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giovani protagonisti della memoria

Gli studenti e i loro coetanei di 80 anni fa: da Ferraris e Marconi un itinerario interattivo sui luoghi simbolo della Resistenza

Aned ha coinvolto Ferraris e Marconi: gli studenti hanno ricostruito la storia dei ragazzi che si opposero al regime e furono deportati e metteranno a disposizione una App con un Cicerone virtuale
La città e la storia: il palazzo ex Ina in corso Porta Nuova
La città e la storia: il palazzo ex Ina in corso Porta Nuova
La città e la storia: il palazzo ex Ina in corso Porta Nuova
La città e la storia: il palazzo ex Ina in corso Porta Nuova

Da piazza delle Poste al carcere degli Scalzi, strade ed edifici che raccontano la Storia diventano itinerario interattivo alla scoperta dei luoghi veronesi simbolo della Resistenza, delle deportazioni e della Liberazione.

Protagonisti della Memoria

Lo sta realizzando un gruppo di studenti delle superiori che partecipa al progetto «Giovani protagonisti della Memoria», promosso dall’Aned (Associazione nazionale ex deportati) con l’obiettivo di coinvolgere ragazzi e ragazze nella ricostruzione del ruolo avuto dai loro coetanei negli anni del fascismo.

«Ci impegniamo a far rivivere le storie dei giovanissimi studenti che scelsero di porsi dalla parte giusta della Storia, quella che ha portato alla Costituzione repubblicana, attraverso la partecipazione attiva dei ragazzi di oggi», sintetizza Marco Menin professore in pensione e referente del progetto insieme a Tiziana Valpiana.

L’iniziativa, cominciata con un percorso di formazione comune sul periodo della Seconda guerra mondiale, ha coinvolto due classi degli istituti tecnici Ferraris e Marconi.

 

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Ferraris e Marconi, studenti al lavoro

Gli studenti della 4a°E del Ferraris hanno indagato su quanti, nella loro scuola, furono protagonisti della Resistenza. «Hanno studiato le vicende di oltre venti resistenti, fra cui gli studenti Gino Spiazzi ed Ennio Trivellin e i professori Giovanni Dean, che infondeva nei giovani lo spirito critico e l’amore per la libertà attraverso lo studio della letteratura, e Berto Perotti, che rifiutò l’iscrizione al partito nazionale fascista e per questo fu licenziato. Tutti loro conobbero il carcere e i tre più giovani furono deportati: Perotti a Bolzano, Spiazzi a Flossenburg e Trivellin a Mauthausen», spiega Menin.

Cicerone virtuale

Contestualmente, i compagni della 4a AI del Marconi hanno lavorato alla «Guida alla Verona fra la Resistenza, le Deportazioni e la Liberazione», che diventerà una pagina web e una App da scaricare per visitare la città guidati da un cicerone virtuale.

«Il racconto», puntualizza Menin, «partirà dalla scalinata del Ferraris per poi snodarsi attraverso i luoghi della prima resistenza del 9 settembre 1943, piazza delle Poste e la caserma Passalacqua, fino a Castelvecchio e al carcere degli Scalzi, legati alla memoria del processo ai gerarchi fascisti».

Il palazzo ex Ina

E prosegue: «Poi il palazzo ex Ina, centro dell’apparato repressivo nazista in Italia, e i luoghi simbolo del fascismo, come l’Ufficio politico investigativo al Teatro Romano. Ancora, la Sinagoga e la Questura, dove alcuni funzionari, riconosciuti ”giusti fra le nazioni”, si misero di traverso e riuscirono a salvare decine di ebrei veronesi».

Tutto è stato approfondito anche grazie alle testimonianze delle figlie di Dean, Trivellin, Spiazzi e Perotti, che hanno incontrato gli studenti per raccontare le esperienze dei loro padri e di come queste abbiano trasmesso loro il valore della scelta. «Vivono in regioni diverse e mai finora avevano avuto l’opportunità di incontrarsi», sottolinea Menin.

Per concludere, tutto il gruppo si recherà a visitare i luoghi «testimoni» della deportazione. «All’inizio di maggio andremo insieme a visitare quello che rimane del lager di Bolzano, Mauthausen e Gusen. Alla fine di maggio, poi, il lavoro sarà presentato alla città e alle scuole», conclude.

Laura Perina

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