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parla il fratello dell'autista

Il dramma di Cologna: «Giulia sta meglio, ma non sa che la coppia sull'auto è morta»

Gianluca Lovato, anche lui conducente Atv, rassicura sulle condizioni della sorella, ferita nello schianto costato la vita ai coniugi vicentini: «L’ho vista in ospedale, mi ha chiesto degli occupanti della Opel, ma non le ho detto la terribile verità»
La scena dell'incidente e Giulia Lovato con il fratello Gianluca, anche lui autista dell’Atv
La scena dell'incidente e Giulia Lovato con il fratello Gianluca, anche lui autista dell’Atv
La scena dell'incidente e Giulia Lovato con il fratello Gianluca, anche lui autista dell’Atv
La scena dell'incidente e Giulia Lovato con il fratello Gianluca, anche lui autista dell’Atv

«Giulia sta meglio e potrebbe essere presto dimessa dall'ospedale». Le parole di Gianluca Lovato, fratello di Giuliana (per tutti Giulia, ndr), l'autista di San Giovanni Ilarione coinvolta nell'incidente mortale di giovedì pomeriggio a Baldaria di Cologna, aprono uno spiraglio di luce dopo un giorno caratterizzato da dolore e turbamento. Nello scontro fra l'autobus della linea 236, condotto da Giulia Lovato, che viaggiava da Lonigo in direzione Cologna, e una Opel Corsa che scendeva dal cavalcavia di San Michele per immettersi nella provinciale 500, hanno perso la vita i coniugi Franco e Mirella Millia di Monticello di Fara (Vicenza).

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I ricordi dell’autista

Giulia, 46 anni, da 16 nell'Azienda trasporti di Verona, ha ripetuto ai suoi soccorritori e al fratello Gianluca il suo sconcerto e il dispiacere per quello che è accaduto: «Non sono riuscita ad evitare l'impatto, mi sono trovata l'auto davanti senza poter far nulla per scansarla», ha raccontato.

Poi sono seguiti momenti di agitazione. L'autista è riuscita a proseguire sulla sua corsia di marcia, fintanto che il pullman non si è fermato da solo, 200 metri più avanti rispetto al punto della collisione. I 15 ragazzi a bordo, tutti studenti delle superiori che tornavano da scuola, erano spaventati, qualcuno aveva battuto il capo, ma nel complesso stavano bene. Invece la conducente, oltre ad essere sotto shock, aveva lo sterzo che le stringeva forte sull'addome e aveva preso un forte colpo alle gambe.

Non riusciva a muoversi ed era talmente scossa da non avere la forza di telefonare per chiedere aiuto. Eppure lei sapeva che poco più avanti, in centro a Cologna, c'era l'autobus del fratello, che aveva percorso il tragitto per Arcole e San Gregorio, fino ad arrivare nello stesso Comune dove anche Giulia si stava dirigendo. L'autista ferita ha chiesto ad una ragazzina di chiamare Gianluca al posto suo.

Il fratello-collega

«Questa studentessa, che avrà avuto 15 anni, mi ha spiegato cos'era successo e mi ha detto che mia sorella aveva bisogno di aiuto. Le ho detto di attendere, che sarei arrivato nel giro di qualche minuto e le ho chiesto di tranquillizzare Giulia. È stata davvero gentile, una bravissima ragazza che desidero ringraziare», sottolinea il giovane autista.

Arrivato sul posto alla guida della propria corriera, Gianluca ha accostato ed è corso ad aiutare i vigili del fuoco ad estrarre la sorella. «Ho suggerito di sbloccare lo sterzo per liberarla: quando lei mi ha visto si è subito rasserenata». Il resto è storia recente.

Gianluca e il padre Gino hanno raggiunto Giulia, che è stata elitrasportata all'ospedale di Borgo Trento. Sono rimasti tutta la notte in sala d'aspetto per avere notizie sulle sue condizioni. Ieri mattina, 2 giugno, Gianluca ha potuto vederla.

L’incontro in ospedale

«È piena di botte e contusioni, ma non ha nulla di rotto: la sensibilità alle gambe è tornata. Continua a chiedermi come stanno gli occupanti della Opel, le ho risposto che stanno bene», riferisce.

Gianluca e Giulia sono molto uniti. Hanno nove anni di differenza - lei 46, lui 37 - ma il loro legame è profondissimo. Sono orfani della mamma, morta nel 1991 a 37 anni. Gianluca aveva solo quattro anni, Giulia 13. Si sono sorretti vicendevolmente, si sono sempre aiutati e consolati nei momenti difficili. Hanno perfino scelto di fare lo stesso mestiere, gli autisti di autobus, tanto che vengono definiti «Bus Brothers».

«Mia sorella ama instaurare un rapporto positivo con gli studenti. Entrambi siamo soliti dare ai ragazzi il nostro profilo Instagram perché ci avvertano se ci sono problemi, se hanno bisogno di sapere a che ora è la corsa successiva o altre questioni legate al trasporto. Nascono delle amicizie, sia con i ragazzi che con i genitori», rivela Gianluca.

Anche il giovane autista, così come la sorella, è stato protagonista di un episodio drammatico, a bordo del suo autobus, due anni fa. Mentre trasportava gli studenti a scuola, a Vestenanova, si è accorto che il pullman stava andando a fuoco. Ha accostato e fatto scendere tutti i passeggeri, poi è salito sulla corriera già avvolta dal fumo per controllare che non ci fosse più nessuno a bordo. 

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Paola Bosaro

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