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Nogarole Rocca

Cattura il vento dell’Africa in una fragranza: Mauro è il mago dei profumi

Dalle consulenze nel settore auto, alla passione per la botanica, Uberti ora conquista un prestigioso premio a Firenze
Mauro Uberti nel suo regno, tra le boccette con le diverse essenze
Mauro Uberti nel suo regno, tra le boccette con le diverse essenze
Mauro Uberti nel suo regno, tra le boccette con le diverse essenze
Mauro Uberti nel suo regno, tra le boccette con le diverse essenze

Dalla consulenza aziendale in ambito automotive alla passione per la botanica, porta d’accesso alla profumeria artistica. Il cambio di passo ardito è stato possibile solo dal momento in cui Mauro Uberti, sessantaduenne di origine bresciana è andato in pensione e ha scelto di stabilirsi a Pradelle di Nogarole Rocca, dove ha acquistato e ristrutturato una casa dell’Ottocento con gli ottomila metri quadrati di terreno.

Qui Uberti, arrivato oltre 10 anni fa («Papà aveva iniziato a pagarmi i contributi da ragazzino», spiega) coltiva personalmente piante aromatiche da cui estrae oli essenziali che poi impiega per creare profumi così pregiati da conquistare premi internazionali.

Riconoscimenti internazionali, l'ultimo a Firenze

Il riconoscimento più recente è arrivato a Firenze. Uberti, infatti, si è aggiudicato il premio «I profumi di Boboli», all’ottava edizione, realizzato in collaborazione con Spezierie di Palazzo Vecchio per la migliore creazione di una fragranza inedita dedicata al tema del vento.

In finale sono arrivati 14 partecipanti che hanno inviato entro il 30 gennaio scorso fragranze da tutto il mondo, valutate da una giuria di esperti.

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Odori della sabbia del deserto e del mare

«Hamsin, questo il nome della mia proposta, si ispira al vento khamsin, che soffia sulla zona orientale del Nord Africa anche per 50 giorni di fila, portando con sé gli odori della sabbia del deserto e del mare, che si fondono e si mescolano in continuazione. Le materie prime utilizzate per ricreare la sabbia rossa e calda, gli odori di legni disseccati dal sole, le piante rade del deserto e della macchia marina come l’elicriso selvatico, la menta del tè arabo e l’ozono di un imminente temporale sono stati appunto l’elicriso, il bergamotto, l’arancio dolce d’Egitto, il coriandolo», racconta.

Tutti al vertice della piramide olfattiva, cui sono state sapientemente unite note di pepe nero, pepe rosa, menta, eliotropo, pepe Sichuan e come note di fondo vaniglia, sandalo, patchouli, muschi, ambra.

«Nei miei terreni coltivo piante da essenza tipiche di queste zone, che devono essere raccolte in periodi precisi: dall’alloro, al rosmarino, dalla salvia, all’assenzio, alla lavanda. Ma anche il vetiver del Madagascar dalla cui radice si ricava un’essenza base per molti profumi», prosegue.

Le piante non autoctone

Uberti se le procura viaggiando per il mondo. Mondo Tour che lo portano anche a scrivere articoli per Smell Magazine, la rivista di Smell Atelier, associazione bolognese con sede operativa a Verona, che si occupa di sviluppare la cultura dell’olfatto e la passione per un saper fare antichissimo.

«Anch’io ho frequentato i corsi locali e approfondimenti in Francia e a Milano», ricostruisce. La passione è cresciuta con l’impegno. «Per quest’ultimo profumo ho lavorato circa sei mesi, ma a volte serve anche un anno, perché le essenze devono esser messe a macerare una alla volta. La profumeria artistica è in grande crescita perché si basa su elementi naturali, senza contributi dalla chimica», prosegue.

Per il vincitore Hamsin c’è un futuro? «Oltre alla scultura d’argento Brandimarte (marchio storico dell’artigianato orafo fiorentino, ndr), che mi è stata consegnata è previsto che Spezierie di Palazzo Vecchio produca in esclusiva un centinaio di campioni della creazione, secondo le mie indicazioni. Vediamo quale sarà la risposta del mercato e se sarà possibile riproporre la fragranza», afferma dal suo laboratorio, dalle pareti coperte di boccette e alambicchi.

Valeria Zanetti

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