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Il piano nazionale di ripresa e resilienza

«Sapete cos'è?» Consiglieri comunali veronesi alla prova sul Pnrr

Lavori all'Arsenale (foto Marchiori)
Lavori all'Arsenale (foto Marchiori)
Lavori all'Arsenale (foto Marchiori)
Lavori all'Arsenale (foto Marchiori)

Pnrr, un acronimo tanto ostico da pronunciare quanto sfuggente può risultare il contenuto di quelle iniziali una volta srotolato per intero. Almeno per i veronesi, secondo l’indagine di Changes Unipol che li mette ai primi posti nella graduatoria di quelli che non hanno mai sentito parlare del Pnrr. Che non sanno nemmeno cosa sia. E in effetti, nei giorni scorsi, davanti ad alcune scuole superiori e all’Università, la maggior parte dei giovani interpellati non è riuscita a decifrare la sigla e tanto meno a spiegare che cosa nascondesse. Senza l’aiuto di smartphone e Google, il Pnrr sarebbe rimasto un’oscura cacofonia.
Eppure a questo “Piano nazionale di ripresa e resilienza“ l’Italia ha affidato le proprie sorti di rinascita post pandemia, 230 miliardi arrivati dall’Europa attraverso il programma Next Generation EU per finanziare progetti legati a sei macroaree d’intervento, sei “missioni“. È in ballo una ripresa del Pil di 3,6 punti percentuali da qui al 2026, sono in campo la politica, le amministrazioni locali, istituzioni e aziende in tutta Italia. E quindi, dopo gli studenti, siamo andati a sentire i politici eletti in Consiglio comunale a Palazzo Barbieri. Hanno chiaro cos’è il Pnrr? Sanno che a Verona altre istituzioni come l’Università stanno organizzandosi per i bandi? Conoscono le sei missioni? Verona ha già scommesso su qualche carta, ma finora il piatto piange: l’Arsenale attende 18 milioni dal profondo della posizione 1.897 nella lista dei progetti ammessi, 1.784 finanziati e gli altri in lista d’attesa, lo Skate Park di viale Galliano è un gradino più sotto.
Andrea Velardi della Lega è l’ideatore del parco della cultura urbana in zona piscine Lido. La sua definizione di resilienza può essere applicata all’auspicio che quei 700mila euro richiesti siano un giorno sbloccati: «Tien bòta e prima o poi te ghe ne vien fora». «Il piano di ripresa e resilienza dispone di fondi che a quanto so arrivano dall’Europa e vengono distribuiti nei vari Paesi. Serve a far ripartire l’Italia con progetti legati a sostenibilità, rigenerazione urbana e integrazione sociale. Le missioni? Cambiamento climatico e sostenibilità».
Paola Bressan di Forza Italia non ha dubbi: «Progetti come l’Arsenale sono già approvati, sono in lista d’attesa e verranno rifinanziati. In Comune ci sarà una regia unica per preparare i prossimi, se altri a Verona stanno partecipando ai bandi non saprei, forse le partecipate. Missioni? Direi integrazione sociale e rigenerazione urbana».
Michele Bertucco di Verona e Sinistra in Comune dà la notizia che Amia e Agsm dovrebbero partecipare a un bando del Pnrr, in scadenza il 14 febbraio, per la meccanizzazione della raccolta dei rifiuti. E aggiunge: «Il Pnrr è una leva per tutti i settori dell’economia, ma prende anche atto della difficoltà degli enti locali e li mette in condizione di fare programmi anche sul versante delle grandi opere e trasporti pubblici».
Gianmarco Padovani di Fratelli d’Italia, di mestiere farmacista, spiega: «Il Pnrr è nato per la ripresa dopo il Covid che ha esasperato una sofferenza preesistente dell’economia italiana». A suo parere il vero obiettivo è «una gigantesca implementazione della digitalizzazione, la prima delle missioni oltre a transazione ecologica, mobilità sostenibile, istruzione, inclusione sociale e salute». È l’unico che le cita a memoria senza l’immancabile pausa smartphone, mentre sulla resilienza ha gioco facile: «Su usa anche in medicina: la capacità di resistere a eventi traumatici non violenti ma che logorano».
Daniela Drudi della Lista Tosi si definisce «non espertissima» della materia, ma sull’Arsenale è lapidaria: «Non c’è un progetto con destinazione d’uso chiara e univoca, per forza poi si va a sbattere. Io a suo tempo avevo proposto di farne la sede del Museo di Storia Naturale...»
Molto critica Marta Vanzetto, Movimento 5 Stelle: «Il Pnrr è un’occasione per tutti, istituzioni e cittadini, ma anche per la criminalità economica che punta al business dove c’è denaro. Ora sembra che senza questi soldi l’Italia non riesca a fare nulla ed è aberrante. E cosa vuol dire transizione ecologica? Serve la rivoluzione ecologica... Resilienza? Una di quelle parole che si prendono dal nulla e si adattano a un contesto»
Sulla resilienza ha qualche difficoltà anche Paolo Meloni dello schieramento tosiano di Fare: «Parola complessa da spiegare... Il senso è: ammortizzare». Meloni è l’unico che cita il programma Nex Generation Eu come “madre“ europea dei fondi del Pnrr, si concede una pausa al computer per ricordare «le sei missioni», quindi spiega: «Il nostro gruppo ha idee su come declinarle in progetti per la città. Se a Verona altri concorrono a bandi? Mi pare che Agec potesse ma non l’ha fatto...»
A Roberto Simeoni di Battiti il premio sincerità: «Sono un po’ ignorante in materia. Se c’è da parlare di sicurezza, eccomi qua. Ma dire cose tanto per dire, preferisco di no».
Anna Grassi, capogruppo della Lega, ammette: «Mi trova un po’ in contropiede sul tema». È «impreparata» sulle sei missioni («sicuramente la resilienza...»), ma poi si rifà con «la speranza che Arsenale e Skate Park vengano ripescati. Sono proposte che vanno anche nella direzione di contrastare un’emergenza sociale, sarebbe bello che un parco urbano togliesse dalla strada ragazzini che alle tre di pomeriggio si trovano a sballarsi di alcolici». La resilienza? «Come spiegare... è un concetto che un po’ supera quello di sostenibilità»
Federico Benini, capogruppo del Pd, è didascalico: «L’Italia ha 250 miliardi da spendere. I Comuni presentano progetti, i progetti ritenuti adeguati ricevono un punteggio in base al quale si fa la graduatoria. Più punti hai, più rientri entro la cifra stanziata. Altri enti in città? No, che io sappia. Resilienza? Capacità di far fronte alle difficoltà adattandosi ad esse».

Bonifacio Pignatti

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