<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Tragedia in Lessinia

Arriva in aula il dramma della ghiacciaia: «Date un senso alla morte dei nostri figli»

Ieri la discussione dell’archiviazione. I papà di Tommaso e Michele: «Sono morti due bambini di 7 anni. Come può finire tutto così?»
Michele Mazzucato (in alto) e Tommaso Saggioro, le due piccole vittime dell'incidente a Malga Preta di Sotto, in Lessinia
Michele Mazzucato (in alto) e Tommaso Saggioro, le due piccole vittime dell'incidente a Malga Preta di Sotto, in Lessinia
Michele Mazzucato (in alto) e Tommaso Saggioro, le due piccole vittime dell'incidente a Malga Preta di Sotto, in Lessinia
Michele Mazzucato (in alto) e Tommaso Saggioro, le due piccole vittime dell'incidente a Malga Preta di Sotto, in Lessinia

«Siamo partiti per trascorrere una giornata in compagnia e siamo tornati a casa con due bare. Due minuti prima i nostri bambini correvano con dei ranocchi in mano, due minuti dopo non c’erano più».

È un dolore composto, quello di Mattia Mazzucato e di Andrea Saggioro, i padri rispettivamente di Michele e Tommaso, i due bambini di sette anni morti il 3 luglio del 2021, travolti dalle pesanti lastre di pietra di Prun che costituivano il tetto di una delle tante ghiacciaie della Lessinia.

Davanti al giudice 

Ieri, 14 marzo, hanno voluto essere presenti alla discussione della richiesta di archiviazione dell’inchiesta sulla morte dei loro figli, che vede come unico indagato Augusto Ceradini, comproprietario del terreno sui cui sorge la ghiacciaia adiacente a Malga Preta, di cui è anche il gestore.

Le accuse mosse nei suoi confronti sono di omicidio colposo e lesioni colpose. Perché oltre a Michele e Tommaso, che hanno perso la vita a causa del crollo della ghiacciaia, anche due loro amichetti erano rimasti feriti.

La richiesta di archiviazione del caso

Il pubblico ministero Paolo Sachar, titolare del fascicolo, ha chiesto però l’archiviazione dell’indagine. A suo avviso, il proprietario «per essere ritenuto responsabile doveva avere piena conoscenza dell’effettivo stato della ghiacciaia al fine di metterla in sicurezza neutralizzando quindi il pericolo di un suo crollo».

L’unico elemento di sospetto, secondo gli inquirenti, erano alcune macchie di muffa presenti su alcuni punti della trave che si è rotta. «Questa circostanza», per Sachar, «non poteva allarmare il Ceradini in quanto anche qualora avesse ispezionato la ghiacciaia e avesse notato le formazioni di muffa, non avrebbe potuto riconoscere il pericolo e prevedere quindi il crollo».

Di diverso avviso gli avvocati delle parti offese, ovvero dei genitori di Michele, Tommaso e dei loro amichetti rimasti feriti. Nell’opposizione alla richiesta di archiviazione l’avvocato Roberto Bussinello cita una sentenza della Cassazione penale, in cui si sottolinea che «il proprietario del fondo è tenuto ad eliminare quelle situazioni di pericolo che costituiscono un’insidia per i terzi e che mettano in pericolo la vita e l’incolumità dell’individuo».

Di qui, secondo le difese, l’obbligo di «adottare quelle precauzioni suggerite dalla comune esperienza e dalla normale prudenza idonee ad evitare che lo stato dei luoghi o cose pericolose esistenti nel fondo possano recare danno ai terzi».

Gli scenari

Ieri di questo si è discusso davanti al giudice per le indagini preliminari Livia Magri: a lei spetterà ora il compito di decidere se mettere definitivamente la parola «fine» sull’inchiesta, se chiedere nuove indagini o se disporre addirittura l’imputazione coatta nei confronti del proprietario di Malga Preta. Il giudice si è riservato un po’ di tempo per decidere.

Il dolore dei genitori

«Tra quattro mesi saranno passati tre anni dalla morte di Michele e Tommaso: speravamo che la giustizia, di fronte alla morte di due bambini, fosse più veloce e invece è stata chiesta l’archiviazione», commentano Mattia Mazzucato e Andrea Saggioro.

Leggi anche
«Vado a raggiungere Tommy»: addio alla mamma di uno dei bimbi morti nel crollo della ghiacciaia

«Muoiono due bambini di sette anni e tutto finisce così? Non siamo esperti di legge, ma non riusciamo a capire. Se ci fosse stato il cartello “pericolante“, saremmo stati attenti e forse l’incidente si sarebbe potuto evitare».

Cercano risposte alla morte dei loro figli, perché, sussurrano, «il disegno divino non lo conosciamo». Quello stesso disegno divino che, il 26 dicembre 2022, si è portato via anche Donatella Boschi, la mamma di Tommaso. «Due funerali in due anni e mezzo sono difficili da superare», racconta il papà di Tommaso. «Ti sposi, crei una famiglia, cerchi di fare tutte le cose giuste nella vita e poi da quattro ci si ritrova in due. Come si fa ad accettare tutto questo? Speriamo almeno che qui, in queste aule, si riesca a dare un senso alla morte di Tommaso e Michele».

Leggi anche
Micky e Tommy morti nella ghiacciaia, in marzo il caso davanti al giudice. Il papà: «Senza di loro anche il Natale non è più Natale»

Manuela Trevisani

Suggerimenti