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commercianti esasperati a legnago

Furto col negozio aperto: «Sesta volta in un anno e mezzo». E si pensa a una serrata

La commessa, coraggiosa, ha tentato di fermare uno dei presunti ladri: «Non si può lasciare Legnago in balia di questi balordi»
Gabriella Marini è la commessa responsabile del negozio (Diennefoto)
Gabriella Marini è la commessa responsabile del negozio (Diennefoto)
Gabriella Marini è la commessa responsabile del negozio (Diennefoto)
Gabriella Marini è la commessa responsabile del negozio (Diennefoto)

Rubano in un negozio di vestiti sotto gli occhi della commessa, che tenta di fermarli, ma riescono a fuggire con la refurtiva. «Sono esasperata», dice dopo l’ennesimo taccheggio Gabriella Marini, 51 anni, da 36 responsabile di un noto negozio di vestiti in centro.

Domenica 3 marzo, poco dopo le 11, due giovani maghrebini sono entrati nel negozio dove lavora la donna. Mentre uno dei due ragazzi faceva il «palo», l’altro è riuscito a scappare dalla boutique, portandosi via un maglione e un profumo, entrambi da uomo. La commessa, per nulla intimorita, è riuscita a bloccare quello deputato a «guardare le spalle» all’amico. Tuttavia, anche il secondo ragazzo è riuscito a fuggire all’arrivo dei carabinieri, allertati nel frattempo dai passanti.

Il taccheggio di domenica è avvenuto difatti sotto gli occhi stupefatti dei clienti del negozio e di chi, a quell’ora, passeggiava in centro.

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Il racconto: «Non si può lasciare Legnago in balia di questi balordi»

La responsabile del negozio conferma: «Stavo servendo sei clienti quando i due giovani maghrebini, che avranno avuto intorno ai 25 anni, sono entrati nella rivendita. Ad uno dei due, probabilmente quello che fungeva da "palo", ho chiesto di lasciare giù lo zaino alla cassa. Li tenevo d’occhio perché avevo intuito le loro intenzioni». «Ad un certo punto ho visto che uno scappava con un maglione ed un profumo prelevati dagli scaffali. Sono riuscita a bloccare il secondo, rimasto in negozio nel tentativo di recuperare il suo zaino. Il giovane ha cominciato ad inveirmi contro, dicendo che non c’entrava nulla con l’uomo fuggito. Poi, con l’arrivo dei carabinieri, è riuscito a dileguarsi anche lui».

Marini, frustrata non tanto per l’ammontare della refurtiva, del valore di circa 60 euro, quanto per il susseguirsi di questi episodi, sottolinea: «I ladri ci hanno fatto visita sei volte in un anno e mezzo, a negozio aperto. In tutte le precedenti occasioni ho presentato denuncia ai carabinieri. Stavolta non lo farò. Non ho paura per me, visto che stavolta, come in precedenza, sono riuscita ad affrontare a viso aperto i ladruncoli. Anzi, in qualche occasione li ho rincorsi fino alla stazione, recuperando la refurtiva. Tuttavia», protesta la negoziante, «non si può più andare avanti così. Nemmeno ci trovassimo in centro a Milano. Non si può lasciare Legnago in balia di questi balordi. Quindi ho paura per coloro, come la giovane collega del negozio o i clienti più anziani, che potrebbero venire spintonati o subire maltrattamenti dai ladri, nella concitazione del momento».

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La protesta: serrande abbassate un'ora prima

Da alcuni commercianti del centro, alla luce di quanto è accaduto, è emersa l’idea di abbassare le serrande con un’ora di anticipo, alle 18.30 anziché alle 19.30, giovedì 14 marzo, come protesta per chiedere alle autorità più sicurezza.

«La commessa che ha subito il furto», dice Luca Falamischia, assessore alla Sicurezza, «ha tutta la mia solidarietà e comprendo la sua esasperazione. Il taccheggio è un problema che riguarda, in città, supermercati e alcuni tipi di negozi, specie di abbigliamento. Tuttavia i dati ci dicono che i reati in città sono in calo e da tempo non si verificano aggressioni: il calo di sicurezza è solo una percezione. Dal canto nostro abbiamo messo in campo tutte le azioni necessarie per garantire i controlli: dal rafforzamento della Polizia locale all’incremento delle telecamere di video sorveglianza. Serve che sui furti i negozianti denuncino».

Fabio Tomelleri

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