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Salvata dalla polizia

Ore di terrore legata in casa dal compagno: «Temevo volesse uccidermi»

L'intervento di vigili del fuoco, polizia e 118
L'intervento di vigili del fuoco, polizia e 118
Vigili del fuoco e polizia via Galvani (immagini TeleArena)

L’hanno portato in Questura, arrestato con l’accusa di sequestro di persona. Dopo ore di trattativa, gli uomini delle Volanti, aiutati dai vigili del Fuoco, sono riusciti calandosi dal tetto ad entrare nell’appartamento al civico 10 di via Galvani dove l’uomo, un ventenne con cognome albanese ma documenti greci, ieri mattina (18 settembre) si era barricato dando in escandescenze contro la compagna. E minacciando di ucciderla.

L’allarme

I vicini, sentendo urla «disumane», che «non finivano mai», «disperate», temendo che dentro quelle quattro mura stesse effettivamente accadendo qualcosa di grave, hanno subito allertato la Polizia. Gli agenti si sono precipitati. Dopo un lungo lavoro di convincimento, sono riusciti a farsi aprire la porta, a bloccare l’uomo e a liberare la donna, a cui aveva legato le mani con dei cavi elettrici e a cui, con oggetti contundenti, ripeteva di prepararsi a fare una brutta fine.

«Avevo paura che mi uccidesse sul serio», avrebbe poi detto la giovane, di origini sud americane, ai suoi salvatori.

 

Ore di tensione

È un artigiano, classe 2003, di professione idraulico, il protagonista della mattinata ad alta tensione che ha tenuto impegnate a lungo le forze dell’ordine a Borgo Nuovo, arrivate per fermare quello che in centrale era stato protocollato come tentato omicidio. Sono accorsi anche gli zii, che vivono poco lontano, ma il loro tentativo di mediazione è fallito. «Abbiamo provato a parlargli attraverso la porta, ma niente», raccontano, «era fuori di sè, diceva che non siamo suoi parenti, di andare via, altrimenti si sarebbe buttato di sotto».

È stata la professionalità di un agente delle Volanti, che è riuscito ad agganciare l’uomo e piano piano a conquistare la sua fiducia, a rendere possibile la soluzione a lieto fine, senza vittime o feriti, di quella che aveva tutte le caratteristiche per trasformarsi in tragedia.

La ragazza l’ha ammesso: «Temevo volesse uccidermi, era fuori di sè, ho avuto tanta paura. Diceva che ero una sconosciuta entrata in casa per ammazzargli la compagna e che adesso toccava a me fare la stressa sorte. Non mi riconosceva. Era allucinato».

Urlava lui ma urlava anche lei, sperando così di attirare l’attenzione di qualcuno che chiamasse i soccorsi. «Aiuto», «basta», lo implorava, ma lui rispondeva con grida strampalate, parole senza senso, brandendo oggetti contundenti. In passato l’aveva già terrorizzata con un coltello. Non poteva difendersi: aveva le mani bloccate, seduta immobile sul divano. Era indemoniato.

Fuori controllo

Un «mostro», come ha continuato a chiamarlo la ragazza dopo essere stata messa in salvo. Ieri mattina era scollegato dalla realtà, inavvicinabile, in preda alle allucinazioni. Fuori di senno, non la riconosceva nemmeno tanto da arrivare a mettere in scena il «sequestro di persona» per vendicare la sua vera fidanzata, reato per il quale è stato ammanettato e condotto in Questura, a disposizione degli inquirenti.

Oggi è attesa la convalida dell’arresto. L’irruzione Sono stati attimi concitati quelli del blitz dei poliziotti, si è trattato di pochi secondi nei quali sono stati la lucidità e l’esperienza dei poliziotti delle due pattuglie a garantire l’incolumità della vittima e l’immobilizzazione del suo aguzzino. La ragazza, sotto choc, è stata poi affidata alle cure del sanitari del 118 mentre lui, in stato confusionale, è finito in cella di sicurezza in Questura.

Camilla Ferro

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