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operazione delle Fiamme gialle

Indagine per false fatture, Hellas al contrattacco: «La misura è colma, infangato il nostro onore»

Il Club accusato di beneficiare di operazioni inesistenti nell'ambito di una presunta frode fiscale da 10 milioni di euro
La sede dell'Hellas Verona
La sede dell'Hellas Verona
La sede dell'Hellas (Marchiori)

Oggi, 7 novembre, in una nota il Verona è tornato sulla vicenda che vede Maurizio Setti fra gli indagati dalla Guardia di Finanza per presunte false fatturazioni.

Il club gialloblù sostiene che «La misura è ormai colma:  si è oltrepassato il limite della decenza. In passato, la Società e il suo Presidente sono stati oggetto di iniziative giudiziarie, aventi ampia risonanza mediatica, che poi l’autorità giudiziaria, su istanza e ammissione degli stessi organi inquirenti, ha archiviato, accertandone la manifesta infondatezza, acclarata anche dalla Corte di cassazione». Il riferimento in questo caso è al sequestro di 6 milioni e mezzo di euro del 2022, poi annullata dalla Cassazione.

Il comunicato prosegue: «Da ieri, si vuole fare credere all’opinione pubblica, invocando addirittura sanzioni esemplari, che Hellas Verona e il suo Presidente siano i principali protagonisti di un unico disegno criminoso integrante una maxitruffa, in contratti di sponsorizzazione, per un valore di 10 milioni di euro.

La verità è una sola ed è incontrovertibile», continua la nota, che scende nel dettaglio: «La Guardia di Finanza non ha eseguito perquisizioni e/o sequestri ai danni della Società e del suo Presidente.

Nella giornata di ieri, gli organi di Hellas Verona, non avendo nulla da nascondere, hanno spontaneamente consegnato ai funzionari della Guardia di Finanza, nucleo di Reggio Emilia, tre fatture, risalenti al 2019, che rientrano nel materiale oggetto di una indagine, promossa dalla Procura di Reggio Emilia, contro la società D.A.L. Worldwide Distribution.

Quest’ultima società emise le tre fatture, per un totale di € 258.760,00, nei mesi di luglio e ottobre 2019. Hellas Verona le pagò regolarmente a fronte di lavori edili eseguiti. Le tre citate fatture, nel tempo, non sono mai state contestate dall’Agenzia delle Entrate. E, nei mesi scorsi, erano state acquisite anche dalla Guardia di Finanza, nucleo di Verona, nell’ambito di un periodico e ordinario controllo fiscale.

Alla Società e a Maurizio Setti, in ordine a dette tre fatture - supposte, secondo l’accusa, essere relative a operazioni inesistenti -, viene contestato - e qui si riporta testualmente, per evitare equivoci e fraintendimenti, quanto scritto dalla Procura di Reggio Emilia - per l’anno d’imposta 2019 "costi indeducibili" e "IVA indebitamente detratta € 56.927,20". Hellas Verona e il suo Presidente dimostreranno, nelle sedi competenti, l’insussistenza dell’accusa.

Tuttavia, fin d’ora, è evidente che accostare "costi indeducibili” per lavori edili e indebita detrazione di IVA - per la modesta somma di € 56.927,20 - a una maxitruffa di € 10 milioni collegata a contratti di sponsorizzazione, individuando nella Società e in Maurizio Setti i protagonisti principali della vicenda, costituisce una squallida e incivile operazione mediatica, che mira a infangare l’onore, la reputazione e l’immagine di Hellas Verona, del suo Presidente e dei suoi tifosi».

Il club gialloblù ha fatto sapere di aver dato mandato ai propri legali di fiducia di agire in ogni sede, penale e civile, contro coloro che, «hanno contribuito o concorreranno alla canea mediatica, diffondendo notizie false, mistificando i fatti e travisando la realtà».

 

 

6 dicembre

La guardia di finanza nella mattinata del 6 novembre ha effettuato perquisizioni nelle sedi di società, anche sportive, coinvolte in un'indagine su sponsorizzazioni ottenute mediante fatture false emesse da una società 'cartiera'.

Sono cento i militari della Guardia di Finanza ed operatori della Polizia di Stato che, su delega della Procura della Repubblica del Tribunale di Reggio Emilia, diretta dal dottor Calogero Gaetano Paci, nell'ambito di una inchiesta ribattezzata "Operazione Cyrano", hanno dato esecuzione a un Decreto di perquisizione personale e locale e Informazione di garanzia emesso nei confronti di 26 persone fisiche e giuridiche, di cui 22 interessati anche da perquisizioni locali.

 

Anche Setti tra i 26 indagati

C'è anche il patron nonché presidente dell'Hellas Verona, Maurizio Setti tra i 26 indagati dell'operazione Cyrano, l'inchiesta condotta dalla Procura di Reggio Emilia sulla presunta maxi frode fiscale da 10 milioni tra pubblicità e sponsorizzazioni tramite fatture false emesse da una 'cartiera' con sede a Modena. Tra le persone giuridiche indagate vi sono società calcistiche, attive nella produzione di programmi televisivi e nei settori dei trasporti di merci, edilizio e meccanico in genere.

All'alba è scattato il blitz da parte della guardia di finanza e della polizia di Stato che conducono le indagini. Questa mattina gli inquirenti hanno consegnato l'avviso di garanzia a Setti. 

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La nota del Club

Poco dopo le 13 arriva la nota del Club: «La Guardia di Finanza sta effettuando unindagine su una società terza e non sull’Hellas Verona. Non è stata effettuata alcuna perquisizione né nella sede né altrove.

Il Club ha spontaneamente messo a disposizione le proprie risultanze contabili relative ai rapporti con detta società, che consistono nella ricezione di sole tre fatture relative al periodo di imposta di quattro anni fa e comunque di modesto importo.

La contestazione, si specifica ulteriormente in corso di verifica, potrebbe equivalere a circa 50.000 euro. In ogni caso, si smentisce in maniera categorica che l’oggetto dei documenti fiscali richiesti attenga a contratti di sponsorizzazione, argomento di cui nessuno ha mai parlato.

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