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Il «voto» di quattro tifosi

«Se se salvemo, vao al stadio a pié»: 47 chilometri di marcia per l'Hellas

di Elisabetta Papa
Sembrava solo una battuta, poi la marcia di dieci ore da Villa Bartolomea al Bentegodi
I quattro «butei» dell’Hellas alla partenza da Villa Bartolomea con destinazione Verona
I quattro «butei» dell’Hellas alla partenza da Villa Bartolomea con destinazione Verona
I quattro «butei» dell’Hellas alla partenza da Villa Bartolomea con destinazione Verona
I quattro «butei» dell’Hellas alla partenza da Villa Bartolomea con destinazione Verona

«Se se salvemo vao al stadio a piè». All'inizio poteva sembrare quasi un battuta tra amici quella che un giovane di Villa Bartolomea, super tifoso dell’Hellas Verona, aveva pronunciato al limite della disperazione quando la propria squadra del cuore aveva rischiato la retrocessione in serie B. Invece quella sorta di «voto», subito condiviso dai suoi tre più cari amici di fede gialloblù con i quali da molti anni raggiunge la Curva Sud allo stadio Bentegodi di Verona, è diventato ora una meravigliosa realtà.

Merito certamente della formazione scaligera, rimasta in serie A dopo aver battuto lo Spezia per tre a uno nello spareggio decisivo dello scorso giugno. Ma anche di questi quattro giovani di età diverse - Simone Tedesco (el Tama), Gianluca Saccoman (el Gianlu), Michele Bellini (el Bella) e Marco Danieli (el Guerry), tutti soci dello storico Calcio Club Villa Bartolomea, presieduto da Luigi Tonellotto - che non ci hanno pensato un attimo ed hanno tenuto fede alla promessa che si erano fatti in caso di salvezza dell’Hellas.

In marcia

Così sabato scorso, dopo aver pianificato in dettaglio il faticoso itinerario, hanno percorso a piedi oltre 47 chilometri, dal centro di Villa Bartolomea fino allo stadio scaligero, impiegando complessivamente 10 ore, 27 minuti e 45 secondi, come ha registrato con esattezza l’orologio digitale di uno di loro.

Alle quattro del mattino, equipaggiati di tutto punto e con sulle spalle uno zaino con scorte di frutta ed integratori salini, i quattro hanno iniziato fiduciosi la loro avventura. Il percorso ha preso il via dal parco di villa Ghedini, proseguendo poi sulla statale in direzione di Vigo di Legnago. «Da qui», raccontano i «butei» dell’Hellas, «abbiamo imboccato l’argine dell’Adige uscendo poi all’altezza dell’ospedale. Ci siamo poi immessi sulla ciclabile del Bussè battendola fino al suo ultimo tratto, cioè poco dopo Angiari, continuando la nostra avventura, anche con passaggi un po’ pericolosi, sulla strada che un tempo, cioè prima della realizzazione della 434 , si usava abitualmente per raggiungere Verona».

Vesciche

Dopo diverse soste per riposarsi, rifocillarsi e fare un po’ di stretching, il quartetto ha toccato San Giovanni Lupatoto, arrivando quindi in città e alla sua agognata meta, toccata alle 17 in punto. «Nonostante alcune tappe "fisiologiche" nei bar delle diverse località toccate», proseguono Tedesco, Saccoman, Bellini e Danieli, «il viaggio è stato irto di difficoltà, un po’ come l’ultimo campionato del Verona. Oltre alle alte temperature delle ore centrali che ci hanno fiaccato molto, a pesarci è stato il fatto che nessuno di noi è abituato a percorrere tutti quei chilometri a piedi in un giorno. E le vesciche ai piedi si sono fatte sentire. Ma ci siamo incoraggiati vicendevolmente, determinati a non arrenderci e come la nostra amata Hellas alla fine ce l’abbiamo fatta. Anche grazie ai "butei delle ammiraglie", che ci hanno seguito a distanza».

Promessa bis

Davanti allo stadio Bentegodi, la gioia è stata irrefrenabile, quasi come quella della salvezza. Dopo la foto di rito, con tanto di bandiera di pantaloncini e maglietta gialloblù e bandiere del Verona e del Club di Villa Bartolomea, un’altra promessa: «Oh butei, se se salvemo, stano che vien nemo a magnar na pizza, era...».

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