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SIT-IN IN CORSO PORTA NUOVA

Aule sfrattate al Cangrande, prima campanella con protesta. La Provincia: «Il prossimo anno classi di nuovo in sede»

Sei classi terze dell'indirizzo Costruzioni ambiente territorio trasferite nella succursale del Galilei
La protesta davanti al Cangrande
La protesta davanti al Cangrande
La protesta davanti al Cangrande
La protesta davanti al Cangrande

Inizio d'anno scolastico movimentato all'istituto tecnico Cangrande di corso Porta Nuova. Davanti alla scuola si è svolto, questa mattina, un sit-in di protesta contro la decisione della Provincia di «sfrattare» dalla sede centrale sei classi terze dell'indirizzo Cat (costruzioni ambiente territorio, ex geometri) e trasferirle nella succursale del liceo Galilei in via Carlo Alberto, alle Golosine.

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Boom di iscritti

Al Cangrande l'attivazione di un nuovo indirizzo di studi, grafica e comunicazione, ha fatto lievitare il numero di iscritti (190 in più di un anno fa) e non ci sono abbastanza aule per tutti, dato che il palazzo di corso Porta Nuova ospita anche 12 classi del liceo Montanari e otto dell'istituto Pindemonte. Per la scuola sarebbe più logico che fossero le proprie classi a occupare quegli spazi, e per individuare una soluzione la dirigente scolastica Carla Basurto ha incontrato nei giorni scorsi il provveditore Sebastian Amelio e il vicepresidente della Provincia David Di Michele, con delega a istruzione ed edilizia scolastica. Ciononostante, non c'è stato nulla da fare.

Slogan e accuse

Per le sei classi in questione il primo giorno di lezione è domani, ma nella mattina di oggi gli studenti e le loro famiglie si sono comunque dati appuntamento in corso Porta Nuova, sventolando cartelli e indossando magliette con su scritto «Tutti nella nostra sede» e «La Provincia decide per noi. No!». Erano presenti il consigliere comunale Flavio Tosi e il consigliere regionale Alberto Bozza, di Forza Italia, che nei giorni scorsi avevano sollevato la questione anche a livello politico e adesso accusano la Provincia di non aver organizzato le linee di trasporto diretto per chi, da fuori città, deve andare alle Golosine. «Di Michele ha gestito con superficialità la faccenda e non ha avvisato nemmeno il consigliere provinciale Zeno Falzi, che ha la delega ai trasporti. E infatti gli studenti che ora sono costretti ad andare alle Golosine ancora non sanno se verrà attivata una linea che li porterà direttamente al Galilei», commentano. Da parte sua Falzi annuncia che presenterà una richiesta scritta al presidente Manuel Scalzotto al fine di ottenere un impegno formale nei confronti delle famiglie degli studenti. 

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L'incontro degli studenti con la Provincia

Nel pomeriggio, il presidente della Provincia ha incontrato una delegazione di studenti del Cangrande. Al confronto hanno partecipato anche il vicepresidente della Provincia con delega all’edilizia scolastica, i dirigenti del settore edilizia scolastica, una rappresentanza di insegnati e alcuni familiari dei ragazzi. Per l’istituto è intervenuto il vicepreside, professor Maida.

Come già avvenuto nei precedenti colloqui con la dirigenza della scuola, l’ultimo la scorsa settimana anche alla presenza del Provveditore Sebastian Amelio, il Presidente e i funzionari della Provincia hanno illustrato le motivazioni tecniche della scelta individuata per questo anno scolastico. «Era corretto ribadire agli studenti tutte le analisi approfondite che hanno portato a questa soluzione, peraltro condivisa anche dal Provveditore», ha affermato il presidente della Provincia. «Di certo i ragazzi, quest’anno, devono affrontare un cambio di programma che richiede uno sforzo che non si attendevano e che sappiamo essere importante. A loro, e a tutti i presenti all’incontro, ho ricordato che l’indirizzo di questo Ente è contenere progressivamente il numero di succursali di un istituto, tranne quando necessarie perché, ad esempio, a servizio di territori diversi. In tal senso, per il Cangrande, i nostri uffici sono già al lavoro affinché, al netto di imprevisti, già per il prossimo anno scolastico tutte le classi possano rientrare in sede».

Laura Perina

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