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Il giovane morto in moto

La mamma incontra gli amici di Matteo: «Non lasciatemi sola»

di Elisa Pasetto
L’amico che lo seguiva è ancora sotto choc: «Lo voglio ricordare con la felicità che aveva tutti i giorni». I compagni di Cola sono stati a trovare la famiglia. Sara: «Ci siamo stretti in un abbraccio profondo»
Matteo Cola, scomparso in un incidente in moto il 18 febbraio: frequentava l'istituto Copernico Pasoli
Matteo Cola, scomparso in un incidente in moto il 18 febbraio: frequentava l'istituto Copernico Pasoli
Matteo Cola, scomparso in un incidente in moto il 18 febbraio: frequentava l'istituto Copernico Pasoli
Matteo Cola, scomparso in un incidente in moto il 18 febbraio: frequentava l'istituto Copernico Pasoli

«Lo voglio ricordare con la felicità che aveva tutti i giorni e con la gioia che aveva nell’andare insieme a scuola». Non dice di più, proprio non ce la fa. Troppo doloroso ritornare con la mente a quegli attimi terribili di sabato scorso, quando ha letteralmente visto la morte in faccia. Il giovane che parla era a pochi metri di distanza, in sella alla sua due ruote, quando suo malgrado ha assistito a quella sbandata fatale: Matteo Cola, 18 anni, se n’è andato così, dopo un terribile schianto in moto contro il guardrail in via Fincato, tornando da scuola alla fine di una mattinata come tante.

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L’amico lo seguiva, come al solito percorrevano un tratto insieme fino a Grezzana, paese di Matteo. Poi lui avrebbe proseguito fino a Bosco Chiesanuova. Invece sabato ha dovuto abbandonare sull’asfalto la sua moto, correre da Matteo e, con la forza della disperazione, provare a soccorrerlo. Inutilmente. Da allora è sotto choc, schiacciato da un peso troppo grande da sopportare per chiunque, tanto più per un ragazzo.

Gli amici, tra lacrime e silenzi

Ci è voluto e ci vorrà ancora del tempo, per lui e per gli altri amici di Matteo, molti dei quali nemmeno diciottenni, per realizzare. Per capire che davvero uno di loro non c’è più. Difficile, quasi impossibile da accettare per chi - con tutta la vita davanti - la morte così, da un momento all’altro, non la contempla nell’orizzonte delle possibilità.

«Avevo appena finito una partita di calcio, ho acceso il cellulare e ho trovato il messaggio di una compagna: “Dobbiamo avvisare i professori subito, è morto Matteo”. Un pugno nello stomaco. Non ho più capito nulla, è stato terribile, per ore ho avuto bisogno di stare da solo», confessa anche Gabriele D’Alessio, rappresentante della terza A del Copernico Pasoli, la classe di Matteo, che ieri mattina si è ritrovata a scuola insieme alla preside Sara Agostini (nonostante l’istituto fosse chiuso per le vacanze di carnevale) per stringersi in un abbraccio virtuale intorno al compagno scomparso.

«L’avevo conosciuto meglio ai corsi di recupero quel ragazzo sempre sorridente», ricorda Gabriele. «Ogni volta che ti giravi a guardarlo ti imbattevi nel suo sorriso. Una persona di spirito, sempre pronta alla battuta, gli bastava poco per tirare su il morale a tutti. La sua mancanza si sentirà davvero».

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Ci aveva messo poco infatti, Matteo Cola, giunto al Pasoli solo lo scorso settembre dopo un’esperienza dagli Stimmatini, ad ambientarsi nella nuova realtà scolastica e a diventare parte attiva del gruppo. Merito della sua solarità. «Ma anche del suo coraggio», racconta Sara, compagna che più di altri aveva imparato a conoscerlo anche fuori dall’aula. «Era un ragazzo d’oro e molto coraggioso: la vita è stata dura con lui, ma nonostante tutto ha voluto continuare la scuola. Io non ce l’avrei fatta a ricominciare così da un’altra parte. Invece lui si era rimesso in gioco, si impegnava. Ci incontravamo anche al pomeriggio: io gli davo ripetizioni di economia aziendale e di matematica», racconta la ragazza in lacrime, «lui insegnava a me, che sto prendendo la patente, a guidare la moto, la nostra passione».

Sogni e speranze spezzate

Pomeriggi spensierati tra compiti, una partita a biliardo, una sfida ai videogiochi e una raffica di risate, di quelli che restano impressi per sempre nei ricordi di una vita. Spezzati invece da un destino troppo crudele. Così come i sogni di Matteo. «Adorava fare e montare i video, avrebbe voluto lavorare nel mondo della grafica», proseguono affranti gli amici, che per il funerale (che si svolgerà oggi, 21 febbraio, alle 11 nella chiesa parrocchiale di Grezzana) si svolgerà alle 11 hanno scritto una lettera.

La lettera dei compagni di classe

Parole semplici, ma sentitissime, che arrivano dritte dal cuore. E messe nero su bianco chissà come, tra lacrime e silenzi. «Caro Matteo, la tua perdita ci ha lasciato un vuoto incolmabile. Eri un ragazzo molto ambizioso, l’abbiamo capito quando hai deciso di continuare gli studi malgrado le difficoltà iniziali. Una persona disponibile, spensierata e creativa. Ci mancherà vederti entrate in ritardo e appoggiare il tuo casco sopra l’armadio, sentire le tue storie del sabato sera e vederti ridere durante le lezioni».

Il sostegno alla famiglia

Ora, però, la preoccupazione dei compagni è sostenere la famiglia. In particolare la madre, con cui Matteo viveva dopo il divorzio dei genitori, mentre il fratello maggiore risiede in Olanda. «Siamo stati a trovarla, non sono servite parole», aggiunge Sara. «Ci siamo stretti in un abbraccio profondo. E, mentre le tenevamo la mano, ci ha pregato di tornare a trovarla, di non lasciarla sola. E così faremo, cercheremo di essere molto presenti».

A scuola, domattina, al rientro dopo il mercoledì delle Ceneri, la terza A troverà ad attenderla uno psicologo: un tentativo di attutire l’impatto, su ragazzi così giovani, di un’esperienza così tragica. «E come rappresentanti di classe», aggiunge Gabriele, «proporremo un minuto di silenzio a tutti gli studenti durante la ricreazione, in ricordo di Matteo. Perché questa tragedia ha scosso proprio tutti. Matteo davvero non se lo meritava».

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