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A Pressana, aggrediti in casa

Momenti di terrore
per due anziani
picchiati e rapinati

La casa dei due anziani (Dienne)
La casa dei due anziani (Dienne)
La casa dei due anziani (Dienne)
La casa dei due anziani (Dienne)

Picchiati e rapinati nella loro casa da due banditi armati. Un incubo durato una manciata di minuti che sono parsi però un’eternità a due anziani coniugi di Pressana.

Sono ancora profondamente scossi Gianni Dal Maso, 75 anni, operaio metalmeccanico in pensione, e sua moglie Franca Magro, 72 anni, che fa piccoli lavori di sartoria, aggrediti alcuni giorni fa nella loro villetta a due piani in via Sant’Eugenia, nelle campagne del paese.

 

L'IRRUZIONE

«Erano le 21.30 e stavo riordinando la casa dopo aver cenato», ricorda Franca. La donna aveva lasciato aperta una portafinestra che dalla cucina dà su un lato del giardino. È da lì che due uomini, «non troppo alti, vestiti di scuro e con il volto coperto da un cappuccio simile a quello delle confraternite», sono entrati. «Uno di loro è venuto verso di me, mi ha messo una mano sulla bocca e mi ha intimato di non urlare», continua. «Con l’altra mano mi teneva un coltello da cucina premuto sul collo. Parlava molto bene italiano». I due hanno spinto in un angolo della cucina la 72enne, facendola cadere a terra, e le hanno detto che volevano soldi e oro. 

 

L’AGGRESSIONE

«L’uomo mi ha detto di dargli i soldi e poi mi ha colpito violentemente in testa con il calcio di una pistola», racconta il marito. «Mi sono alzato ma non vedevo nulla perché il sangue mi colava negli occhi». Continuando a picchiare l’uomo sulla testa e costringendolo a rimanere chinato in avanti, i due hanno ordinato ai coniugi di salire al piano di sopra. Una volta entrati in camera hanno scaraventato l’operaio sul letto e hanno chiesto alla moglie di aprire i comodini, la cassettiera, l’armadio per rubare soldi e gioielli. Hanno arraffato qualsiasi cosa potesse avere un po’ di valore, comprese collane e orecchini di bigiotteria. Insieme ai monili, hanno sottratto anche i ricordi più belli.

 

Paola Bosaro

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