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La tragedia di Villa Bartolomea

Il medico: «Casi come quelli di Federica sono rarissimi». I consigli per le donne incinte

Dolore in paese a Villa Bartolomea per la morta di Federica Ghirelli e sua figlia. Il dottor Franchi rassicura sui rischi per le donne incinta
L'ospedale Mater Salutis di Legnago e Federica Ghirelli
L'ospedale Mater Salutis di Legnago e Federica Ghirelli
L'ospedale Mater Salutis di Legnago e Federica Ghirelli
L'ospedale Mater Salutis di Legnago e Federica Ghirelli

Non si ferma a Villa Bartolomea l’ondata di dolore e cordoglio suscitata dalla tragica scomparsa di Federica Ghirelli, deceduta a 37 anni giovedì in Terapia intensiva a Verona, il giorno dopo aver partorito a Legnago - già morta - la sua piccola Emma.

Tra le più colpite dalla tragedia ci sono naturalmente le mamme, in particolare quelle che stanno vivendo una gravidanza. Anche se nel caso di questo tragico evento le cause sono ancora in fase di accertamento, in diverse hanno espresso il timore di eventuali infezioni contratte durante la gestazione.


Cosa è successo a Federica?

Massimo Franchi
Massimo Franchi

A spegnere ogni allarmismo in paese interviene il professor Massimo Franchi, direttore del Dipartimento materno infantile dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona (Aoui). «Non c’è alcuna ragione per allarmarsi», evidenzia il professor Franchi, «anche se occorre sempre ricordare che le donne gravide sono più esposte a infezioni, siano esse batteriche o virali. Non bisogna vivere nella paura, ma solo avere consapevolezza che la gravidanza è un fattore di rischio per determinate infezioni e che perciò in una donna incinta sono fisiologicamente più gravi rispetto ad una non gravida».

«Detto questo», prosegue il direttore del Dipartimento materno infantile dell’Aoui, «mi sento di affermare l’estrema rarità di episodi come quello purtroppo accaduto nei giorni scorsi. Nella mia quarantennale esperienza professionale ne ho visti pochissimi, li potrei contare sulle dita di una mano. È chiaro che questo di per sé non è un elemento rassicurante perché ogni donna può giustamente temere che quella bassissima percentuale di probabilità vada a toccare proprio lei. In ogni caso, ciò che importa soprattutto è mantenere sempre le normali misure precauzionali per cercare di ridurre al minimo la possibilità di contrarre infezioni, in particolare in questa stagione».

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Quali sono allora i principali accorgimenti da adottare? «Tenere ad esempio la mascherina nei luoghi affollati, in modo da essere protetti dalle infezioni per via aerea», sottolinea il professor Franchi, «osservare con ancora maggiore attenzione tutte le norme igieniche, lavarsi frequentemente le mani sia quando si resta a casa che quando si esce, stare il più possibile lontano da persone malate o per lo meno, come detto, indossare una protezione».

Particolarmente importante per qualsiasi gestante è anche farsi controllare non appena subentrino sintomi riconducibili a un’infezione. «Se una donna gravida accusa una sintomatologia come febbre, diarrea e dolori addominali», conclude il professor Franchi, «deve rivolgersi al più presto a un Pronto soccorso ostetrico-ginecologico oppure al suo medico di medicina generale. Ripeto, non ci deve essere allarmismo perché non siamo di fronte a una forma epidemica, ma nelle donne in gravidanza le infezioni, che sono forme che possono capitare a chiunque, hanno indubbiamente un decorso più pesante».

Intanto, il direttore generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi ha espresso, a nome personale e dell’intera azienda, vicinanza al marito e ai familiari tutti di Federica Ghirelli, anche attraverso la preghiera.

Elisabetta Papa

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