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Il nogarese ha incontrato gli studenti

Baschirotto, rivelazione della serie A: «Orgoglioso delle mie origini contadine». E a Lecce gli dedicano un dolce

Il difensore del Lecce ha raccontato ai bambini e ai ragazzi del suo paese, Nogara, il proprio percorso come calciatore e come uomo
Baschirotto alla scuola di Nogara
Baschirotto alla scuola di Nogara
Baschirotto alla scuola di Nogara
Baschirotto alla scuola di Nogara

I sogni si possono avverare. Come quello che aveva Federico Baschirotto, il giovane calciatore nogarese diventato da questa stagione il difensore del Lecce. Ieri mattina «Baschi», così tutti lo chiamano in paese e nel Salento, sua seconda terra di adozione, ha raccontato la sua storia agli alunni della scuola media del paese e delle classi quinte della primaria.

 

La storia di Federico Baschirotto

L’accoglienza è stata calorosissima anche perché per i giovani nogaresi Federico è ormai un vero e proprio idolo, simbolo di quel riscatto di ragazzo di provincia arrivato fino all’olimpo del calcio italiano. «Sono orgoglioso delle mie origini», ha detto Baschirotto. «La mia famiglia ha una azienda agricola, alleviamo bestiame, coltiviamo cereali e tanto altro. Da ragazzo alternavo il lavoro nei campi e nelle stalle con il calcio». Una storia, quella del difensore del Lecce, che ha appassionato tutti i suoi fan e anche gli stessi colleghi calciatori. 

 

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Federico, legatissimo ai genitori Graziano e Giuliana, si occupava con i fratelli dell’azienda di famiglia ma nel suo cuore c’era sempre la passione per il calcio trasmessagli dai fratelli maggiori. «Ho iniziato a cinque anni a tirare al pallone», ha svelato il calciatore, «rompendo qualche vetro di casa: mia mamma si arrabbiava tantissimo. Poi mi hanno chiamato nelle squadre del Nogara Calcio e quindi nel Chievo. Ma il mio sogno è sempre stato quello di arrivare in serie A e alla fine ci sono riuscito grazie ad un durissimo lavoro e a tanta determinazione».

 

Francesco Baschirotto ieri all’incontro con i ragazzi delle scuole
Francesco Baschirotto ieri all’incontro con i ragazzi delle scuole

 

Dalle delusioni alla Serie A

Baschi ha spiegato ai ragazzi di quante volte ha dovuto soffrire per le delusioni calcistiche ma di aver sempre lottato per il suo sogno. Indossare la maglia di una squadra di serie A e segnare addirittura un gol in campionato erano i desideri di quel ragazzo di campagna.

A sostenerlo nei suoi progetti, la sua famiglia che, soprattutto nei momenti di difficoltà e sconforto, ha creduto nelle sue capacità e lo ha sempre spronato a continuare. «In estate vado ancora ad aiutare i miei in azienda. Mi dedico ai bovini e ai suini e anche alla campagna con i miei fratelli. Abbiamo cereali e anche pomodori. Mi piace ritornare alle mie origini». La famiglia è sempre stata uno dei valori fondanti del difensore del Lecce che appena può lascia il Salento per tornare nella sua casa di campagna tra Nogara e Sanguinetto.

All’incontro di ieri, un’ex insegnante di Federico ha voluto complimentarsi col calciatore per i successi professionali e ha anche ricordato quanto il suo allievo fosse vivace ma sempre umile e rispettoso. «Sono felice», ha detto la professoressa, «di vedere come sei rimasto un bravo ragazzo, una persona che ora viene stimata da tutti i giovani del paese».

 

Baschirotto incontra gli studenti di Nogara
Baschirotto incontra gli studenti di Nogara

 

Il messaggio di «Baschi»

Infine, Baschi ha lanciato un messaggio ai suoi giovanissimi interlocutori. «Ragazzi, credete sempre nei vostri sogni», si è raccomandato, «lottate per raggiungerli e non abbattetevi mai. Io ho creduto in me stesso e ho realizzato quello che volevo. Ora che sono in serie A vorrei puntare a qualcosa di più, ad un trofeo o alla nazionale, chissà. Mai accontentarsi di quello che si è ottenuto. Bisogna sempre guardare avanti».

L’idolo dei nogaresi vanta migliaia di fan anche a Lecce e provincia, tanto che la sua maglia è tra le più richieste e addirittura un pasticcere salentino ha trasformato il pasticciotto, tipico dolce leccese, in «baschicciotto», in onore dell’amatissimo difensore giunto dalle nebbiose campagne veronesi fin nella terra degli ulivi.•.

Riccardo Mirandola

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