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Sanità e polemiche

Liste d'attesa, i medici di famiglia replicano alle accuse: «Colpa di cattiva gestione pubblica che promuove il privato»

Il segretario della Fimmg di Verona Giulio Rigon parla di mancanza di investimenti pubblici nel territorio
Giulio Rigon, segretario provinciale della Fimmg di Verona
Giulio Rigon, segretario provinciale della Fimmg di Verona
Giulio Rigon, segretario provinciale della Fimmg di Verona
Giulio Rigon, segretario provinciale della Fimmg di Verona

I medici di famiglia non ci stanno e replicano alle accuse di troppe prescrizioni che allungano le liste d'attesa per visite ed esami.

«In questi giorni siamo stati accusati di rallentare le liste d’attesa del Servizio Sanitario Nazionale per un eccesso di diagnosi, prescrizioni e trattamenti, ma se il sistema è sovraccarico la colpa non è da attribuire a noi medici di famiglia, bensì alla mancanza di investimenti nella sanità territoriale pubblica, continuando invece a favorire il sistema sanitario privato - scrive in una nota il segretario provinciale della Fimmg di Verona, Giulio Rigon - Noi medici di medicina generale siamo il capro espiatorio dell’inefficienza del SSN, che bloccato in una situazione divenuta ingestibile e trovandosi a far fronte al malcontento dei cittadini, cerca di addossare le colpe a noi medici di famiglia costretti tra un rapporto di lavoro convenzionato e la necessità di soddisfare le richieste dei nostri pazienti, che, riteniamo giusto ascoltare e curare. Tuttavia i nostri pazienti non hanno la diagnosi scritta addosso e noi medici, nell’individuazione di una patologia e nella successiva prescrizione di uno specifico esame, seguiamo anche delle linee guida che ci vengono indicate a livello nazionale o internazionale. Il SSN talvolta non considera minimamente il nostro apporto e relega al medico di medicina generale solamente l’aspetto burocratico della questione trasformandoci così a meri esecutori passivi nella catena della sanità pubblica».

«In tutto questo - prosegue Bigon -, non solo siamo i primi a vedere le conseguenze dell'eccessiva medicalizzazione, ma supportiamo anche il carico di lavoro supplementare che da essa ne deriva. È dunque facile per la Regione sollevarsi da ogni responsabilità, scaricando la colpa sui noi medici di medicina generale, più difficile invece ammettere che la vera colpa risiede in una gestione terribile della medicina territoriale pubblica e nella continua promozione del sistema sanitario privato, che nel Veneto in particolare, si continua a promuovere e supportare».

 

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