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Le tensioni al confine fra Ucraina e Russia

I veronesi a Kiev: «Il messaggio che ci invitava a tornare in Italia è stato un choc. Prezzi dei voli alle stelle»

Katia Tubini e Cristiano Zanus Fortes
Katia Tubini e Cristiano Zanus Fortes
Katia Tubini e Cristiano Zanus Fortes
Katia Tubini e Cristiano Zanus Fortes

Katia Tubini e Cristiano Zanus Fortes, veronese di Quinzano lei, veneziano ma scaligero per amore (e lavoro) lui, stavano camminando per le vie del centro di Kiev quando hanno ricevuto il messaggio della Farnesina. Dal ministero degli Esteri il contenuto è chiaro, laconico. S’invita – anzi, letteralmente, si «consiglia» - gli italiani a rientrare in patria con mezzi commerciali. Katia Tubini è in Ucraina dall’inizio dell’anno per realizzare, assieme ad un altro veronese, il regista Matteo Spiazzi, uno spettacolo in uno dei teatri più importanti del Paese, il Kiev National Operetta’s Theatre. Il sipario, si usa il condizionale ma per ora è tutto confermato, dovrebbe alzarsi 25 febbraio prossimo. 
La situazione in Ucraina vive di sentimenti e percezioni contrastanti. La coreografa veronese rientrerà oggi in Italia, ma ieri al telefono da un taxi nel cuore della capitale raccontava la situazione a Kiev: «Qui fino a sabato era tutto normale. Tutto tranquillo. Adesso, davvero, sono sotto choc. Anche noi, da qua, non avevamo la percezione completa di quello che stava succedendo». Nonostante le tensioni fra Russia e Stati Uniti, un tiro alla fune con l’Ucraina nel mezzo di una prova di forza, non si vive una quotidianità segnata dall’allarmismo. Anzi. «Non ci sono militari nelle strade, io vivo in centro e non ho visto manifestazioni o momenti di tensione», dice Tubini. Poi, però, è arrivata la comunicazione della Farnesina, all’improvviso mentre stavano passeggiando con la traduttrice per ammirare le bellezze della città. E così quella patina di apparente tranquillità è crollata tutta d’un tratto. «Si sente parlare del confine, dei preparativi, ma le notizie che arrivano da casa sono completamente diverse», prosegue la quarantaseienne che a Verona gestisce una scuola di danza, «anzi qualcuno mi chiede se sono viva», sorride ma non troppo. Anche il suo compagno Zanus Fortes, cinquant’anni e una carriera spesa nel mondo del basket in serie A, team manager per sette anni della Scaligera Basket oggi ds della Cestistica Verona, racconta, poco prima di imbarcarsi sul volo che lo riporterà a Bergamo, quello che si respira nella capitale: «Qui, paradossalmente, si vive in maniera tranquillissima. La gente gira per strada, i locali sono pieni. Forse, purtroppo, sono abituati ad un clima di apprensione. È dal 2014 che le cose sono complicate in Ucraina, ma qui si dice che alla fine non succederà niente».

Poi torna al momento in cui la realtà si è scontrata con le impressioni: «Appena è arrivata la comunicazione non ce la siamo sentita di restare ancora. Io prendo il volo fra poco (ieri in tarda mattinata, ndr). Poi si vedrà». Ci sono stati dei contatti fra la coppia e le istituzioni, in particolar modo a fare da ponte c’è l’Istituto italiano di cultura di Kiev: «Loro restano qui così come all’ambasciata, ma noi siamo civili». C’è poi la questione voli, ma prima serve fare una premessa: «Sono arrivato in aeroporto con molto anticipo pensando di trovare confusione e lunghe code. Ma non è successo niente, tutto è andato liscio», prosegue l’ex giocatore di pallacanestro. Sono però aumentati, e di molto, i prezzi. «Io ho preso il biglietto a cinque euro. Adesso quelli di ritorno possono costare anche trecento euro», precisa. Un po’ per l’imminenza del viaggio – il marketing delle low cost - un po’ per la richiesta che per forza di cose aumenterà d’ora in poi i prezzi sono lievitati. Il futuro, e per futuro s’intendono i prossimi giorni, è incerto più che mai. «Bisogna vedere l’evoluzione della situazione - conclude Katia -. Spero di poter tornare qui intorno al 20 febbraio per poter fare l’ultima settimana di prove». 

Nicolò Vincenzi

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