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Dopo quasi tre mesi

Covid, torna a casa con la sua bimba la mamma arrivata da Trieste in condizioni disperate

Borgo Trento Un paziente ricoverato in terapia intensiva
Borgo Trento Un paziente ricoverato in terapia intensiva
Borgo Trento Un paziente ricoverato in terapia intensiva
Borgo Trento Un paziente ricoverato in terapia intensiva

Una delle quattro mamme che ha rischiato di morire per il Covid, è la quarantacinquenne arrivata in novembre a Borgo Trento in fin di vita dall’ospedale Cattinara di Trieste pronta ad essere attaccata all’Ecmo - la circolazione extra corporea - nella rianimazione Covid diretta dal professor Enrico Polati.

Era alla 25 settimana di gestazione e le speranze, per la sua bambina e per lei, erano ridotte al lumicino. «E’ l’ultima spiaggia», avevano spiegato dal reparto, «l’ultimo tentativo di salvare chi è messo peggio e non risponde alle cure». E’ andato tutto bene.

«Dopo oltre due mesi di ricovero in terapia intensiva, nel tentativo di farle prolungare la gravidanza in modo da trattenere il più possibile il feto nel grembo», ha comunicato ieri il professor Franchi, «la signora e la sua piccola Maria sono state trasferite vicino a casa, nell’ospedale da cui tutto è iniziato. Stanno entrambe discretamente, il recupero per la mamma dopo un periodo così lungo di sedazione durerà a lungo, ma il peggio è passato. Così per Maria, venuta al mondo con un cesareo d’urgenza, prematura, con tutti problemi legati appunto ad una nascita pretermine, appesantita per di più dalle condizioni della mamma compromesse dal Covid».

 

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Poi, la riflessione: «Se la signora si fosse vaccinata, non sarebbe finita così. Così come le altre gravide che hanno contratto l’infezione e sono state pure loro intubate. Sono l’esempio lampante dei rischi reali che si corrono con questo virus: la gravidanza richiede maggiori cautele e il vaccino è in grado di proteggere dalle forme peggiori di infezione. Non ci sono controindicazioni ma solo maggiori garanzie». 

Camilla Ferro

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