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dopo la relazione della procura

Il questore Massucci: «Più casi da codice rosso. Emergenza la violenza in casa»

di Nicolò Vincenzi
Massucci dopo i dati della relazione del procuratore Tito per l'apertura dell'anno giudiziario: «Più donne denunciano, è calata la reticenza nel porsi come vittime. Gli abusi all'interno delle famiglie? Da chiarire quale sia l'effetto del Covid. Droga, la quantità di assuntori è enorme»
Il questore Massucci interviene sul tema della violenza domestica
Il questore Massucci interviene sul tema della violenza domestica
Il questore Massucci interviene sul tema della violenza domestica
Il questore Massucci interviene sul tema della violenza domestica

I reati del «codice rosso», a Verona, sono in aumento. Un dato di fatto, numeri. La maggior parte di questi, e lo sottolinea il questore di Verona Roberto Massucci, sono riconducibili all’ambito famigliare. Si tratta di violenze, stalking o stupri. Da un lato sono sempre di più le donne che denunciano, dall’altro - e lo ribadisce il questore - serve un’analisi sociologica profonda.

Ma in città, anche alla luce della relazione del procuratore Raffaello Tito in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, sono diversi gli aspetti sotto la lente d’ingrandimento.

«Verona è crocevia della droga sì, ma lo è anche di se stessa. Con le nostre operazioni constatiamo una quantità enorme di assuntori», precisa Massucci. E poi la questione baby gang e il numero di agenti a disposizione: «Non possiamo fare i miracoli». Fino, e qui ritorna la relazione di Tito, alla procura distrettuale antimafia in città che il questore indica come passo inevitabile.

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Signor questore, i reati a Verona legati a violenze contro le donne e delitti contro la liberà sessuale sono in aumento. Come legge i numeri?

Bisogna cercare una spiegazione statistica e sociale. Da quella statistica, quindi, pare che ci sia una maggiore consapevolezza negli strumenti. Una minore reticenza nel denunciare e porsi come vittime di violenza. Conforta che il ricorso alla legislazione protettiva sia, in questo senso, più impattante. Poi però c’è da capire anche, e su questo psicologia e sociologia si stanno interrogando, quanto le conseguenze del covid, e delle restrizioni, abbiano portato con sè violenze soprattutto all’interno delle famiglie. Sulla prevenzione e sulla tempestività degli interventi stiamo lavorando tantissimo. Anche in termini di ammonimenti del questore, il primo passo per interrompere certe condotte.

A Verona la questione sicurezza impatta anche sotto un altro punto di vista, quello legato alle baby gang. Qual è la situazione?

Si è normalizzata. A Verona il numero di certi reati è rimasto costante. Da una parte infatti ci sono quelli commessi da una certa criminalità riconducibile appunto alle baby gang e hanno una incidenza su piccole rapine. ad esempio. Mentre la criminalità diffusa segue, spesso, un altro filone legato al fenomeno migratorio.

Il procuratore Tito per Verona chiede la procura antimafia, cosa ne pensa?

Credo sia nelle cose. Credo sia nell’evoluzione di Verona. Serve un ulteriore implementazione del target delle strutture che presiedono l’applicazione della legge. La procura antimafia è una di queste.

Anche i reati in materia di stupefacenti sono in aumento. Verona è un crocevia?

Sì. Ma è un crocevia anche di se stessa. Le operazioni che facciamo mettono in luce una quantità enorme di assuntori. È una evidenza inconfutabile. Con l’operazione «Casablanca» abbiamo intercettato chili e chili di cocaina con un livello di spaccio non da strada, ma da grossisti. In quella «Bentegodi», invece, abbiamo visto centinaia, se non migliaia, di assuntori collegati allo stadio. Ma come dico sempre, il problema della droga sono soprattutto gli assuntori. Va anche detto che rispetto al passato la situazione è cambiata. A livello internazionale l'approvvigionamento passa per gran parte dai porti. Le tonnellate vengono trasferite all’interno dei container delle navi.

Carenza di agenti in questura, se n’è parlato molto in questi giorni. Ne arriveranno venti tra poco, ma tanti poliziotti andranno anche in pensione...

Sul numero di agenti sono in costante contatto con gli uffici dipartimentale. I miracoli, è chiaro, non possiamo farli e i pensionamenti sono massivi. Arriveranno venti agenti e saranno in implemento rispetto all’organico. Ma l’anno prossimo altrettanti andranno in pensione e quindi sarà un tema da riprendere in mano.

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