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Il caso

Borgo Trento, dopo la denuncia arrivano nuovi posti letto per il pronto soccorso

Paziente in corridoio al pronto soccorso di Borgo Trento
Paziente in corridoio al pronto soccorso di Borgo Trento
Paziente in corridoio al pronto soccorso di Borgo Trento
Paziente in corridoio al pronto soccorso di Borgo Trento

Ventuno posti letto per decongestionare rapidamente il Pronto soccorso e consentire che le persone che necessitano di ricovero non debbano sostare addirittura per giorni nei corridoi.
A tre giorni dalla grave situazione denunciata da L'Arena sul Pronto soccorso di Borgo Trento, l'Azienda ospedaliera universitaria integrata risponde passando all'azione e annuncia di aver messo a disposizione ulteriori posti letto, che dovrebbero far sì di non dover più assistere alle scene segnalate e vissute da molti pazienti, la maggior parte anziani. Nelle ultime settimane infatti, conferma l’azienda, il Pronto soccorso di Borgo Trento ha registrato un incremento di accessi di almeno un 15% che non è riuscito a smaltire: fino a un centinaio le persone in attesa in sala d'aspetto, personale subissato di richieste di assistenza in arrivo al triage, e tantissimi i pazienti che, una volta accolti e visitati dal medico di turno, rimanevano “parcheggiati” nei corridoi, come in una sorta di imbuto, su letti di fortuna e senza assistenza adeguata, perché i reparti non riuscivano con lo stesso ritmo ad accoglierle.
Già da oggi, però, la situazione dovrebbe essere più sostenibile. La direzione medica ha infatti dato disposizioni affinché da ieri venissero riattivati gradualmente i posti letto della Sezione di decisione clinica, una modalità organizzativa che consente di valutare rapidamente le condizioni del malato, stabilizzarlo, avviare la terapia appropriata e programmarne precocemente la dimissione grazie a una valutazione multidisciplinare.
 
Posti collocati sopra il Pronto soccorso che erano stati temporaneamente sospesi a causa delle criticità organizzative legate alla pandemia e che ora sono stati restituiti all'emergenza-urgenza.
Se ancora non bastasse, il direttore medico Giovanna Ghirlanda ha previsto, sempre da ieri, l'attivazione di sei posti letto aggiuntivi da riservare ai ricoveri urgenti da Pronto soccorso. Posti resi disponibili nel modulo di attività delle Medicine specialistiche. Secondo le indicazioni, nel rispetto comunque delle patologie prevalenti nei pazienti, questi posti saranno assegnati tre a gastroenterologia, due a reumatologia e uno ad angiologia.
 
A dire il vero, il Pronto soccorso di Borgo Trento che “scoppia” è comunque un problema cronico per l'Azienda ospedaliera. Al netto di un incremento della morbilità, fisiologico in settembre in concomitanza con l'autunno, e della perdita temporanea dei 15 posti letto della Sezione di decisione clinica, ad aggravare la situazione ci si è messa, nell'ultimo mese, la sospensione di sette medici di famiglia e sei afferenti alla Guardia medica perché non in regola con la vaccinazione antiCovid (prevista dalla legge per il personale sanitario). Ma alla base dei tempi di attesa biblici, da sempre, ci sono soprattutto gli “accessi inappropriati”: codici verdi o addirittura bianchi che dovrebbero essere intercettati dall'assistenza primaria sul territorio (medici di famiglia e pediatri) e che invece, per mille motivi, continuano a intasare i Pronto soccorso, dove rappresentano più del doppio delle urgenze. Perché gli specialisti dell'emergenza possano concentrarsi appieno sulla loro missione, quella di salvare chi è in pericolo di vita, occorre ripartire proprio da qui.

Elisa Pasetto

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