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anti-allagamenti

Fra Porta Borsari e via Diaz cantiere aperto da 15 mesi: ecco come procede

di Ilaria Noro
Il progetto di Acque Veronesi aumenta la capacità di drenare le piogge. La parte sotterranea, quella più consistente, è stata ultimata, ora le opere accessorie. E lungadige Panvinio resterà chiuso
Allagamenti a Porta Borsari e i lavori alla nuova maxi condotta
Allagamenti a Porta Borsari e i lavori alla nuova maxi condotta
Allagamenti a Porta Borsari e i lavori alla nuova maxi condotta
Allagamenti a Porta Borsari e i lavori alla nuova maxi condotta

Il più è fatto. Sotto Porta Borsari e lungo via Diaz, fino in Adige, i lavori che puntano a risolvere i problemi di allagamento della zona sotto la porta romana proseguono e se ancora non c’è una data di fine lavori, l’intervento più importante può dirsi concluso. Si tratta dello scavo sotterraneo realizzato con il sistema no-dig per collegare i due pozzettoni.

L’obiettivo dell’intervento è infatti quello di aumentare la capacità di drenare le acque a circa seimila litri al minuto e cioè tre volte la portata delle precedenti condotte. Il progetto, realizzato con un sistema che ha permesso di bucare l’asfalto il meno possibile e di impattare poco sulla viabilità in una delle direttrici importanti del centro soprattutto per i mezzi pubblici, consiste nella posa di una condotta del diametro di 1,2 metri, grazie a cui le acque meteoriche provenienti da corso Cavour, via Diaz, via Cantore, via Oberdan e corso Porta Borsari vengono intercettate e collettate direttamente in Adige.

Lavori in corso

La parte di cantiere che corre sotterranea è dunque pressoché conclusa. Ma i lavori sono tutt’altro che finiti. I prossimi passaggi, ora, riguardano il completamento dei piping – ovvero le opere accessorie per consentire lo scarico delle acque e dunque tubi, paratoie, saracinesche – e gli ultimi interventi edili nei pozzi. Inoltre, la connessione con le pompe di spinta nel pozzo verso l’Adige, quelle che entrano in azione solo in caso di piena del fiume.

Con modalità e tempi che Acque Veronesi concorderà con Comune e polizia locale, sarà calendarizzata l’installazione delle griglie e delle caditoie su via Diaz e corso Cavour: si tratta di lavori che torneranno a modificare la viabilità in zona e, al momento, la priorità è quella di limitare al massimo i disagi al traffico a fronte anche del grande cantiere di via Città di Nimes.

Le date

Le tempistiche sono dunque da stabilire mentre sono in corso le valutazioni per capire quali siano i momenti migliori per procedere. Di certo, i lavori sono durati ben più del previsto. A gennaio 2022 (data di inizio lavori), infatti, il cronoprogramma diramato da Acque Veronesi e Comune indicava la chiusura del cantiere entro l’estate, quella già passata. A distanza di oltre un anno, invece, il sipario deve ancora calare.

Almeno per ora, dunque, il tratto iniziale di lungadige Panvinio rimarrà chiuso al traffico così come sarà mantenuto l’accesso alla Ztl da via San Michele alla Porta che continuerà ad essere a doppio senso di marcia.

Sistemazioni

Anche il monumento all’Arte della Lana, nella piazzetta all’angolo tra lungadige Panvinio e vicolo Seghe Santa Eufemia, rimosso per esigenze di cantiere e restaurato da Acque Veronesi, dovrà attendere per essere rimesso in loco così come il vecchio ulivo provvisoriamente spostato nel verde al di là di Ponte della Vittoria.

L’intervento, che vede lavorare la municipalizzata in sinergia con il Comune, è realizzato da Acque Veronesi e finanziato dalla Regione con due milioni e 100mila euro. Ed è l’ultimo di una serie.

I lavori in questa zona, in passato rallentati anche dai ritrovamenti di reperti romani, sono iniziati ancora nel 2018. Un primo intervento era stato deciso a fronte di uno dei gravi episodi di allagamenti che negli anni scorsi avevano interessato la «vasca» di Porta Borsari ovvero l’avvallamento sotto la porta romana dove in un’occasione sono stati immortalati dei residenti che hanno attraversato la piscina addirittura a bordo di un gommone. Il progetto, concluso l’anno successivo, ha permesso l’installazione di una vasca di profondità in grado di raccogliere l’acqua piovana e, in caso di saturazione dell’invaso, di dirottare l’eccedenza idrica verso l’Adige.

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