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Profughi

Emergenza sbarchi, il Comune: «Convertire i dormitori in strutture d'accoglienza, ma servono risorse»

di Manuela Trevisani
I posti letti per l'emergenza freddo potrebbero ospitare migranti. Anche la Caritas si sta organizzando
Anche Verona fa i conti con nuovi possibili ingressi di migranti
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I numeri record degli sbarchi registrati nell'ultima settimana stanno mettendo a dura prova il sistema di accoglienza italiano. Si parla di tre-quattromila arrivi al giorno, in particolare dalle coste della Tunisia. Una situazione in fase di rapida evoluzione anche a Verona.

 

I numeri nei Cas

Se fino a due settimane fa nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) della provincia erano ospitati circa 1.200 migranti, i numeri sembrano destinati ad aumentare velocemente nei prossimi giorni.«Era prevedibile che ci sarebbero stati altri sbarchi e per questo siamo costantemente in contatto con la Prefettura», spiega l'assessora comunale alle Politiche sociali Luisa Ceni.

 

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«Attualmente e fino al 30 aprile i posti letto del Comune sono destinati all'emergenza freddo per i senzatetto. Stiamo valutando, anche in considerazione dei fondi che potremo avere, di ampliare l'accoglienza nei dormitori». In altre parole, Palazzo Barbieri si rende disponibile a intervenire in caso di necessità, mettendo a disposizione dei profughi il proprio sistema d'accoglienza, ma solo se saranno stanziate adeguate risorse da parte del governo.

 

Ma servono risorse

Ceni concorda dunque con la linea dell'Anci, l'Associazione Nazionale Comuni Italiani, che proprio in questi giorni ha stimato in 600 milioni di euro i finanziamenti aggiuntivi necessari per reggere l'impatto dell'ondata migratoria. «Se ci sono persone che non riescono a essere accolte nei Cas, dobbiamo essere pronti a offrire loro accoglienza, ma ci servono risorse», dice l'assessora. «Pertanto, concordo con la richiesta di fondi avanzata dall'Anci. Più persone significa maggiori bisogni: un tetto sotto cui dormire, cibo, vestiario, tutto ciò che ruota attorno alla prima accoglienza».

 

L'impegno della Caritas

E da sempre in prima linea su questo fronte c'è la Caritas diocesana. «Proprio in questi giorni stiamo lavorando per ampliare il centro per richiedenti asilo che si trova ai Filippini, che potrà ospitare non più 12, ma 25 persone», fa sapere monsignor Gino Zampieri, direttore della Caritas diocesana. «Secondo le nostre previsioni dovrebbe essere pronto per la settimana del 17-24 aprile e potrà fornire una prima risposta in caso di emergenza». Questo centro di accoglienza "collettivo" è gestito direttamente dalla Caritas, che poi si appoggia a numerose comunità parrocchiali tra la città e la provincia in un sistema di "accoglienza diffusa" sul territorio.

 

Aumentano i migranti con fragilità

Tra le cooperative veronesi impegnate in questo settore, molto attiva è Spazio Aperto, che attualmente gestisce 288 profughi tra quelli ospitati all'ex albergo Monaco di via Torricelli, in zona industriale a Verona, nel centro per rifugiati ucraini a Isola della Scala e nelle varie strutture distribuite in diversi paesi del Veronese. «Di recente abbiamo avuto nuovi arrivi», spiega Eleonora Rizzi, responsabile dell'area Accoglienza migranti della cooperativa Spazio Aperto. «Rispetto alle ondate passate, abbiamo notato un forte incremento delle fragilità e della vulnerabilità: donne con palesi segni di torture o di violenze, donne incinte e comunque persone molto provate, che hanno dovuto affrontare viaggi difficili».

Rizzi racconta che «si sta assistendo a un esodo rilevante di tante popolazioni, che vivono situazioni difficili nei loro Paesi d'origine». Molti dei nuovi immigrati arrivano dall'Africa subsahariana francofona, e specialmente dalla Costa d'Avorio, oltre che dalla Siria. «Queste persone generalmente si fermano poco sul nostro territorio, perché puntano a ricongiungersi con i loro familiari», aggiunge Rizzi. «Tra gli uomini vi è inoltre una grande presenza di migranti orientali, in particolare dal Pakistan e dal Bangladesh. Si tratta di persone con una grande volontà di integrazione, decise a mettersi al più presto in regola per guadagnare e inviare anche una parte dei propri guadagni ai familiari rimasti nei loro Paesi d'origine».

Attualmente le strutture a disposizione della cooperativa Spazio Aperto sono tutte piene. «Ma a breve alcuni posti dovrebbero liberarsi», conclude la responsabile dell'area Accoglienza migranti. «Il turn over ci dovrebbe consentire di accogliere le nuove persone in arrivo»..

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