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Il fenomeno

Mala movida, Veronetta alza la voce: «Servono più controlli»

Porta Vescovo
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Plateatici danneggiati, con sedie mancanti o rotte, auto colpite, risse e comportamenti al limite della decenza, tra muri imbrattati di scritte e utilizzati come orinatoi a cielo aperto, battibecchi e risse, fino a veri e propri atti vandalici.
Il fenomeno della mala movida, deriva decisamente più grave di qualche schiamazzo di troppo, non riguarda solo la città antica ma anche i quartieri, a partire da Veronetta. E mentre il Prefetto scende in campo per affrontare la criticità, alcuni esercenti riportano situazioni ed episodi allarmanti, da via Interrato dell’Acqua Morta a piazzetta Santa Toscana. «Il comportamento di alcune persone, soprattutto a tarda sera, è al limite del caso umano. Mi hanno divelto un bel tavolo di vetro, andato in frantumi. Il mio è un ambiente tranquillo ma ormai chiudere fuori, dopo la mezzanotte, gente ubriaca che batte sulla porta pretendendo di entrare è diventata la quotidianità, soprattutto da metà settimana in poi. Si tratta molto spesso di uomini, anche stranieri», spiega Giampietro, titolare de La Segreteria di Interrato dell’Acqua Morta. «Plateatico divelto: hanno rotto due tavoli. Non contenti, si sono accaniti su un’auto in sosta. È accaduto due venerdì fa ed è intervenuta anche la polizia locale, chiamata da noi», aggiungono al caffè La Ruota di via dell’Artigliere, in zona universitaria.
«Qui il Bronx c’è anche in pieno giorno, non serve aspettare che cali la notte», spiega Andrea Zorzi del Caffè Colombia di piazzetta Santa Toscana che però afferma di non aver avuto recentemente problemi specifici, oltre a quelli che ormai definisce “normale amministrazione”. Fortunatamente, nessun danno ai plateatici, li tiriamo sempre indietro e per ora non è successo nulla. Il problema sono gli sbandati, i tossici e lo spaccio anche in pieno giorno», aggiunge Zorzi. 
Più controlli Come correre ai ripari, quindi? Secondo molti esercenti la soluzione, nella sua complessità, sembrerebbe abbastanza semplice: servono più controlli della polizia locale e delle forze dell’ordine. «Inoltre, è necessario restituire credibilità ai gestori. E soprattutto, serve poter agire in sinergia tra esercenti e polizia locale. Spesso, invece, impauriti dallo spettro di possibili sanzioni o di creare un precedente diventando locale “segnalato”, alcuni preferiscono non allertare i vigili. Si è sotto scacco dei residenti che lamentano schiamazzi o altro, invece siamo i primi ad aver interesse a mantenere la situazione vivibile e sotto controllo», riflettono a La Segreteria. E ancora, «i vigili di pattuglia dovrebbero passare e fermarsi a controllare dove ci sono assembramenti o anche piccoli gruppi», aggiungono altri.
Tornando in zona universitaria, alcuni residenti delle vie adiacenti al chiostro puntano il dito contro la movida, lamentando una situazione se possibile anche peggiore di quella cui erano loro malgrado abituati nel periodo pre Covid. «Alle 4 di mattina c’è il far west, abbiamo gettato la spugna. Ci sono gruppetti di persone che fumano e sniffano droga. Con la nuova illuminazione al led, a risparmio energetico, tra via Vipacco e via Timavo ora ci sono parecchi angoli bui in via Doberdò: di notte è buio e la strada viene usata dai ragazzi per fare pipì e atti osceni, vedo anche molte ragazze. Ormai siamo rassegnati», spiega un residente della via che preferisce mantenere l’anonimato. Si tratta, tuttavia, di testimonianze isolate e circoscritte a determinati punti. La percezione delle criticità, secondo la maggior parte dei residenti di Veronetta, infatti, è concentrata su altre e annose problematiche, che si sommano a queste derive. E si limitano a registrare ciò che resta evidente al mattino: la sporcizia, i muri imbrattati di urina, vetri, bicchieri e bottiglie che se non vengono rimossi da loro o dagli esercenti dei locali della zona, che spesso intervengono con sacchi, acqua e ramazza, rimangono negli stessi punti per settimane.

Ilaria Noro

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