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Raid notturni in Sottoriva e Corso Cavour

Sedie e ombrelloni buttati in Adige: si scatena la «mala movida»

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Vandali in azione in città (frame dal video)
Vandali in azione in città (frame dal video)
Vandalismi in città

Fanno i delinquenti «spavaldi», a favore di telecamera: di solito, chi commette un reato, cerca almeno di assicurarsi di farla franca. E invece sembra non li sfiori minimamente il pensiero di essere scoperti: agiscono spensierati, rimangono sul luogo del misfatto tutto il tempo che serve per fare un «bel» lavoro, addirittura tornano indietro a completarlo, che era rimasto qualcos’altro da rompere, da lanciare di sotto nell’Adige. E così, alle 2.55 di venerdì, è andata in onda in via Sottoriva la «mala movida» di Verona: due giovani sotto gli occhi di altri tre amici che non li fermano, si sono divertiti a buttare nel fiume gli ombrelloni con tanto di basamento, i tavoli e le sedie della trattoria «Vecio Mulin», al civico 42.

C’è un filmato di una telecamera di sorveglianza privata che riprende l’azione e immortala gli autori: un filmato che racconta la volontà teppista della «giocosa» banda che quella notte ha danneggiato anche altri locali della via, per il semplice gusto di farlo. Deve essere stato il tema della serata: «Andiamo e spacchiamo tutto», «quello che troviamo fuori dai ristoranti finisce in Adige». Non è una bravata, non è goliardia: quando al mattino i titolari si sono trovati i plateatici vuoti, hanno subito chiamato la polizia, hanno messo a disposizione degli inquirenti i video e, con tanta amarezza, sono scesi nell’Adige a recuperare il mobilio. Per fortuna in quel punto, sotto al parapetto, c’è un lembo di terra non toccato dall’acqua: lì, Nicola Marcolongo, proprietario della Trattoria Fluviale Vecio Mulin, aiutato dai suoi collaboratori, ha recuperato i grandi ombrelloni, i tavolini e le sedie di ferro e i basamenti pesanti decine di chili. «Una fatica pazzesca», spiega, «si vide anche nel filmato che i due devono armeggiare un po’ per riuscire a sollevare questi blocchi di pietra, appoggiarli sul muretto e spingerli di sotto. Con il rischio concreto, tra l’altro, che qualcuno potesse sorprenderli in flagranza. Ma perché, mi chiedo, fare questi dispetti? Cosa c’è da ridere? Che gusto ci trovano i ragazzi a fare i vandali, a rompere e danneggiare le cose altrui e quelle pubbliche? Stavolta hanno superato il limite».

Il ristoratore è amareggiato: «Hanno fatto danni in tutta via Sottoriva, hanno lanciato i vasi con le piante di un collega, ma cosa volevano dimostrare? Lo sanno che, se li beccano, si sporcano la fedina: le denunce sono pronte, c’è il danno economico da risarcire oltre a quello penale. Questi sono reati. Finiscono nei guai di sicuro, ma cos’hanno nella testa?». E un suo cameriere: «Con tantissima fatica abbiamo riportato su gli ombrelloni, ora bisogna valutare se si possono aggiustare le stecche e le parti in legno. I basamenti sono irrecuperabili, si sono aperti. Oltre a tutto questo mi si è stretto il cuore», sospira, «perché sulla riva c’erano i nidi delle anatre, c’erano le uova pronte alla schiusa, non ne è rimasto più niente: io non penso si possa essere orgogliosi di aver fatto questa enorme cretinata».

Il filmato è al comando della polizia locale. Difficile pensare che i due vandali, insieme ai tre amici che non intervengono ma restano a guardare (fanno da pali? ), sfuggano all’identificazione. Anche fossero incensurati, non facessero quindi parte del database di chi ha guai con la giustizia, con un po’ più di lavoro saranno individuati grazie alla foto scattata dalla telecamera. I mezzi tecnologici sono in grado di estrarre dai fermo-immagine i volti dei balordi. E Marcolongo: «Lo sanno tutti, oramai, che ogni strada è controllata. Mi auguro che, una volta presi, oltre a rispondere economicamente di tutto ciò che hanno rotto, li mandino a fare un po’ di servizi socialmente utili, credo sia l’unica maniera per far capire qualcosa a ’sti giovani sbandati anche se temo siano irrecuperabili».

Il video non lascia margine ai dubbi: due ragazzi buttano nell’Adige il primo ombrellone mentre i tre amici, poco distante, seduti sul muretto, li guardano; passano poi al secondo, faticano a tirarlo sul parapetto, ma alla fine riescono a scaraventarlo di sotto. Poi scappano e raggiungono gli altri tre che nel frattempo si sono allontanati. Ma si fermano di nuovo: a metà strada lanciano un altro basamento di una quarantina di chili, e poi corrono per raggiungere gli altri tre ma decidono che ancora non basta. Tornano indietro. Ci sono i tavolini del Vecio Mulin e altra roba da far volare. 

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Notti di bravate nelle strade e nelle piazze del centro storico di Verona. Non solo sedie e ombrelloni sollevati e lanciati nell’Adige ma anche atti di teppismo e vandalimo in altre zone della città, come si può vedere anche dal video che è stato immortalato dalle telecamere di sorveglianza in Corso Cavour. Un gruppo di ragazzi passa accanto al plateatico di un locale. Si ride, si scherza e si corre. A un certo punto si vedono un paio di vasi cadere a terra e andare a pezzi dopo aver preso un calcio da un componente del gruppo. Forse è solo inciampato - ma con tutta la strada libera proprio lì doveva passare - forse si tratta di un gesto volontario resta il fatto che i titolari del locale dovranno spendere dei soldi per rimediare il danno.

 

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