<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
i testimoni

Duplice omicidio, il racconto dei vicini: «Una donna adorabile. Osvaldo? Era qui spesso»

Nel racconto degli inquilini dello stabile la descrizione di una coppia affiatata e senza problemi: «Niente faceva pensare a questo dramma. Lei sempre disponibile e si prendeva cura dei gatti. L’uomo e il padre andavano insieme in ospedale»
L'ingresso del condominio in cui è avvenuto il duplice omicidio (Marchiori)
L'ingresso del condominio in cui è avvenuto il duplice omicidio (Marchiori)
L'ingresso del condominio in cui è avvenuto il duplice omicidio (Marchiori)
L'ingresso del condominio in cui è avvenuto il duplice omicidio (Marchiori)

Allarga le braccia sconsolata. Prova a riflettere, a ragionare, le parole servono anche a lenire una sofferenza e uno choc mai vissuti prima. Negli occhi è nei gesti di Antonella c’è tutto il dolore e lo stupore per essere stata catapultata all’improvviso nell’anticamera dell’orrore proprio al termine di una giornata festiva, quando ha saputo del duplice omicidio avvenuto proprio nello stabile in cui abita, a Borgo Roma: «Mai mi sarei aspettata una cosa del genere. Non qui, non in questo posto. In questa palazzina ci si conosceva tutti. Ci incontravamo sulle scale, si salutavamo, le solite cose tra vicini. Wilma era sempre molto gentile, una persona stupenda che amava i suoi gatti e si prendeva cura di loro ogni giorno».

Coppia apparentemente serena

Nerone faceva compagnia a un’altra femmina fulva e a un randagio che, in quella famiglia, si trovava parecchio a suo agio. «Il marito, ultimamente si vedeva poco in giro. Credo che fosse ammalato. Era una coppia apparentemente serena, anche il figlio mi sembrava una persona a posto», racconta un’altra signora affacciandosi all’uscio di un appartamento e chiedendo di restare anonima.

La palazzina di via Aquileia 22 si compone di due scale ed è il classico condominio residenziale ben tenuto e accogliente. In questi giorni, gli operai sono al lavoro e il giardino è stato trasformato in un cantiere con il silos bianco di cemento e la gru, il palazzo avvolto nel nailon, la sabbia e la ghiaia che coprono le mattonelle su cui qualcuno ha sistemato della plastica per evitare di portare lo sporco in casa. È in corso il rifacimento della facciata. «Con la 110», spiega Antonella. La donna abita proprio al piano sottostante a quello dei due coniugi uccisi. Mentre parla, agita le mani nervosamente.

Leggi anche
Marito e moglie uccisi dal figlio a coltellate

Il racconto della vicina 

Il suo viaggio nell’incubo è iniziato con una scampanellata nel tardo pomeriggio: «Polizia, apra subito». La donna tentenna, ha comprensibilmente paura. Chiama il 113: dall’altra parte confermano: c’è un’emergenza, le chiedono di collaborare. «Ho scoperto così che Giampaolo e Wilma erano stati uccisi», racconta Antonella.

Da lì è un precipitare di volti, domande, interrogativi. Chi? Perché? Arriva un altro vicino di casa: «Ho visto portare via il figlio. Era in manette». Non sapeva, non potevano sapere, i vicini, che Osvaldo Turazza era tornato in quella casa accompagnato dalla polizia e dal magistrato, per ricostruire quelle drammatiche ore. Quelli che sono in casa, nella palazzina di via Aquileia 22, sono quasi tutti al cellulare. Cercano di capire, di confrontarsi.

Un’altra donna si affaccia alla porta di un’abitazione in vestaglia: «No, non ho sentito nulla. Ma la mia camera non confina con il loro appartamento». Anche lei conferma che l’uomo non si vedeva spesso in giro ultimamente. «La Wilma? L’ho vista ieri mattina. Era gentile e disponibile come al solito. Abbiamo parlato delle caldaie. La nostra va cambiata, la loro sarebbe rimasta uguale, perché era di ultima generazione. Mi ha salutato con un sorriso: è l’ultima volta che l’ho vista, me la ricorderò così». Cose di ogni giorno, come capita in tutti i condomini. «Come si fa a pensare che possa accadere una cosa del genere?».

Inquilini sotto choc

Più in basso si compie il triste rito della rimozione delle salme. «Il figlio si vedeva spesso», racconta ancora Antonella. E un altro vicino aggiunge: «Sì, e qualche volta si sentivano pure litigare, ma sembravano discussioni normali in famiglia». Antonella ricorda alcuni particolari: «Il figlio non abitava qui, ma veniva spesso a trovare i genitori». Insieme andavano ai controlli in ospedale.

Arriva una famiglia con un bambino. Lo choc lascia i genitori senza parole. Si fermano solo un attimo, corrono in casa. A proteggere il figlio. Piano piano la scena del crimine si svuota. Gli addetti dell’Agec portano via i corpi, destinazione cimitero monumentale. La scientifica conclude i suoi rilievi e sigilla l’ingresso su disposizione del pm di turno, Elvira Vitulli. Dal giardino spunta un gatto. È Nerone. Sembra spaesato e vaga un po’ intorno. Poi scompare nel buio. Un vicino lo guarda: «E adesso, chi si prenderà cura di loro?».

Leggi anche
Marito e moglie uccisi dal figlio a coltellate

Roberto Vacchini

Suggerimenti