano adottato nei confronti dei fermati, per lo più stranieri senza fissa dimora, ma solo per loro due i pm Carlo Boranga e Chiara Bisso hanno chiesto il giudizio immediato.

La richiesta risale al 20 novembre (mentre era ancora in corso l’incidente probatorio finalizzato a fissare le deposizioni delle persone offese, ovvero coloro che erano stati umiliati, sottoposti a trattamenti degradanti e picchiati) e il gip Livia Magri alcuni giorni fa ha firmato il decreto e, se non si avvarranno di riti alternativi, per loro il processo inizierà il 5 marzo davanti al collegio presieduto da Raffaele Ferraro.

 

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Le accuse

Solo un’ipotesi di reato è contestata a entrambi in concorso e riguarda l’episodio del 14 ottobre 2022 ai danni di Nicolae Daju: nel verbale di accertamento della violazione amministrativa per manifesta ubriachezza contestata al cinquantenne rumeno sostennero che si era rifiutato di firmare gli atti mentre, sostiene la Procura, gli erano stati messi in tasca al momento del rilascio.

Rifiuto e omissione di atti d’ufficio, falso, peculato e tortura le accuse mosse ad Alessandro Migliore (difesa Marco Pezzotti e Carlo Alberto Lerco). In particolare le prime tre contestazioni riguardano l’intervento del 24 marzo a casa di Artan Bajraktari, a Villafranca. Due le pattuglie sul posto (i suoi tre colleghi sono stati sospesi per un anno) e i pm sostengono che la perquisizione finalizzata alla ricerca di armi venne interrotta perché Artan era un conoscente (lavorava in una discoteca, lo informava sulle serate e gli faceva saltare la fila), che non vennero sequestrati oggetti da scasso, cacciaviti e un cutter.

 

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La tortura

Per quel che riguarda la tortura due i fermati che malmenò: in Questura colpì Mattia T. con uno schiaffo violento al punto da fargli perdere i sensi e istigò un collega a infierire sul giovane a terra che venne preso a calci sulla schiena.

Il secondo riguarda Nicolae Daju, sul quale infierì anche Colpini (Filippo Vicentini il suo legale), all’interno della stanza fermati: utilizzarono lo spray al peperoncino, lo gettarono a terra e poi lo colpirono nuovamente. Era ubriaco, aveva urinato in un angolo e a quel punto Colpini lo «usò» come uno straccio per pulire il pavimento.

L’indagine era iniziata e tutto venne ripreso dalle telecamere

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