Sofia Modenese, portavoce dell'associazione Yanez! Verona ha appena lanciato un appello in piazza Bra per tornare a chiedere la cosiddetta Casa del rider.
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Dopo il caso sollevato dall'ex assessore Andrea Bassi sul ciclofattorino costretto a percorrere 50 chilometri per un consegna, e la dichiarazione dello stesso rider che rivendica l'amore per il suo lavoro, per Yanez e Fit Cgil è infatti giunto il momento di aprire un tavolo di confronto con il Comune non certo per boicottare il lavoro di corriere tramite app, quanto per regolamentare una tipologia di servizio che presenta ancora molte zone d'ombra per la tutela della dignità di chi si presta a svolgerlo.
«Serve uno spazio pratico, sicuro e utile per la socializzazione dei molti giovani che si prestano al servizio», evidenzia Modenese. «La maggior parte sono stranieri e ventenni ed è importante che siano sostenuti nella rivendicazione dei loro diritti».