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LA TESTIMONIANZA

«Sberle e urla, una vera furia. Succede sempre più spesso»

Il titolare della gelateria Savoia racconta l’aggressione
Marco Savoia, titolare dell'omonima gelateria che ha assistito ai fatti (MArchiori)
Marco Savoia, titolare dell'omonima gelateria che ha assistito ai fatti (MArchiori)
Marco Savoia, titolare dell'omonima gelateria che ha assistito ai fatti (MArchiori)
Marco Savoia, titolare dell'omonima gelateria che ha assistito ai fatti (MArchiori)

Anche Marco Savoia, titolare dell’omonima gelateria in via Roma, era «sconvolto». Di più, dice: «esterrefatto», «incredulo», «preoccupato» e «tanto tanto impressionato perchè, se siamo arrivati a questo punto, in pieno centro, alla luce del sole, con i soldati sul Liston e la piazza stracolma di gente, allora può succedere di tutto». E sospira: «Se ci fosse stato un coltello, diventava una tragedia».

Ieri pomeriggio stava lavorando quando, intorno alle 18.15, ha sentito urlare «in modo anomalo» appena fuori dal negozio. «Sono uscito a vedere cosa stesse succedendo», racconta, «e mi sono trovato davanti ad una scena assurda: una ragazza scatenata che imprecava, gridava e menava le mani contro un maschio, credo più o meno della stessa età, sostenuta da un amico che la aiutava nell’aggressione. Non credo fosse maggiorenne, dalla faccia avrà sì e no 16 anni. Diceva cose irripetibili, una furia, per niente intimorita: calci, pugni, sberle... Ad un certo punto un signore (è Fiorenzo Prealta, ndr) è intervenuto nella rissa per difendere il ragazzo di colore», continua Savoia, «io pure mi sono messo a dire “basta, smettetela“, stanno arrivando i carabinieri e i vigili, ma niente, nessun effetto. Lei ha continuato, spostando poi tutta la rabbia e la violenza sul soccorritore, che le ha prese pure lui. Poi è scappata e ci siamo tutti dedicati al ferito, in attesa dell’ambulanza».

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Savoia riferisce i dettagli: «Gli abbiamo chiesto cosa fosse successo, ci ha biascicato che gli avevano rubato il monopattino e che, proprio perchè si era ribellato, l’avevano pestato. Sono subito arrivati i carabinieri e lo abbiamo affidato a loro. Povero ragazzo, era sotto choch». E Renato, un altro testimone: «Questa è la classica “vittima“ individuata non a caso dalle bande di ragazzini che qui scorazzano e che sono diventate il terrore dei loro coetanei: si prendono ciò che vogliono e se trovano resistenza usano la violenza, sono in tanti contro uno, hanno gioco facile...». Di nuovo Savoia: «La ragazza e il suo complice sono scappati appena si sono sentite le sirene. E comunque qui, tutti i giorni, purtroppo, succedono cose spiacevoli, non gravi come questa, ma gente che urla, che scappa, altra che insegue. Tutti i giorni». •.

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