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La diretta dello scrittore

Saviano: «Mi sento ancora veronese e tornerò a Verona non appena potrò»

La diretta Instagram di Roberto Saviano sulla revoca della cittadinanza
La diretta Instagram di Roberto Saviano sulla revoca della cittadinanza
La diretta Instagram di Roberto Saviano sulla revoca della cittadinanza
La diretta Instagram di Roberto Saviano sulla revoca della cittadinanza

Roberto Saviano non molla la presa. Dopo aver definito Verona «migliore dei guitti che la rappresentano», in seguito alla revoca della cittadinanza onoraria da parte del consiglio comunale, torna alla carica e dedica alla questione un'intera diretta Instagram, di quasi un'ora, per dire che continua a sentirsi cittadino veronese e che proprio a Verona verrà non appena possibile. 

 

«Forse mi avevano scritto a matita nell'anagrafe veronese», ironizza Saviano, «ma si continua, la cittadinanza va oltre gli amministratori che la cancellano perché hai osato criticare il loro capo». E prosegue:  «Non sono più veronese. Sì, ero veronese dall'11 dicembre del 2008. Verona è una città importante, dalla grande storia, e mi sentivo veronese. Lo so che sembra una battuta, ma la cittadinanza onoraria è una cosa importante e seria. Ma prima delle cose serie parliamo di quelle che fanno un po' ridere, ovvero quest'ultima delibera del consiglio comunale di Verona che mi revoca la cittadinanza, poco prima di Natale in un momento in cui la città è pesantemente colpita dal Covid»

 

Saviano spiega al popolo di Instagram che il conferimento della cittadinanza è un gesto per dire a una persona che «la città è la tua lotta, che il tuo impegno è la nostra città, è un messaggio simbolico forte e importante, non è una cittadinanza vincolata, perché tu debba pensare in un modo o non possa dire quello che pensi. Te la diamo per il tuo impegno, nel mio caso contro la camorra».

 

Lo scrittore fa poi il lungo elenco delle città italiane che gli hanno conferito la cittadinanza e tra queste racconta che solo a Torino e a Ravenna alcuni consiglieri avevano proposto di ritirargliela. «I consiglieri della Lega di Torino e di Forza Italia di Ravenna hanno chiesto di revocarmi la cittadinanza. Mi colpì perché né a Torino né a Ravenna è mai stata chiesta la revoca della cittadinanza al Duce. Ebbene in queste due città non è mai stata revocata simbolicamente la cittadinanza a Mussolini. E' tutto simbolico. Per cui chiedo ai veronesi se anche a Verona era mai stata conferita la cittadinanza a Mussolini».   

 

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Saviano passa poi in rassegna la proposta di delibera del leghista Alberto Zelger e se la ride sull'accusa, riportata  come motivo di revoca, di aver difeso Mimmo Lucano, sindaco di Riace, e anche per aver sostenuto Carola Rakete.  E conferma poi un'altra accusa, ovvero  di essere a favore della legalizzazione delle droghe leggere e di aver detto che solo la legalizzazione di tutte le droghe toglierà potere alla criminalità organizzata.

 

«Confermo tutto, di aver criticato, non calunniato Salvini», incalza Saviano, «ho espresso opinioni su un politico e su un partito politico che mentono in continuazione. E sì, sono profondamente intollerante verso le idiozie del populismo politico. Queste sono accuse onorevoli!», dice glissando però sulla sua condanna per plagio anch'essa riportata nella delibera di Zelger.  

 

Saviano ammette di aver inizialmente riso all'iniziativa del consiglio comunale di Verona, ma poi spiega: «Perché invece di farci ridere questa cosa dovrebbe inquietarci? Perché questa cancellazione di cittadinanza fatta in tempo di pandemia è particolarmente grave. Perché il messaggio è: critica il capo e non sei più cittadino. Hai osato sostenere la Rakete? Via la cittadinanza....è una follia! La cittadinanza è legata alla tua opinione». 

 

Lo scrittore chiarisce poi che al momento del conferimento della cittadinanza non vi fu alcuna celebrazione, per questo non sarebbe venuto a Verona a ritirare la cittadinanza. E rimarca: «Al di là che Verona è assai di più dei suoi governanti, non è soltanto una  terra in mano a leghisti reazionari o fondamentalisti religiosi ed evasori sistematici, Verona è più grande dei suoi guitti che hanno fatto questa operazione assolutamente simbolica ma antidemocratica, questa cancellazione è ridicola perché viene in un momento drammatico. Per cui ci si chiede, per quale motivo? Beh, è un chiaro omaggio al capo politico. Credi, facendo un gesto del genere, di poter risultare più suddito più meritevole di ascolto» 

 

Saviano lancia poi una frecciata ai tifosi, sostenendo che il suo primo ricordo di Verona è quel gol da centrocampo segnato da Maradona al Verona. Gol che - ricorda - lo fece finire faccia a terra, lanciato dalle ginocchia del padre esultante.

 

E conclude: «Ringrazio tutti i veronesi che mi hanno dato solidarietà. Grazie ai veronesi rimasti disgustati, a  chi raccoglie firme e a chi ha compreso la gravità dell'atto.  Dietro c'è una operazione molto sporca. Non appena possibile verrò a Verona a presentare il mio ultimo libro nelle librerie e nelle scuole. Come dice il mio personaggio di Gomorra, vengo a ripigliarmi quello che è mio». E ride.

 

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