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Borgo Santa Croce

Baby gang e aggressioni, i genitori chiedono il vigile di quartiere al parco

«Mio figlio prova una grande rabbia e vedendo che i suoi aggressori girano con il coltello vorrebbe averno uno anche lui».
Baby gang in azione (foto d'archivio)
Baby gang in azione (foto d'archivio)
Baby gang in azione (foto d'archivio)
Baby gang in azione (foto d'archivio)

Una petizione da presentare al prefetto e all’amministrazione comunale per chiedere un vigile di quartiere, soprattutto nelle ore pomeridiane, quelle in cui i ragazzini frequentano il parco giochi del quartiere. È questa la proposta emersa l’altra sera, durante la riunione convocata spontaneamente dei genitori dei ragazzi residenti tra Borgo Santa Croce e parte di Borgo Venezia.

Una riunione per confrontarsi e cercare di trovare soluzioni per garantire sicurezza ai propri figli, facendoli sentire al sicuro quando si ritrovano nel parco giochi o nelle aree verdi del loro quartiere. In quest’area c’è la delegazione est, ma il vigile di quartiere non c’è sempre.

Riunione tra genitori preoccupati, avvocata e psicologa

Alla riunione hanno partecipato anche un avvocato donna ed una psicologa per cercare di dare suggerimenti utili. L’iniziativa è nata dopo l’aggressione a tre ragazzini nei pressi delle giostre della sagra del quartiere. I giovani erano stati rapinati di portafogli e telefonini. Ma non era quello l’unico episodio di microcriminalità del quartiere, per questo i genitori si sono ritrovati in sala Tommasoli, per trovare soluzioni e rimedi, e cercare di fare in modo che non accada di nuovo.

Nel corso della riunione è inoltre emerso, con insistenza che nelle serate di giostre non c’erano, come invece era accaduto in passato, presenze di ambulanza fissa o di pattuglie di forze di polizia, un protocollo di sicurezza che già in occasione dell’accaduto era stato sollevato non fosse stato applicato.

Giovani bullizzati e aggressori armati di coltello

«Si parla sempre dei bulli, ma nessuno pensa ai bullizzati, ai minorenni rapinati, alle conseguenze che restano dopo episodi del genere», dice la madre di uno ragazzini vittime dell’ultima aggressione. «Io sono preoccupata perché a mio figlio è venuta addosso una grande rabbia e vedendo che i suoi aggressori girano con il coltello vorrebbe averno uno anche lui. Allora se da una parte sono contenta che non si sia depresso e che continui ad uscire, dall’altra sono preoccupata perché temo che a violenza si aggiunga violenza», dice la madre di uno dei tre giovani. La mamma conferma che ad aggredire i ragazzini sono stati altri giovani tra i 12 ed i 16 anni, che le vittime non conoscono di persona, ma che hanno già incontrato nei pressi dell’Adigeo.

Dibattito sulla prevenzione del fenomeno delle baby gang

Giusto ieri sul problema della devianza giovanile era intervenuto l’avvocato Christian Serpelloni, vice presidente Camera Minorile di Verona, che aveva sottolineato come, per arginare la devianza sia necessario individuare i segnali sentinella, come gli atti di bullismo, le aggregazioni più o meno spontanee di ragazzi provenienti da realtà complesse, gli atti di violenza agiti a scuola, durante lo svolgimento di attività sportive, in famiglia, tra amici, e intervenire seriamente.

L’avvocato aveva evidenziato che in alcuni quartieri veronesi, oggettivamente in difficoltà, è urgente lavorare concretamente sul territorio realizzando progetti mirati, coinvolgendo famiglie e ragazzi, mettendo a disposizione risorse che possano intercettare il disagio e affrontarlo con tempestività. In passato in alcuni quartieri c’erano poliziotti e vigili, ma poi il numero era stato ridotto. 

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