Marco Meneghello, il pilota 45enne originario di Legnago morto nel tragico incidente aereo di questa mattina a Guidonia, avrebbe chiesto aiuto dopo essere precipitato tra le case. Prima però avrebbe evitato una strage, riuscendo a compiere una manovra in grado di salvare chissà quante vite. Poi però il suo aereo ha preso fuoco e lui è morto.
Quando ha capito che stava andando a schiantarsi, Meneghello ha infatti evitato di colpire le case riuscendo a scontrarsi nell'unica via possibile. Lo ha fatto precipitando su un'auto, che è andata in fiamme. I residenti hanno sentito le richieste di aiuto del pilota, per i soccorsi però non c'è stato nulla da fare. A centro metri dal luogo della tragedia c'è un asilo nido.
Il racconto di un testimone
«Il pilota ha fatto qualcosa per evitare i palazzi, li ha schivati. Secondo me una manovra per graziarci, perché poteva prendere i palazzi». È quanto raccontano i testimoni oculari dell’incidente tra due ultraleggeri.
Secondo i testimoni il velivolo pilotato da Meneghello «è caduto in posizione verticale, come un taglio di coltello» e il militare ha immediatamente gridato aiuto ma in quell’istante il mezzo ha preso fuoco. «Non c’era nulla da fare - hanno spiegato i testimoni oculari -, abbiamo tentato di spegnere le fiamme ma erano troppo alte».
Anche il proprietario dell’auto centrata dall’ultraleggero si trovava lì. «Ero a 10 metri della macchina, l’aereo è cascato e io sono scappato. Fosse accaduto pochi secondi dopo ero dentro quell’automobile», aggiunge.