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danni e accuse

Il Comune: «Tunnel aperto troppo tardi». Ma la Comunità del Garda minaccia azioni legali

Quattro enti per il bottone rosso. Il vicepresidente della Provincia di Trento: «Sette ore per decidere. Hanno frenato i Comuni dell’asta dell’Adige»
La galleria Adige-Garda, conosciuta come scolmatore
La galleria Adige-Garda, conosciuta come scolmatore
La galleria Adige-Garda, conosciuta come scolmatore
La galleria Adige-Garda, conosciuta come scolmatore

Sette ore che avrebbero potuto fare la differenza. Il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Mario Tonina, parla chiaro sui ritardi per l’apertura della galleria Adige-Garda. «Non decidiamo noi da soli», spiega Tonina, «ma insieme alle Regioni Veneto e Lombardia e all’Aipo, l’Autorità interregionale per il fiume Po, che ha competenza anche per il Garda. Ma noi il via libera lo avevamo dato già in mattinata, alle 11. E così anche Veneto e poi Lombardia. Sono stati i Comuni lungo l’asta dell’Adige a frenare, poichè non era certo il raggiungimento dei limiti fissati dall’accordo del 2002 sull’uso della galleria. Anche il Comune di Torbole, il più danneggiato dall’apertura dello scolmatore, aveva detto sì. Così si è atteso fino al tardo pomeriggio per il via libera. Se si fosse deciso prima si sarebbero potuti limitare i danni».

Anche l'assessora alla Sicurezza Stefani Zivelonghi, ieri in serata, ha sottolineato il ritardo nell'apertura del tunnel del Garda: “I ponteggi dell’impalcatura su ponte Nuovo sono stati colpiti ripetutamente dal materiale che il fiume sta trascinando - spiega l’assessora Stefania Zivelonghi -. Purtroppo abbiamo saputo che la galleria del Garda, contrariamente a quanto era stato resto noto questa mattina, è stata aperta solo alle 17.30. Per questo motivo gli effetti dello sfiato delle acque arriverà solo nel giro delle prossime ore. I vigli del Fuoco e la Protezione civile sono comunque all’opera, con tutte le forze in campo che fanno parte della squadra che garantisce il monitoraggio della situazione”.

Adige, gli aggiornamenti dell'assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi

La Comunità del Garda minaccia azioni legali

Intanto la Comunità del Garda, nel pomeriggio di ieri, 31 ottobre, ricordava il rispetto delle regole disposte dalla convenzione per l’uso della galleria Adige-Garda: prevede l’apertura al raggiungimento dell’altezza idrometrica del fiume Adige di 5 m a Ponte S. Lorenzo.

Invece poco dopo le 17.30 la notizia dell’ok: «Inconcepibile – tuona Pierlucio Ceresa dalla sede dell’ente comprensoriale a Salò -. Tabelle alla mano, aggiornate ogni 15 minuti sul web dall’idrometro del fiume Adige al Ponte San Lorenzo, alle 17.30 il livello era a +4,70 metri e 15 minuti dopo addirittura meno. Chi ha deciso una misura del genere adesso se ne dovrà assumere le responsabilità».

«L’Adige era in calo e si è aperta la galleria sotto i livelli consentiti per l’apertura – afferma il vice presidente Filippo Gavazzoni -. Chi ha deciso che la galleria andava aperta? Quali le motivazioni?».

Alle 21.30 poi la chiusura, dopo uno scarico di 150 mc/sec, mentre in una dura nota «la Comunità del Garda si riserva di denunciare in ogni sede, anche penale, tale inaudita decisione, con il livello dell’Adige in calo». (Luciano Scarpetta)

Chi decide l'apertura della galleria

Sono quattro gli enti che devono dare il via libera all’apertura della galleria. Lo stabilisce la convenzione firmata il 1° luglio 2002, che trasferisce alla Provincia di Trento la competenza sullo scolmatore e le affida la gestione delle manovre di apertura e chiusura. Prima di schiacciare il bottone rosso, quindi, servono i pareri positivi degli enti, che vanno espressi entro un’ora dalla richiesta. Ieri questo meccanismo si è inceppato.

Oggi, 1 novembre, una tregua. Ma l’emergenza non è finita. E una perturbazione tira l’altra. La prossima arriverà fra meno di 24 ore.

Le previsioni per i prossimi giorni

La piena dell’Adige ha testimoniato la straordinaria quantità di pioggia caduta mercoledì in Trentino e in Alto Adige. Se Verona ha raccolto circa 35 millimetri d’acqua, già l’alta Lessinia ne ha ricevuti il doppio. Quantitativi vicini ai 120 millimetri nelle montagne del basso Trentino, grazie soprattutto a una quota neve eccezionalmente elevata.

Altrettanta ne cadrà tra domani e domenica: altre due potenti depressioni transiteranno sul nord Italia scaricando di nuovo quantità d’acqua eccezionali. Farà eccezione la giornata di oggi, quasi per intero soleggiata sebbene un po’ più fredda rispetto ai giorni scorsi. L’aumento delle nubi in vista nel pomeriggio preluderà però a un nuovo, pesante peggioramento, indotto da un’insidiosa depressione mediterranea figlia a sua volta di un ciclone pronto a colpire oggi l’Europa centro-settentrionale.

Dalla tarda mattinata di domani, 2 novembre, riprenderà quindi a piovere copiosamente sul territorio, con massima intensità in serata e nella notte su venerdì. Venti sostenuti di libeccio e scirocco scaricheranno di nuovo enormi quantità d’acqua su tutto l’arco alpino centrorientale: previsti fino a 100 millimetri sulla Lessinia orientale e sul basso Trentino.

Minore ma considerevole la quantità di pioggia prevista in pianura e a Verona, ovvero fra 30 e 40 millimetri.

Sabato il terzo fronte

Un terzo fronte perturbato arriverà sabato. Sarà un po’ più veloce dei precedenti ma distribuirà ugualmente piogge abbondanti fra sabato sera e domenica mattina, quando scatterà finalmente una tregua che dovrebbe tenere almeno fino a mercoledì quando un nuovo fronte abborderà l’arco alpino.

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