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I costi sociali della salute

Cure troppo care, tanti veronesi si indebitano o rinunciano alle cure

L'allarme della Fondazione Gimbe
Un'ecografia
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Sono tanti i veneti che, per ragioni economiche, rinunciano alle cure mediche out of pocket cioè quelle sostenute direttamente mettendo mano al portafoglio. E sono tanti anche quelli che, invece, scelgono di indebitarsi per potersi curare, accendendo mutui in banca e chiedendo prestiti. Nel 2022 questo tipo di spesa, a livello nazionale, è arrivata a sfiorare i 37 miliardi di euro: oltre 25 milioni di famiglie hanno pagato in media per la propria salute 1.362 euro (64 euro in più rispetto al 2021) e ben 1,9 milioni di persone hanno invece rinunciato a curarsi perchè senza soldi.


La salute a rischio

È il dramma della «povertà assoluta» che è continua ad aumentare e che, secondo i dati Istat, se nel 2022 ha avuto una incidenza dell’8,3 per cento sulle famiglie mettendone in ginocchio ben 2,1 milioni, nel 2023 si stima che salirà all’8,5 per cento. 
La piaga inarrestabile di chi vive sotto la soglia di indigenza per il caro-vita ha, per forza, un impatto immediato sulla rinuncia alle cure: il dentista, ad esempio, che non è coperto dal Servizio Sanitario Nazionale, è la più frequente.

Così le visite, gli esami, gli interventi che vengono rimandati. Sono a rischio salute milioni e milioni di italiani, bimbi compresi. «Questa situazione richiede urgenti politiche di contrasto», è l’appello del presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, «non solo per garantire un tenore di vita dignitoso a tutti ma anche perchè le diseguaglianze sociali nell’accesso alle cure e l’impossibilità di farvi fronte con risorse proprie rischiano di compromettere la coesione sociale, oltre che la salute e la vita dei più poveri».

Sanita', tre milioni di italiani rinunciano a curarsi


Sos Veneto

A lanciare l’allarme è Fondazione Gimbe che nell’ultimo «Report sulle Spese sanitarie delle famiglie italiane» fotografa una situazione preoccupante. «Riguardo al Veneto», dicono dall’associazione, «nel 2022 la spesa annuale delle famiglie per la salute è stata pari a 1,461 euro, un 1,3 per cento in più rispetto al 2021 (era stata di 1.443 euro). La percentuale poi di quelle che hanno rinunciato alla sanità out of pocket è stata pari al 6,4 per cento a fronte di una media in Italia del 7».
L’altra faccia della medaglia, la fornisce un’indagine di «Facile.it» e «Prestiti.it» che ha raccolto i numeri di chi, per curarsi, è andato a chiedere aiuto in banca.

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I veronesi e i prestiti

«Secondo la nostra analisi», spiegano dall’azienda, «se nel 2023 i prestiti per sostenere le spese mediche hanno rappresentato il 5,11% del totale dei finanziamenti arrivati dal Veneto, il dato scende al 4,8% per Verona e provincia».

E ancora: «Chi a Verona lo scorso anno ha chiesto soldi per pagare cure mediche, ha cercato di ottenere 6.989 euro, valore superiore rispetto alla media regionale (6.551 euro da restituire in poco meno di 52 mesi): all’atto della firma aveva quasi 44 anni, dato leggermente più basso rispetto a quello regionale (quasi 46 anni). E nel 27,8 per cento dei casi, nel Veronese, era donna». A fronte di una media nazionale del 4,70 per cento, «il Veneto risulta essere la quarta regione in Italia per incidenza dei prestiti per pagare le cure sul totale delle richieste».


Boom di richieste

Dall’analisi emerge anche come, nell’ultimo anno, il tasso dei prestiti sia aumentato notevolmente. «Nel 2022 il Taeg medio riservato ai veneti che hanno chiesto denari per spese mediche è stato pari al 9,3%», concludono da Facile.it, «valore salito al 10,9% nel 2023, in aumento quindi del 17%».

Camilla Ferro

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