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Ospedale di Borgo Trento

Neonati uccisi o resi disabili dal citrobacter, la procura nomina quattro esperti per le indagini

di Camilla Ferro
La sanificazione delle tubature dopo lo scandalo citrobacter
La sanificazione delle tubature dopo lo scandalo citrobacter
La sanificazione delle tubature dopo lo scandalo citrobacter
La sanificazione delle tubature dopo lo scandalo citrobacter

Quattro super periti, professori di medicina legale, neonatologia, microbiologia e analisi cliniche, sono stati incaricati dalla Procura di Verona per «far luce» sulle morti e sui danni irreversibili dei bambini che nella terapia intensiva neonatale dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento hanno contratto - tra il 2018 e il 2020 - il Citrobacter, il batterio risultato fatale per quattro di loro e ritenuto responsabile di disabilità irreversibile per altri sei.

Il sostituto procuratore Maria Diletta Schiaffino, per il proseguo dell’indagine per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose a carico di 9 tra medici e manager dell’Aoui, ha firmato l’incarico ai quattro professionisti di fiducia spiegando che è necessario «procedere ad accertamenti tecnici per i quali servono specifiche competenze al fine di accertare le cause della morte delle persone offese (Nina nel 2019, aveva 7 mesi; Alice nel 2020, cinque mesi; Leonardo sempre nel 2020, cinque mesi e mezzo ed Elisabeth, nel 2018, sole tre settimane di vita, ndr) e delle lesioni (Davide, Maria, Benedetta, Jacopo, Barbara, Fares, sopravvissuti all’infezione ma con danni irreversibili, cerebrali, motori, renali, ndr), in riferimento a quanto verificatosi nell’Ospedale della Donna e del Bambino».

Nell’atto di nomina dei consulenti, il pm precisa che «l’espletamento della perizia debba essere affidato a più medici, ossia ad uno specialista di medicina legale e a più specialisti nella disciplina che abbiano pratica conoscenza di quanto oggetto del procedimento, individuati nelle seguenti figure: neonatologo, microbiologo, direttore sanitario». E sono: il professor Ernesto D’Aloja, medico legale dell’Azienda ospedaliera Universitaria di Cagliari; il professor Daniele Farina, neonatologo dell’Ospedale Sant’Anna di Torino; il dottor Ferdinando Coghe, specializzato in analisi chimico-cliniche e microbiologia sempre dell’Azienda Ospedaliera di Cagliari; il dottor Clemente Ponzetti direttore sanitario del Policlinico di Monza. La drammatica vicenda del batterio-killer è quella che, in seguito alla battaglia legale della mamma di Nina e dei genitori di Alice, seguiti da tutte le altre famiglie che si sono ritrovate i figli appena nati contagiati in culla durante il ricovero nella rianimazione neonatale, ha portato la Procura ad aprire l’indagine iscrivendo sul registro degli indagati 9 tra dirigenti amministrativi e medici dell’Azienda Ospedaliera universitaria integrata di Verona: sono, oltre ai vertici della direzione generale, i direttori dei reparti che, a vario titolo e con differenti gradi di responsabilità, avrebbero avuto a che fare con i 10 neonati che hanno contratto il batterio, di cui 4 morti tra sofferenze indicibili e 6 rimasti vivi ma con gravi deficit permanenti.

Il procedimento penale per omicidio colposo, lesioni personali colpose e responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario vede così sottoposti ad indagini Paolo Biban (allora primario della pediatria ad indirizzo critico), Francesco Cobello (allora dg dell’Aoui), Giuliana Lo Cascio (ex direttrice della microbiologia), Chiara Bovo (ex direttore sanitario), Giovanna Ghirlanda (ex direttore ospedaliero), Stefano Tardivo (dipartimento di Igiene e Gestione ospedaliera) e Evelina Tacconelli (direttrice Malattie Infettive). Per i quattro consulenti tecnici d’ufficio il pm Schiaffino ha fissato l’affidamento dell’incarico il 14 dicembre in Procura..

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