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Amministrative 2022

Lega e Fratelli d'Italia: «Tommasi? Non è all'altezza». Ma il candidato di centrodestra ancora non c'è

Ciro Maschio, Francesco Lollobrigida, Federico Sboarina
Ciro Maschio, Francesco Lollobrigida, Federico Sboarina
Ciro Maschio, Francesco Lollobrigida, Federico Sboarina
Ciro Maschio, Francesco Lollobrigida, Federico Sboarina

Anche se nessuno si dice «colto di sorpresa», la decisione di Damiano Tommasi, qualche scossone nelle file del centrodestra lo sta provocando. E c’è chi come Ciro Maschio, deputato e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, il partito di Federico Sboarina, chiede di accelerare sulla ricandidatura del sindaco uscente. «Il fatto che ci siano già gli sfidanti, adesso Tommasi dopo la già annunciata discesa in campo di Flavio Tosi, spinge sicuramente anche il nostro campo a stringere i tempi». Sboarina, da parte sua, preferisce non rilasciare commenti. Ma per Maschio è tempo di rompere gli indugi. «Diversamente», aggiunge, «ogni giorno in più che aspettiamo, si regala un metro di vantaggio ai blocchi di partenza, ai nostri sfidanti». 
L’esponente del partito di Giorgia Meloni - lo sentiamo mentre sta viaggiando alla volta di Roma dove parteciperà all’elezione del nuovo presidente della Repubblica, appuntamento che rischia di avere forti ripercussioni anche in riva all’Adige - dà quindi per scontato che la scelta cadrà sul sindaco uscente. «Con i nostri alleati siamo dati dei tempi, dopo l’elezione del Capo dello Stato per noi è pacifico che ci sia questa ricandidatura». Un po’ meno sembra però esserlo per la Lega. «Non sono nella testa degli altri», esclama Maschio, «ma di sicuro il centrodestra e Sboarina, lo dicono i sondaggi, partono avvantaggiati e quindi con un centrodestra unito non dico che la partita sia già vinta, ma insomma...».
Pure Vito Comencini, deputato della Lega, partito di cui è segretario cittadino, in questi giorni è impegnato nella gara del Quirinale. «Noi, per decidere, non aspettiamo certo di vedere ciò che fa la sinistra, ma il lavoro per l’unità del centrodestra diventa ancora più fondamentale, credo che nella maggioranza i tempi siano maturi affinché si prosegua con questa coalizione, insieme a Fratelli d’Italia e Forza Italia. Senza questa unità», prosegue, «finiremmo per avvantaggiare altre formazioni che, altrimenti, a Verona, non avrebbero molte chance». Sul via libera a una ricandidature del sindaco uscente, tuttavia, c’è più di un distinguo. «Dopo il voto per il Quirinale tireremo le somme: se il centrodestra vota unito per eleggere un candidato con il profilo che vogliamo, questo sarà di aiuto anche per chiudere su Verona». Sboarina sì o Sboarina no? «La partita», ripete Comencini, «si sta giocando a livello nazionale, si deve trovare la quadra proprio per l’importanza che riveste Verona... E poi dipende da quando verranno indette le elezioni amministrative. Saranno a maggio o bisognerà aspettare autunno, come si comincia a sentire? Anche questo potrebbe incidere...». 

 

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Per quanto riguarda la candidatura di Tommasi, sia Comencini che Maschio, non si dicono sorpresi. «Anzi», afferma il deputato di Fratelli d’Italia, «mi chiedo perché sia rimasto così tanto in panchina, forse aveva paura di fare brutta figura... E mi chiedo perché questo annuncio non lo abbia fatto con un’iniziativa cittadina, insieme alle forze politiche che lo sostengono, non mi sembra una bella partenza... Ad ogni modo è bene che ora cominci a chiarire le sue idee su questioni che nella sua coalizione vedono posizioni divergenti: che idea ha di famiglia, o di sviluppo urbanistico?». Dicendosi per nulla intimorito, Maschio ricorre all’ironia: «L’unico giocatore dell’Hellas per il quale ci saremmo fatti da parte è Elkjaer, poiché sarebbe stato lui il “sindaco uscente”, tuttavia gli auguro in bocca al lupo... E se ha bisogno di una cartina della città gliela regaliamo volentieri».
Una stroncatura su tutta la linea arriva, invece, da Comencini. «Tommasi», afferma il leghista, «non è una scelta coraggiosa per dei partiti di sinistra che non hanno saputo individuare un loro esponente. Evidentemente», rincara, «pensano di non avere nessuno all’altezza se mandano avanti un ex calciatore, senza esperienza amministrativa... uno specchietto per le allodole». Nessun timore che “rubi” voti tra i moderati di centrodestra? «No, semmai è lui che deve chiarire i valori che lo ispirano. Darebbe ospitalità al Congresso mondiale delle famiglie come abbiamo fatto noi? E poi il sindaco di Verona non è il sindaco di Vaggimal, la politica è una cosa, il calcio un’altra». 

 

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