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Con un pullman partito da Isola della Scala

In 36 in salvo dall'Ucraina, sono quasi tutti orfani: «È la nostra Schindler's List»

Gli orfani recuperati da Kiev
Gli orfani recuperati da Kiev
Gli orfani recuperati da Kiev
Gli orfani recuperati da Kiev

Sono 36 i profughi ucraini salvati grazie al viaggio della speranza organizzato dai volontari dell’associazione «Amici del mondo» di Isola della Scala. L’autobus sul quale viaggiavano quattro veronesi, tra i quali anche il vicesindaco Marco Poltronieri di Nogara, e Glafira Bosova, la ragazza di 20 anni che è stata praticamente adottata dal sindaco di Nogara Flavio Pasini e dalla moglie Paola, è arrivato in Ucraina colmo di aiuti umanitari per poi far salire a bordo 32 minori e quattro mamme.
Gran parte dei ragazzini apparteneva a un gruppo di orfani scampati dalle bombe dalla città di Shehyni, vicino a Leopoli, ed erano stati contattati personalmente dai volontari dell’associazione che hanno fatto l’impossibile per sottrarli dagli orrori della guerra e metterli in salvo, ospiti di alcune famiglie padovane e veronesi: in particolare 12 di loro sono ospiti solo nel veronese mentre altri 20 troveranno casa in provincia di Padova.
«Non riuscivamo a convincere le autorità polacche a far partire con noi i ragazzi», racconta commosso Poltronieri, «così, durante la notte, abbiamo steso una lista di 17 nomi e cognomi di minori che intendevamo portare con noi, assumendoci tutte le responsabilità. Sembrava di vivere le scene del film Schindler's List di Spielberg. L’elenco è stato consegnato alla polizia polacca e così, uno ad uno, i ragazzi sono arrivati davanti al nostro pulman. Abbiamo tirato un sospiro di sollievo». Ma non era finita.
La lista compilata da Poltronieri e Bosova è stata aggiornata di minuto in minuto, perché alcuni degli orfani non erano ancora riusciti a passare il confine con la Polonia. «Abbiamo quindi aggiunto altri nomi di bambini orfani che in quel momento sapevamo si trovano al di qua del confine». Anche loro sono stati fortunatamente portati via dall’inferno del conflitto russo-ucraino.
I volontari sono riusciti a rintracciare anche Esenia, sorella di Glafira, di appena 15 anni, scappata dalla capitale Kiev all’inizio del conflitto e che ha vagato in tutti questi giorni cercando di raggiungere i confini della Polonia. «Ho lasciato a Kiev mia mamma e il mio fratellino di 12 anni. Ho molta paura per loro perché vivono costantemente in un bunker. È stata un’esperienza terrificante e dolorosa dover lasciare la mia famiglia e mettermi in salvo».
Esenia ha riabbracciato la sorella ed è corsa sul pullman per partire alla volta di Verona dove ad attenderla c’erano Pasini e la moglie. A loro volta, la coppia ha spalancato le braccia a questa ragazzina che aveva negli occhi la guerra e che avevano visto quando era ancora piccolissima. 
Quindi i volontari sono riparti per portare i piccoli orfani nelle famiglie affidatarie che li stavano aspettando con ansia e che si erano sempre tenute in contatto con l’associazione di Isola della Scala per cercare di dare un destino diverso a questi bambini che sono, con tutte le persone deboli, le vere vittime di una guerra insensata.

Riccardo Mirandola

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