<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La storia

Dopo tanta attesa, un cuore nuovo per Olimpia: il trapianto è riuscito. Il regalo più bello per i suoi 4 anni

Olimpia dopo l'operazione (a sinistra) e prima (a destra)
Olimpia dopo l'operazione (a sinistra) e prima (a destra)
Olimpia dopo l'operazione (a sinistra) e prima (a destra)
Olimpia dopo l'operazione (a sinistra) e prima (a destra)

Ce l’ha fatta. Olimpia ora ha un cuore nuovo. L’ha ricevuto due settimane fa dopo averlo atteso per otto mesi, interminabili, ricoverata nella terapia intensiva Cardiotoracovascolare dell’ospedale di Borgo Trento. 

 

L'attesa di Olimpia 

Otto mesi difficili per le sue condizioni di salute - una cardiomiopatia dilatativa grave diagnosticata già in gravidanza - che solo una donazione di organo poteva risolvere. Per salvare Olimpia, un altro bambino è dovuto morire. Per permettere a lei di continuare a vivere, altri genitori disperati hanno dovuto dire quel «sì» che ci vuole tanto coraggio a pronunciare, compiendo il più generoso e sovraumano gesto nella tragedia della perdita di un figlio.

I trapianti pediatrici sono, nella generale emergenza nazionale di carenza di organi, un problema nel problema. In Italia di interventi come quello di Olimpia se ne fanno dodici, massimo 15, all’anno. Solo un terzo dei bambini in lista d’attesa riceve «il dono», come ama chiamarlo mamma Giulia, per i restanti non arriva. Sensibilizzare sulla donazione pediatrica è l’impegno che la famiglia della piccola, già da tempo, e adesso ancora di più, ha scelto di far diventare una priorità. Per tutte quelle creature, la maggior parte, a cui è negata una seconda possibilità, quella che invece ha avuto la loro bimba diventata la mascotte di medici, infermieri e operatori dell’Azienda ospedaliera.

Il responso dei medici

«Olimpia è brillante, solare, piena di vita, una combattente», hanno sorriso i chirurghi che l’hanno trapiantata, «il percorso post-operatorio è regolare, la stiamo preparando ad uscire dalla terapia intensiva per il trasferimento in reparto, che sarà vicino. E se continua così, nel giro di due settimane è anche possibile che torni a casa». 

Il professor Giovanni Battista Luciani, direttore della Cardiochirurgia dell’Aoui e il professor Leonardo Gottin direttore dell’Anestesia e Terapia Intensiva Cardiotoracovascolare, sono soddisfatti. «È una bambina forte, l’ha dimostrato prima durante gli otto mesi di ricovero, che a quest’età non è sempre facile gestire», spiegano, «e lo sta confermando adesso. È di una simpatia e di una solarità che conquistano». 
Dopo otto mesi da funambola, tra ricadute, crisi e speranze in quella telefonata che non arrivava mai, Olimpia il 28 dicembre all’alba è entrata in sala operatoria. «Il dono» inatteso era arrivato. Dodici ore sotto ai ferri e una equipe coordinata da Luciani e Gottin composta da decine e decine di professionisti: cardiochirurghi, cardiologi pediatri, anestesisti, radiologi, infermieri, tecnici di perfusione, fisioterapisti e, nel lungo periodo “preparatorio“ e adesso in quello “post“, gli psicologi.

«Un lavoro di squadra che è iniziato quando abbiamo messo in lista d’attesa la bimba», ribadiscono i due primari, «e che ci ha permesso, mettendo insieme le grandi professionalità di questa azienda, di arrivare all’eccellente risultato di oggi, con Olimpia che a distanza di due settimane dal trapianto sta reagendo bene». È la sanità eccellente di Verona che ha permesso l’ennesimo risultato di successo. Dal 2022-2023, da quando in Aoui è iniziata l’attività trapiantologica cardiaca pediatrica, quello del 28 dicembre è stato il quarto intervento. Un risultato importante, destinato se il trend di donazioni dovesse Come detto, in tutta Italia se ne fanno 12 all’anno. 

Il compleanno di Olimpia

Ieri, 10 gennaio, Olimpia ha compiuto 4 anni. E nella sua stanza, nella terapia intensiva del professor Gottin, mamma e papà rigorosamente protetti da camici e mascherine, con l’ok dei medici le hanno organizzato una piccola festa. Sul suo letto palloncini, candeline e dolci. In testa, la coroncina da principessa. «Olimpia lo è», dice mamma Giulia da otto mesi al fianco della figlia, giorno e notte, «ci sta sorprendendo tutti, sta davvero affrontando in maniera straordinaria le sue Olimpiadi per la vita. Mai nome poteva essere più giusto».

Era fiduciosa, anche nei momenti più difficili durante il lungo ricovero, diceva che «Olimpia è venuta al mondo per restarci». «Il dono arriverà», ecco la speranza che ha tenuto in piedi la famiglia, «perchè nonostante la diagnosi infausta, nonostante abbia conosciuto la sofferenza, lei per prima e noi al suo fianco abbiamo lottato aspettando il cuore nuove: sentivamo che, prima o poi, sarebbe arrivato». Il 28 dicembre, dopo 12 ore sotto ai ferri, Olimpia è rinata per la seconda volta.

Le congratulazioni del governatore Zaia

“Quando una bimba di pochi anni, ricoverata da otto mesi nel reparto di terapia intensiva in attesa di un trapianto di cuore, torna a sorridere e a giocare grazie all’eccezionale bravura dello staff ospedaliero che l’ha presa in cura, assistendola ed eseguendo sul suo corpicino un delicatissimo intervento, non posso che esprimere il mio ringraziamento a tutto il personale medico e infermieristico che ha conseguito questo straordinario risultato, e, contemporaneamente, a tutti i centri regionali che con i loro professionisti si occupano di trapianti pediatrici”.

Con queste parole il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha voluto esprimere i complimenti ai medici, agli infermieri e a tutto il personale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, che nei giorni scorsi hanno eseguito con successo il trapianto di cuore sulla bimba.

“Il trapianto di cuore alla piccola Olimpia – ha aggiunto il Governatore – è stato effettuato il 28 dicembre scorso grazie a un’equipe di cardiochirurghi, cardioanestesisti e cardiologi pediatrici: professionisti eccellenti del nostro sistema sanitario veneto che desidero ringraziare. Insieme a loro la gratitudine della Regione va agli psicologi che hanno supportato la piccola e i genitori in questi lunghissimi mesi, così come agli infermieri che hanno assistito la piccola nel corso di tutto il ricovero e nel decorso postoperatorio. Ieri Olimpia ha festeggiato i suoi 4 anni con un cuoricino nuovo, il regalo più bello che il donatore potesse farle e che il successo del trapianto potesse concretizzare”.

Camilla Ferro

Suggerimenti