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Allarme nei boschi

Funghi, emergenza intossicati: «Prima di mangiarli è importante farli controllare»

di Ilaria Noro
L'esperto: «Hanno sindromi gastrointestinali che compaiono una o due ore dopo l’ingestione. Le persone fragili più a rischio»
Un esemplare di amanita phalloide che cresce nei boschi della nostra provincia
Un esemplare di amanita phalloide che cresce nei boschi della nostra provincia
Un esemplare di amanita phalloide che cresce nei boschi della nostra provincia
Un esemplare di amanita phalloide che cresce nei boschi della nostra provincia

La differenza tra un profumato e ghiotto fungo da tavola, ingrediente principe di alcuni tra i piatti veronesi più rinomati, e un potenzialmente letale fungo velenoso è labile, spesso impercettibile. E così, la scampagnata tra i boschi con cena finale a base dei ricercati miceti può trasformarsi in un incubo. Un epilogo potenzialmente drammatico che, in sole 48 ore ha portato al pronto soccorso una quindicina di persone di quattro nuclei familiari diversi, tra i quali anche tre bambini.

Intossicati ma fuori pericolo

Attualmente, nessuno di loro è in pericolo di vita e con tutta probabilità anche le persone tuttora ricoverate saranno dimesse nei prossimi giorni. Un intervento mirato e tempestivo, infatti, ha impedito conseguenze gravi, e per nulla rare, come la morte o il trapianto di fegato. La situazione, però, rimane preoccupante e l’allerta massima. Si tratta infatti di circa il triplo delle intossicazioni da fungo che accadono mediamente nel veronese in tutta la stagione.

Raccomandazioni

Un aumento anomalo che ha spinto il Centro antiveleni di Verona e l’Azienda ospedaliero universitaria integrata, di concerto con l’Ispettorato Micologico dell’Aulss9, a raccomandare la massima cautela, specie in questo periodo. «I funghi, se commestibili si possono mangiare con serenità, ma prima... fateli controllare. In caso di sospetta intossicazione, i privati ed i professionisti sanitari possono contattare il centro antiveleni di Verona al numero 800 011 858», fa appello l’Aoui. «Vediamo spesso intossicazioni da funghi ma solo raramente da funghi velenosi, potenzialmente letali. Negli ultimi giorni, invece, sono numerosi gli utenti che si sono rivolti al Pronto Soccorso di Borgo Trento con sintomi connessi all’ingestione di questi funghi molto pericolosi. Si tratta per lo più di sindromi gastrointestinali con sintomi quali nausea, vomito, diarrea. A seconda della tossina, una si manifesta tendenzialmente un’ora o due dopo l’ingestione mentre l’altra, più grave, appare non prima di sei ore», riassume Giorgio Ricci, direttore del Centro Antiveleni di Verona. Pericoli. «Tra l’altro, una sindrome non esclude l’altra: nel cesto di funghi raccolti, infatti, possono finire più specie pericolose», aggiunge Ricci. I numeri lo confermano. In soli due giorni, il Centro Antiveleni ha preso in carico sette persone che si erano rivolte al Pronto Soccorso di Borgo Trento e altre tre a quello di Negrar, cui si sono aggiunte altre consulenze telefoniche. Tre pazienti del Pronto soccorso sono risultati positivi alla ricerca dell’amanitina, potentissimo veleno presente in specie fungine quali l’Amanita falloide o la Lepiota. Questo veleno è mortale se l’intossicazione non viene prontamente trattata con una serie di farmaci, tra cui anche alcuni antidoti e sottoponendo il paziente ad una terapia pesante e lunga.

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Interventi immediati e "salvavita"

Fortunatamente, grazie all’intervento tempestivo e mirato degli specialisti, nessuno degli intossicati è in pericolo di vita o dovrà fare i conti con conseguenze a medio e lungo termine. L’analisi. «Probabilmente, ci fossero stati tra questi pazienti soggetti fragili o anziani con problemi renali o al fegato, le conseguenze sarebbero state ben più gravi anche agendo subito», precisa Ricci. Rimane il fatto, comunque, che il rischio corso, anche dai tre bimbi, è stato altissimo. Aggravato dal fatto che nessuna delle persone intossicate aveva fatto controllare da un Micologo esperto i funghi raccolti, errore da non sottovalutare. Tanto più che questo tipo di fungo, solitamente raro attorno alla città, a detta degli esperti, sta letteralmente proliferando.

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