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L'ordinanza del giudice

Cameriere pestato, l'aggressione in un video. «In tanti hanno guardato e non sono intervenuti»

Il magistrato nell'ordinanza di custodia dà atto della pericolosità sociale dell'indagato «Era all'obbligo di firma ma forte dell'appartenenza al gruppo ha colpito senza scrupoli»
L’aggressione La scena del pestaggio ripresa da una telecamera
L’aggressione La scena del pestaggio ripresa da una telecamera
L’aggressione La scena del pestaggio ripresa da una telecamera
L’aggressione La scena del pestaggio ripresa da una telecamera

Non ha risposto ieri davanti al gip Luciano Gorra. Mohamed Tayar, 18 anni compiuti in luglio (difesa Mattia Lancerotto), nel corso dell’interrogatorio di garanzia ha deciso di non fornire alcuna spiegazione su quello che è avvenuto la sera del 3 dicembre in piazza Viviani. Non ha spiegato la ragione di quella violenza inaudita, del perché per il semplice, e legittimo, rifiuto di un giovane cameriere di consegnare l’unica sigaretta che aveva, Mohamed gli ha sferrato un pugno in pieno volto che ha frantumato due denti. E poi, forte della presenza dei suoi amici, ha continuato a colpire, lui e gli altri, ma lui in particolare che oltretutto era sottoposto all’obbligo di firma per un altro reato.

 

Il pestaggio fra l'indifferenza generale

Quel pestaggio ripreso dalle telecamere di sorveglianza ma, forse la circostanza più inquietante, a qualche decina di metri c’erano alcune persone che hanno assistito senza intervenire, forse per paura, ma senza nemmeno comporre il 113. Sono rimaste immobili ad assistere al branco che prendeva a calci un ragazzo.

«Dalla visione del filmato», si legge nell’ordinanza di custodia firmata dal gip Luciano Gorra, «si nota la presenza in piazza Indipendenza di un gruppo composto da sette persone, quattro ragazzi e tre ragazze di diversa etnia, tutti di giovane età». Già, in mezzo a quel gruppo di violenti c’erano anche le tre minorenni. Totalmente solidali con gli altri aggressori. Due le fasi dell’alterco sfociato poi nel pestaggio, tutto ripreso: la prima è quando la vittima va, con il sacco della spazzatura sulle spalle, verso i cassonetti di via Nizza.

«Uno dei componenti del gruppo tenta di strappargli dalla mano la sigaretta che sta fumando», prosegue il gip che riassume il seguito. Ovvero quando la persona offesa fa «il percorso a ritroso durante il quale incrocia nuovamente il gruppo, il successivo accerchiamento da parte di tre ragazzi uno dei quali, quello con maniche bianche e cappellino con visiera (Mohamed Tayar) con la destra lo colpisce al volto, un ragazzo vestito di nero gli da una testata, lo stesso che aveva cercato di prendergli la sigaretta, e l’aggredito cade, la prosecuzione del pestaggio da parte di Tayar che colpisce la vittima con ripetuti calci mentre è a terra».

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Le conseguenze

Riporterà contusioni all’addome e al costato. Tutto davanti a passanti immobili. Il giovane è poi riuscito ad alzarsi e ad allontanarsi, aveva il viso sporco di sangue e ha incrociato una pattuglia della polizia locale. E nel video si nota che il gruppo, alla vista dei lampeggianti, scappa. Lesioni pluriaggravate l’accusa per il giovane che da alcuni giorni è in carcere, nessun altra misura è stata infatti ritenuta idonea dal gip: «sia per la gravità della condotta, consistita nel colpire in pieno viso la persona offesa con un pugno tanto violento da causare la caduta di due denti, infierendo poi sull’aggredito con ripetuti calci, sia per la spiccata pericolosità sociale manifestata dall’indagato, soggetto di indole violenta, attinto da misura cautelare in altro procedimento».

Pericolosità che, ribadisce il magistrato, è dimostrata dal fatto che «per un motivo banalissimo, facendosi forte dell’appartenenza al gruppo dei giovani che avevano preso di mira la vittima, ha aggredito un passante sconosciuto». La custodia in carcere «è non solo proporzionata alla pena irroganda ma anche l’unica in grado di soddisfare le istanze cautelari del caso che impongono la completa privazione della libertà personale dell’indagato stante l’elevato rischio che lo stesso, incapace di trattenere gli impulsi violenti, possa aggredire qualsiasi persona incontrata per la strada o che anche occasionalmente abbia a che fare con lui». Scartati i domiciliari perché non sa autodeterminarsi: nonostante l’obbligo ha violato la legge «segno di totale noncuranza». Le porte del carcere restano chiuse.•.

Fabiana Marcolini

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