Ciò che oggi viene chiamato comunemente ex Campone, riferendosi all’edificio che fu carcere fino agli anni Novanta, non è che la metà dell’originario e vero «Campone» ottocentesco: un complesso enorme di tipo militare voluto dall’Impero asburgico, e progettato dal geniale ingegnere Franz von Scholl, nell’ambito della grande opera di fortificazione cittadina di Verona.
L’ex penitenziario scaligero era sorto infatti, fra il 1847 e il 1854, con la funzione di caserma di fanteria nella zona di Verona denominata Campone. E proprio di fronte fu costruita la sua «gemella», la caserma di cavalleria: l’altrettanto grande edificio che oggi ospita il Tribunale di Verona.
Racchiusa fra le due costruzioni semplici e lineari, un’enorme piazza d’armi di 25mila metri quadrati per le esercitazioni. Nel momento dell’annessione di Verona al Regno d’Italia, il compendio mantenne la funzione di militare sotto la bandiera tricolore, continuando a essere dimora per le truppe, tra le cui fila passò anche un giovane Benito Mussolini.
A partire dal secondo dopoguerra invece il suo destino si è sdoppiato: la caserma di fanteria è stata riutilizzata come carcere, mentre la «gemella», caserma di cavalleria, è stata restaurata nei primi anni Ottanta per divenire la sede del tribunale.
Il penitenziario all’ex Campone ha visto passare migliaia di detenuti: dai narcotrafficanti agli autori di delitti che hanno occupato per anni le pagine di cronaca, i terroristi che misero a segno rapimenti storici, come quelli di Dozier e di Moro; e negli anni di Tangentopoli, anche politici e imprenditori. Furono tra gli ultimi, questi, a percorrere i corridoi della prima e seconda sezione, perché il primo aprile 1995 l’ex Campone chiuse, e il carcere venne trasferito a Montorio. Pensato per 200 detenuti, era arrivato ultimamente ad ospitarne oltre 300. Da allora, l’edificio è passato in mano ai privati. Questo non ha impedito, però, il suo inesorabile declino e abbandono. Si attende ancora una svolta.