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La storia di Gianni

Percorre Taiwan da Nord a Sud con una bici a noleggio per beneficenza

di Riccardo Verzè
Il veronese Gianni: «Volevo restituire a questo paese quello che mi ha dato finora»
Gianni Eliani (a destra) con i suoi compagni di viaggio
Gianni Eliani (a destra) con i suoi compagni di viaggio
Gianni Eliani (a destra) con i suoi compagni di viaggio
Gianni Eliani (a destra) con i suoi compagni di viaggio

Si è fatto più di cinquecento chilometri su una bici a noleggio da 25 chili, parecchio malandata, senza un grande allenamento e, almeno all’inizio, sotto una pioggia torrenziale. Da Nord a Sud di Taiwan, il Paese che l’ha adottato, in sei giorni.

 

Il viaggio di Gianni a Taiwan

«Una fatica infernale, ma che aiuterà chi ne ha bisogno», racconta Gianni Eliani, veronese di 38 anni che dal 2019 vive nell’isola a 180 chilometri dalla Cina che ha appena eletto il presidente autonomista William Lai ma che la Cina considera propria. «Volevo restituire a Taiwan quello che Taiwan mi ha dato in questi anni: mi ha fatto sentire a casa, anche durante la pandemia», racconta. E così con due amici è nata la «Challenge Taiwan We-Bike», un modo per sfidare se stessi ma soprattutto per raccogliere fondi per due associazioni locali, una che segue bambini orfani e l’altra donne vittime di violenza.

Il viaggio di Gianni a Taiwan

Gianni lavora come capo sommelier per un gruppo di ristoranti italiani gestito da Giorgio e Andrea Trevisan, padre e figlio di Soave, e l’idea è nata con un suo cliente e amico inglese, Pieter: «Facciamo con la "You bike" dalla stazione a Nord a quella più a Sud di Taiwan? E intanto raccogliamo fondi per qualche progetto...». 

You bike è un servizio molto simile a quello che da noi è Verona Bike, con stalli sparsi per la città dove si può prendere e lasciare bici in prestito. Per percorrere tutto il Paese, è bastato un centinaio di euro di noleggio. Nell’impresa hanno imbarcato anche il canadese Anthony, amico di Pieter, e il 3 dicembre sono partiti da Baishawan.

Le fatiche e le scoperte

We Bike: il viaggio di Gianni, Pieter e Anthony a Taiwan in bici a noleggio

Eliani ha giocato vent'anni a rugby nella Scaligera ma, senza allenamento, misurarsi con le due ruote è tutt'altra cosa: «Dovevo trascinare 25 chili di bici, un centinaio dei miei, più altri sei di bagaglio. Nei primi due giorni la pioggia non ha dato tregua e il secondo eravamo praticamente in autostrada, io avevo preso una bici particolarmente messa male ed ero sempre indietro. Il primo giorno invece avevo crampi lancinanti, con la determinazione in qualche modo ce l’ho fatta. In salita spingevo». E poi? «Dal giorno dopo mi sono ammazzato di banane», ride, «e a ogni tappa mi sembrava di faticare un po' meno».

Nel frattempo tenevano aggiornati via social i loro «tifosi» e la fatica veniva alleviata dagli incontri: «I taiwanesi sono persone bellissime, ti salutano, ti incoraggiano. E il paesaggio poi: abbiamo passato il Tropico dove vedi il cambio di vegetazione e di temperatura, attraversato posti molto diversi fra loro e scoperto il paese reale. Più vai in paesi piccoli, più le cose attorno sono vere, tradizionali». Alla loro avventura ha dato grande risalto anche Taiwan News, che ha sottolineato l'impresa compiuta «senza nessuna squadra di supporto e pedalando nove ore al giorno».

 

L'ultimo giorno il più bello, sulla costa, con l'arrivo a Kenting. E ancora più bello il risultato delle loro fatiche: più di 8.000 euro raccolti dai sostenitori, oltre 2.500 dagli sponsor. Da dare tutti in beneficenza, una volta pagate le poche spese vive. 
«Come diceva qualcuno», chiosa Gianni, «non c’è cosa migliore che piantare degli alberi di cui poi qualcuno poi potrà goderne l’ombra».

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