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Il caso

«Maltrattamento animali». Aptuit, in due a giudizio

Al centro ricerche e sperimentazione sequestrati 18 primati e 7 cani e affidati alla Lav
Beagle in un trasportino
Beagle in un trasportino
Beagle in un trasportino
Beagle in un trasportino

Scimmiette marmoset, così piccole da stare nel palmo di una mano, e, secondo l’accusa, con suture sul cranio dopo l’installazione errata di sonde. Giovani beagle estremamente sofferenti dopo esperimenti definiti di livello “grave” e che sarebbero dovuti essere soppressi entro 24 ore. E che sono stati invece tenuti in vita per ulteriori sette mesi e sottoposti ad altri test. Spesso tenuti in gabbie prive di cucce e con pareti senza visibilità. E ancora, marmoset feriti alle mani, alle dita, alle braccia, alla coda, alle labbra, agli occhi nel tentativo di fuggire o per “errata presa e manipolazioni” durante le fasi della sperimentazione. Una di loro, di nome Abigail, eliminata solo dopo averle “inflitto inutili sofferenze conseguenti al procrastinare della necessaria soppressione nonostante le accertate condizioni di sofferenza insostenibili”. Condizioni simili anche per 88 macachi. Molti di loro con evidenti reazioni avverse alle apparecchiature telemetriche impiantate, diversi dei quali inutilizzati anche per un anno. Riportato anche il caso di un macaco malato, che invece di essere curato, è stato soppresso perché ritenuto “non idoneo”.

Queste sono solo alcune delle ipotesi di reato contestate ad Aptuit, il colosso farmaceutico di via Fleming 4, multinazionale che effettua test su animali per conto di aziende farmaceutiche.

Nello specifico, ad essere sottoposti a indagini per aver disatteso la normativa sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici (D.Lgs. n. 26 del 4 marzo 2014. Attuazione della direttiva 2010/63/UE) sono l’ex presidente del consiglio di amministrazione e legale rappresentante di Aptuit e un medico veterinario. È stato loro notificato l’avviso della conclusione delle indagini preliminari emesso dal pubblico ministero Maria Federica Ormanni e rinviati a giudizio con udienza fissata a maggio 2025.

Nel frattempo, 25 animali (7 beagle, 7 macachi, 11 marmoset), sono stati sequestrati e affidati alla Lav (Lega anti vivisezione), associazione per i diritti degli animali che, assieme all’intervento del Gruppo carabinieri forestali di Verona, a fine ottobre 2021, fece partire l’inchiesta della Procura.

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La storia è lunga e articolata. Ma tutto iniziò con l’arrivo in via Fleming il 2 settembre 2021 di un furgoncino che trasportava beagle da destinare alla sperimentazione. Circostanza che la Lav aveva segnalato sui propri social network e che avevano determinato la protesta di diverse associazioni animaliste fuori dai cancelli della multinazionale.

Sulla vicenda erano intervenuti anche i servizi veterinari dell’Ulss 9, che dopo un sopralluogo, sempre nel 2021, avevano assicurato la correttezza dell’operato di Aptuit, «in piena corrispondenza con quanto disposto dalla normativa».

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Marzio Perbellini

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