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sorelle da 110 e lode

Mirabella e Stephany, doppia «corona»: «Il nostro segreto? Impegno, resilienza e la diversità, che è una ricchezza»

Vivono a Borgo Trento e hanno 26 e 24 anni. Si sono laureate in Medicina e Lingue. Sono le maggiori di cinque fratelli
Mirabella (a sinistra) e Stephany e le due sorelle nel giorno della laurea
Mirabella (a sinistra) e Stephany e le due sorelle nel giorno della laurea
Mirabella (a sinistra) e Stephany e le due sorelle nel giorno della laurea
Mirabella (a sinistra) e Stephany e le due sorelle nel giorno della laurea

Due corone d’alloro nel giro di due anni; due certificati di laurea su cui spiccano due 110 e lode. Due sorelle: Mirabella e Stephany Ezenwa, di 26 e 24 anni; la prima laureata da pochi giorni in Medicina e Chirurgia all’Università di Brescia, la seconda dottoressa in Lingue e culture per il turismo e il commercio internazionale, titolo conseguito nel 2022 all’ateneo veronese grazie alla conoscenza fluente di inglese e francese, oltre che spagnolo e portoghese.

Una soddisfazione enorme per papà Daniel, operaio, e mamma Jennifer, operatrice socio-sanitaria, arrivati a Verona dalla Nigeria, tanti anni fa, per cercare un futuro migliore.

Nuovi italiani

Potrebbe essere «solo» una storia di ammirevole impegno, di una dedizione allo studio promossa in famiglia e praticata rigorosamente dai figli. Ma in questo caso, i traguardi delle sorelle Ezenwa – le maggiori di cinque fratelli – raccontano qualcosa in più: l’evoluzione della società, l’infrangersi degli stereotipi, il valore aggiunto apportato dai «nuovi» italiani (Mirabella e Stephany hanno acquisito la cittadinanza alla maggiore età, pur essendo nate qui).

Della Nigeria, le due giovani serbano il ricordo delle «vacanze di Natale trascorse dalla nonna e dai parenti a Ifitedunu», cittadina nel sud del Paese: «Al villaggio», come lo chiamano, «perché è distante dalle città più grandi. Ci siamo state tre o quattro volte». Ma a parte queste parentesi, la loro vita è iniziata e si è sviluppata totalmente a Borgo Roma; almeno fino al 2020, quando si sono trasferite a Borgo Trento.

L'infanzia a Borgo Roma, quartiere multietnico

Com’è trascorsa l’infanzia nel quartiere multietnico per eccellenza? «Senza particolari problemi. Ricordo che alle scuole medie, in classe, eravamo di molte provenienze differenti. Questa “varietà” normalizzava tutto ed evitava a ciascuno di sentirsi un pesce fuor d’acqua», risponde Mirabella. Poi precisa: «Un po’ più difficile era stato prima, da piccola: quando, all’asilo, avevo iniziato a notare che i miei capelli erano diversi, particolari; oppure che alcuni bambini possedevano molti più giocattoli di me. Mi sentivo un po’ in difetto. Ma in seguito, crescendo, ho colto questa diversità come una ricchezza».

Ovvero? «Ho capito, per esempio, che per me è facile relazionarmi sia con gli autoctoni sia con persone di origine straniera. Conosco e mi trovo a mio agio in più contesti culturali, e questo lo considero un vantaggio».

Studentesse modello

Papà Daniel, non senza una certa emozione nella voce, testimonia che le sue “bambine” sono sempre state studentesse modello. Loro ridono; ma quanto hanno influito i genitori su questa loro attitudine? Le parole d’ordine, in casa Ezenwa, sono «impegno, rispetto e resilienza, quella elasticità che permette di non farsi bloccare dagli eventi avversi» sottolinea Stephany.

«Mamma e papà hanno sempre tenuto moltissimo alla nostra formazione, senza risparmiarsi sacrifici. Ci hanno lasciate libere di assecondare le nostre inclinazioni e di scegliere la facoltà universitaria che più ci piaceva; purché portassimo a termine gli studi».

Certo è che le sorelle Ezenwa hanno saputo valorizzare la propria intelligenza, senza perdere tempo; ma hanno coltivato anche le proprie passioni. Stephany ha studiato violino al conservatorio. Entrambe cantano in un coro e sono attive nell’associazione AfroVeronesi – la stessa in cui milita la consigliera comunale Veronica Atitsogbe – che unisce italiani di seconda generazione nell’organizzazione di iniziative culturali e ludiche.

Nuovi traguardi

Centrato l’obiettivo laurea, ora ci sono nuovi traguardi cui puntare: «Durante l’università ho lavorato in un call center e poi come mediatrice culturale, professione che svolgo tuttora. Ma», rivela Stephany, «sogno un posto in un’azienda che mi permetta di sfruttare a pieno la mia conoscenza delle lingue e magari di viaggiare».

Mirabella è già sul pezzo: «Mi sto preparando al test d’ingresso per la specializzazione in Ginecologia. Mi piace l’idea di occuparmi delle donne e della loro salute». E poi? Trasferimento all’estero come molti giovani neolaureati? «Preferibilmente no», rispondono le due sorelle. «Amiamo l’Italia, Verona, e stiamo bene qui».

 

Lorenza Costantino

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