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I funerali a Guidonia

L'ultimo saluto ai piloti Marco e Giuseppe: «Il vostro gesto oltre l'eroismo, esempio e forza per noi»

Le parole dell’ordinario militare, mons. Santo Marcianò, nell’omelia dei funerali degli ufficiali piloti Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello, morti nell’incidente aereo avvenuto nella tarda mattinata di martedì scorso.
I funerali degli ufficiali piloti Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello
I funerali degli ufficiali piloti Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello
I funerali degli ufficiali piloti Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello
I funerali degli ufficiali piloti Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello

«Non si vive per se stessi e tutta la storia di Marco e Giuseppe lo afferma, fino all’ultimo gesto di eroismo, con cui, tanti lo hanno riconosciuto, con commozione e gratitudine, si è potuta sventare una tragedia di dimensioni molto maggiori». Lo ha ricordato l’ordinario militare, mons. Santo Marcianò, nell’omelia dei funerali degli ufficiali piloti Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello, morti nell’incidente aereo avvenuto nella tarda mattinata di martedì scorso.

I funerali sono in corso nella parrocchia della Beata Maria Vergine di Loreto, in Guidonia. «La manovra estrema, che ha evitato il precipitare dell’aereo sulle case e sulla gente, non è stata solo frutto di perizia e coraggio, di un addestramento nel quale i piloti imparano a scansare obiettivi sensibili; è stata ancor più una sorta di istinto, sgorgato dal grande cuore dei nostri amici - ha sottolineato mons. Marcianò -, dalla profonda umanità maturata in loro grazie anche alla formazione ampia e completa offerta dalla nostra Aeronautica Militare. È più che eroismo o semplice altruismo quello che ha segnato la loro vita e la loro morte e oggi diventa esempio e forza per noi».

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«Cari Giuseppe e Marco, siamo affranti dal dolore ma vogliamo immaginarvi così, felici. Felici di non aver consumato invano la vita ma di esservi consumati nell’amore fraterno, nell’amicizia e, soprattutto, in un servizio che è stata la vostra passione, la vostra dedizione al bene della gente e del nostro Paese; e vi ha preparati alla morte come incontro definitivo con il Signore, la cui vicinanza avete potuto sperimentare nella vita di ogni giorno», ha proseguito il monsignore.

«È  un dolore profondo quello che oggi ci trafigge tutti, particolarmente voi, care famiglie di Giuseppe e Marco; parenti e amici, colleghi dell’Aeronautica Militare. Un dolore che rimbomba dentro, come l’esplosione che ha spento in pochi attimi la vita dei due piloti, in un tremendo incidente di volo. Una morte improvvisa e tragica, come quella che ha colpito e accomunato Giuseppe e Marco, è una morte che lascia sgomenti ma ci fa anche fermare per chiederci il senso», ha continuato.

«Giuseppe e Marco - ha detto ancora il monsignore - hanno vissuto il rischio, sì, ma non quello di chi sfida la morte perché disprezza la vita! È piuttosto il rischio previsto in una professione che, se portata avanti fino alla fine, espone al rischio stesso della propria vita per il bene della vita altrui. Due vite accomunate da una passione infinita per il volo e da una grande competenza nello svolgimento dei propri compiti».

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